Il valore degli stabiesi alla Battaglia di Lepanto
(Un appello doveroso dal risvolto improbabile? Liberoricercatore.it, facendoci portavoce del giornalista stabiese Raffaele Izzo, ci riprova nella speranza che si faccia chiarezza!!!)
a cura di Maurizio Cuomo
Carissimi lettori, quest’oggi vi sottopongo la lettura de “Il valore degli stabiesi alla Battaglia di Lepanto”, un breve articolo/appello del giornalista Raffaele Izzo, redattore de “Il Risveglio di Stabia”1.
Non essendo a conoscenza se l’appello, elevato al Sindaco e al Vescovo dell’epoca, dal giornalista Izzo, abbia poi avuto, fattivo riscontro e il degno, quanto auspicato prosieguo (sull’esito positivo ho qualche dubbio perché apprendo per la prima volta dell’esistenza di questo importante riconoscimento storico, attingendo dalla preziosa Emeroteca stabiese rubrica a cura di Gaetano Fontana, consultabile sul nostro portale), da stabiese convinto, ed orgoglioso di esserlo, avendone la possibilità (mi si perdoni se utilizzo liberoricercatore.it, come veicolo di divulgazione), voglio oggi rinnovare l’invito, alle Autorità politiche ed ecclesiali competenti e agli studiosi, affinché facciano luce e soprattutto si facciano carico dell’annosa faccenda: il gagliardetto (riconoscimento di Papa Pio V), dedicato ai valorosi marinai stabiesi, se davvero esiste (e se soprattutto oggi è custodito nel Museo Diocesano o in altro museo della città di Gaeta)2, torni a Castellammare e magari sia posto in una teca del “Museo Diocesano” a piazza Giovanni XXIII, perché patrimonio storico/culturale che ci appartiene.
Il nostro appello
Alla luce dei fatti esposti, liberoricercatore.it, facendosi portavoce dell’atavica questione, invita tutti i cittadini stabiesi di buona volontà, a diramare questa pagina di L.R. (mediante condivisione su facebook, twitter, a mezzo stampa, con un semplice passaparola o con qualsiasi altro mezzo di divulgazione), affinché l’invito/appello giunga e sia preso in carico da Sua Ecc. Francesco Alfano, Arcivescovo di Sorrento-Castellammare di Stabia, dal dott. Claudio Vaccaro, Commissario prefettizio del Comune di Castellammare di Stabia, dal Dott. Ing. Egidio Di Lorenzo, Direttore del MUDISS – Museo Diocesano Sorrentino Stabiese, e da tutti gli studiosi di storia locale.
Annotazioni aggiunte: in fase di approfondimento di ricerca, tra gli altri, mi sono imbattuto in uno scritto che in qualche modo potrebbe interessare e non poco la nostra accorata vicenda. Nello specifico ho letto che esiste un antico stendardo di Lepanto, vessillo della vittoria della “crociata” cristiana sugli ottomani, benedetto e dato in consegna da Papa Pio V a Marcantonio Colonna, comandante delle Galee, che al rientro trionfante, lo donò al Duomo di Sant’Erasmo, per sciogliere un voto fatto prima di andare in battaglia.
Restaurato e conservato oggi nel Museo Diocesano di Gaeta, questo stendardo che in prima analisi potrebbe confermare l’attendibilità della cruenta vicenda storica, allo stesso tempo genera in me qualche ragionevole dubbio: “Possibile che Raffaele Izzo, o il cav. Tommaso De Rosa, suo interlocutore, nonché fonte della notizia data all’articolista, abbiano travisato involontariamente i fatti storici, confondendo il gagliardetto con lo stendardo?”. Supposizione plausibile quest’ultima, ma non necessariamente condivisibile perché non confutabile! Vista l’intrigata vicenda, chiedo a maggior ragione, agli accreditati storici e alle istituzioni locali, di appurare la verità storica.
Note:
- Articolo pubblicato sabato 22 marzo 1947 su “Il Risveglio di Stabia” – Anno XIII – Numero 5 – pag. 3 (Archivio “Emeroteca stabiese” di Gaetano Fontana, fruibile su liberoricercatore.it). ↩
- A onor del vero (grazie ai suggerimenti del mio amico Lino Di Capua, conoscitore di storia locale), aggiungo che l’articolo di Raffaele Izzo, risalente al 1947, è stato poi ripreso in tempi a noi più recenti nell’Antologia storica “Stabiae e Castellammare di Stabia” curata dal prof. Michele Palumbo, edita nel 1972 (pagg. 403 – 404, paragrafo n. 289), in coda al quale si asserisce (forse per personali ricerche da lui stesso intraprese) che “…il gagliardetto fu portato nel museo della città di Gaeta, dove… non c’é più”. ↩