Villa San Marco: sito archeologico di Stabiae
articolo di Maurizio Cuomo
Tra i siti archeologici di Castellammare di Stabia, particolare attenzione merita villa San Marco; tanto si è scritto in merito, per cui Libero Ricercatore cercherà di essere sintetico e allo stesso tempo esauriente. Situata sul pianoro di Varano, fu completamente sepolta dalla celeberrima eruzione vesuviana del 24 agosto del 79 d.C., che stessa sorte riservò alle vicine città di Ercolano, Oplonti e Pompei.
Villa San Marco, quasi del tutto dimenticata, venne esplorata diversi secoli dopo dai Borbone (ricercatori che operarono sul nostro territorio dal 1749 al 1782), i quali, sin dai primi scavi, si resero conto che la pioggia di cenere e lapilli, antica portatrice di morte e distruzione, paradossalmente, poteva essere considerata una manna dal cielo, per l’ottimo stato di conservazione in cui aveva mantenuto la struttura del complesso archeologico e i numerosi reperti ritrovati.
Dopo un periodo spento dal punto di vista archeologico, finalmente nel secolo scorso (secondo il diario di scavo i lavori iniziarono a far data dal 16 febbraio 1950 e proseguirono con sacrificio e con alterne fortune fino al 1962), Stabiae rivide definitivamente la luce, grazie al nostro illustre concittadino Libero D’Orsi.
In particolare, villa San Marco è il risultato del così definito “scavo A”, operato sul fondo Gaspare De Martino e fondo Massa (guardando la collina dalla Città il sito è posto sull’estrema sinistra), la suddetta denominazione vi è stata attribuita perché la Villa è situata dove nella seconda metà del 1700, fu costruita una cappella dedicata a San Marco, ormai del tutto scomparsa.
Ecco come il prof. Giuseppe D’Angelo (seppur brevemente) ebbe a descrivere Villa San Marco, una delle ville più rappresentative dell’intero complesso archeologico di Stabiae: “Entrando nell’atrio con impluvium, notiamo sulla parete un lararium decorato con pittura a finto marmo preceduto da due gradini.
Dopo la zona delle cucine, prima di giungere al peristilio, incontriamo un ampio quartiere termale con calidarium, tepidarium e frigidarium (sale per il bagno caldo, tiepido e freddo).
Il peristilio si apre nel grande viridarium (giardino) con al centro una splendida piscina. Ai cui lati c’erano i due filari di platani, di cui oggi si osservano i calchi in cemento”1.
Nella pagina “L’Antica Stabiae“, a cura di Gaetano Fontana, invece, troverete una splendida collezione di stampe d’epoca, che mostrano Stabaie antica in tutto il suo splendore.
Il complesso di villa San Marco
(Costruito nella prima età augustea, occupa circa 11.000 mq)
Sei di Castellammare? Conosci Stabiae?
Da un sondaggio del Libero Ricercatore2, effettuato a campione su cento persone di differente età e sesso, si evince che solo tre stabiesi su dieci, purtroppo, hanno visitato i siti archeologici cittadini (a molte delle persone intervistate sono restati solo vaghi ricordi legati all’età scolastica). Agli occhi dei numerosi, immancabili pessimisti questo dato potrebbe risultare allarmante, ma, se si analizza la situazione attuale in prospettiva futura, ci rendiamo conto del grosso potenziale storico-culturale che offre il nostro “bistrattato”, ma sempre splendido territorio, ossia che circa un 60-70% della popolazione non ha ancora visto le bellezze dell’antica Stabiae. Quanto esposto, spero guidi ad un’attenta riflessione ed inviti ad una maggiore sensibilità organizzativa gli Enti preposti e chi sovraintende il nostro patrimonio archeologico.
P.S.: Il deludente sondaggio da noi elaborato ed esposto (a titolo statistico), risale al 2004. Molto probabilmente i “numeri” di tale statistica non rispecchiano i valori attuali e risulterebbe opportuno un aggiornamento, visto e considerato che negli ultimi anni, fortunatamente, qualcosa è sembrato muoversi grazie all’impegno encomiabile dei volontari del Circolo Woodwardia di Legambiente, i quali, offrendosi come guide gratuite (nel mese di maggio) sono riusciti a dare una sensibile inversione di tendenza allo storico lassismo culturale che purtroppo ci ha sempre contraddistinto.
Per chi non fosse al corrente:
1) il sito è visitabile tutti i giorni della settimana;
2) l’entrata è gratuita;
3) esistono ampie aree adibite a parcheggio gratuito, adiacenti alla struttura;
4) le guide sono sempre disponibili;
5) dal sito si può godere di una splendida vista panoramica sul golfo.
Per informazioni: Scavi di Stabiae tel. 081/871 45 41
Note:
Quando ero alle medie ho letto “Carla degli Scavi” un romanzo di Renée Reggiani che mi è piaciuto molto.
Mi immedesimavo nella protagonista, una ragazza della mia età che, al seguito di suo zio Libero D’Orsi, seguiva con interesse gli scavi effettuati per riportare alla luce l’antica Stabia.
Carla fantasticava – ed io con lei – di vivere a Stabia prima che la città rimanesse sepolta dall’eruzione del Vesuvio; immaginava strade, negozi, persone, mestieri, e tutto sembrava rivivere nella sua fantasia.
Dopo la lettura del libro, anch’io – come molti ragazzi di allora – ho visitato per la prima volta gli scavi con i miei insegnanti, e ne sono rimasta affascinata. Solo qualche anno fa ho ripetuto l’esperienza con una visita gratuita guidata dai ragazzi di Legambiente. Bellissima!