a cura del dott. Raffaele Scala
Cercando un “fatto” sulla Castellammare del 1922 mi sono imbattuto in un fattariello spiritoso, acchiappato a volo, sul quotidiano napoletano, Roma, e firmato dal corrispondente stabiese dell’epoca, Umberto De Luca, membro della locale Congrega della Carità.
Cosa ci racconta De Luca in questo articoletto intitolato “La casa degli spiriti a Castellammare di Stabia” e pubblicato il 23 maggio 1922? A seguire, per il piacere di leggere e riscoprire la Castellammare vissuta di un tempo, riporto l’intero episodio.
In via Bonito 46, in un appartamento del quarto piano abitava la famiglia di Giambattista Mirabile. Tutto filava liscio e tranquillo quando un bel giorno, era di maggio, un radioso maggio del 1922, la moglie e la figlia del nostro Giambattista giurarono e sacramentarono di vedere nella loro casa, a notte alta, uno spirito, il quale era rappresentato da un signore che tranquillamente passeggiava per le stanze, apparendo e sparendo a tratti e facendo anche sparire, quando appariva, gli oggetti preziosi che gli capitavano sottomano.
La voce fece rapidamente il giro del paese e ben presto non si parlò d’altro, ognuno, come sempre accade in questi casi, mettendoci del suo, fantasticando sul fatto. Ma se la gente parlava, le donne di casa Mirabile tremavano. Scriveva il buon De Luca:
Ed è facile immaginare da quale sgomento sia stato assalito specialmente il sesso debole di quella casa. Immaginare i commenti del popolino stabiese.
– Neh, vuie sentite? Dice ca è ‘o spirito e nu signor titolato!
– Requie e schiatte in pace! Sarrà nu principe…nu conte…nu barone…Chi sa!
– Gesù! Nu signore titulato che fa o mariuolo?!
– Già! Dice ca arrobba tutto chello calle vene sottomano!
– O farfariello vestito a signore!
– O è nu mariiolo ca fa o spirito pecché le conviene
– Si è diavolo chiammate o parrucchiano! Lle facesse e scongiure!
E infatti il prete andò a casa Mirabile a spargere l’acqua benedetta. In tutte le camere e nella cucina visitate dal misterioso signore operando tutti gli scongiuri del caso. Ma niente lo spirito non ne volle sapere di lasciare la casa. Anzi i fenomeni spiritici, dopo l’intervento religioso, si manifestarono con maggiore frequenza. Casa Mirabile divenne il centro d’attenzione della pubblica curiosità stabiese e dinanzi al portone del palazzo di via Bonito cominciò a stazionare, giorno e notte, una folla enorme che commentava variamente lo strano evento.
A questo punto la famiglia Mirabile decise di lasciare precipitosamente l’appartamento infestato dallo spirito cercando alloggio altrove – nonostante la penuria d’appartamenti che oggi come cento anni fa si faceva sentire nella nostra città.
Secondo i malevoli si trattava di un bello spirito che sotto forma di “spirito” se la stava spassando a spese della famiglia Mirabile. Inutile concludere che il popolino stabiese si affrettò a cavare i numeri dalla misteriosa vicenda. La storia non ci ha narrato se qualcuno ha vinto.
Raffaele Scala
P.S.: incuriositi dall’episodio riportato dal dott. Scala, e nell’intenzione di capire quale fosse il palazzo di almeno quattro piani, ubicato alla via Bonito di Castellammare di Stabia, parte della redazione di liberoricercatore.it si è recata sul posto, e con gran stupore ha riscontrato che l’attuale numerazione della suddetta strada non contempla il numero civico 46. Forse anni addietro ci sarà stata una rinumerazione stradale di cui non abbiamo notizia? Forse, seppur molto improbabile, il palazzo di cui sopra è stato abbattuto (nell’immediato dopo guerra) e di ciò si è perduta memoria? Fatto è che lo “spirito”, intrappolato tra le righe di questo sfizioso articolo di giornale del De Luca, è sparito nel nulla facendo perdere ancora una volta le sue labili tracce!
Simpatico e gustoso il racconto , scritto con allegria e anche con sottile ironia. Peccato però che lo spirito ladro non si sia materializzato .
Gentile dott. Scala,
forse sono in grado di individuare con precisione il palazzo oggetto dell’articolo, in quanto mia madre vi ha vissuto negli anni della giovinezza. Ricorda di un condomino Mirabile e lei stessa è in grado di raccontare episodi “particolari” che le è capitato di vivere in prima persona. Se le interessa saperne di più può contattarmi via mail o tramite Maurizio.
Grazie per l’articolo,
Francesca Ruggiero
Non vorrei sbagliare, da che ricordo essendo vissuto nel rione in gioventù, ma il palazzo in questione era chiamato popolarmente: ‘O palazzo d”o Marchese.
Mi scuso per l intrusione ma mi appassiona l argomento e visto che abito in via Bonito mi piacerebbe sapere se il palazzo narrato nella storia esiste veramente o ce n’è più di un episodio che mi potete raccontare grazie da un appassionato di storie di fantasmi