Archivi categoria: Storia & Ricerche

In questa rubrica (anima del sito), sono pubblicate brevi storie e le ricerche  
effettuate dal Libero Ricercatore nella città di Castellammare di Stabia.

San Gennaro a Castellammare

San Gennaro a Castellammare

di Giuseppe Zingone

San Gennaro, Chiesa di San Bartolomeo

Fu grazie a Carlo I d’Angiò1 che l’abitato di Castellammare venne cinto di mura, in tale occasione furono ampliati il castello ed il porto e fu ricostruito ed ampliato su un vecchio complesso risalente agli ultimi anni del dominio svevo, il Palazzo Reale, detto di Casasana o Quisisana, quello stesso edificio dove soggiornò nel 1316 Roberto figlio di Carlo recuperando il suo cattivo stato di salute.2

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  1. Francesco Alvino,Viaggio da Napoli a Castellammare con 42 vedute incise all’acquaforte, Napoli stamperia dell’Iride 1845, pag. 89.
  2. La presenza di Roberto D’Angiò a Castellammare è documentata nel 1316. In Guida d’Italia, Napoli e dintorni, pag. 582, Touring Club Italiano, sesta edizione, Milano 2001. Vedi anche: Catello Parisi, Cenno storico descrittivo della Città di Castellammare di Stabia, pag. 19-20, Firenze 1842.
Giuseppe Cosenza

Giuseppe Cosenza (archeologo e scrittore)

a cura di Maurizio Cuomo

Giuseppe Cosenza, all’anagrafe Giuseppe, Luigi, Adolfo Cosenza, nacque a Castellammare di Stabia il 18 settembre 1860, da Don Francesco Cosenza e Donna Teresa Calvanese, coniugi domiciliati nella cinquecentesca strada Coppola.

Giuseppe Cosenza

Giuseppe Cosenza

La famiglia di salde origini borghesi, benestante sin dal secolo XVII per la gestione di alcune cave di calce, apparteneva a quella classe emergente che costituì il nerbo della borghesia del nascente stato unitario. Si pensi che il nonno (paterno) Pasquale, fu Sindaco di Castellammare di Stabia dal 1852 al 1855. Continua a leggere

Piero Girace – critico d’arte e scrittore

PIERO GIRACE – critico d’arte e scrittore

(1904 – 1970)

breve biografia a cura del prof. Giuseppe D’Angelo

Piero Girace a Capri negli anni '50.

Piero Girace a Capri negli anni ’50.

Nacque a Castellammare di Stabia il 15 settembre 1904 dal barone Francesco. Fu critico d’arte e fecondo scrittore.

Il barone, come veniva comunemente chiamato a Castellammare, viveva tra Napoli e Roma, ma ritornava spessissimo nella sua città natale, ben lieto di ritrovare i suoi vecchi amici.

Tra di essi: Raffaele Cinella corrispondente del Corriere di Napoli, il prof. Marotta del Tempo, mons. Francesco Di Capua dell’Osservatore Romano, il prof. Giuseppe Abate del Secolo d’Italia, il prof. Francesco Saverio Mascia dell’Avanti e il pittore Vincenzo D’Angelo, tutti riuniti nei locali dell’Associazione della Stampa in piazza Municipio.

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San Catello – la storia del nostro Santo Patrono

a cura di Maurizio Cuomo

La storia di San Catello, vescovo di Stabia e patrono della città di Castellammare di Stabia, purtroppo, non è ben chiara. Avvolta nel mistero e per alcuni tratti contraddittoria, la vita del Santo, fu trascritta per la prima volta dall’Anonimo sorrentino in un manoscritto risalente alla fine del IX sec. Intento a raccontare la storia di Sant’Antonino abate di Sorrento (strettamente collegata alla vita di San Catello), l’anonimo nei suoi antichi scritti, menzionando le vicissitudini che legano i due Santi, ha rilasciato numerose tracce descrittive anche di San Catello.

San Catello (stampa d'epoca)

San Catello (stampa d’epoca)

L’incontro tra i due Santi avvenne nella seconda metà del VI secolo, quando Sant’Antonino (monaco benedettino), scampato alla furia devastante del popolo longobardo, dopo diversi giorni di profugo cammino, giunto a Stabia, fu accolto dal vescovo Catello. Continua a leggere

Annibale Ruccello - busto posto in Villa Comunale (foto Maurizio Cuomo)

Annibale Ruccello

a cura di Maurizio Cuomo

Annibale Ruccello - busto posto in Villa Comunale (foto Maurizio Cuomo)

Annibale Ruccello – busto posto in Villa Comunale (foto Maurizio Cuomo)

Annibale Ruccello nasce a Castellammare di Stabia, il 7 febbraio 1956, da Ermanno e Giuseppina de Nonno. Nel 1977, discutendo una tesi in antropologia culturale sulla Cantata dei Pastori di Andrea Perrucci, si laurea in Filosofia (con il massimo dei voti), all’Università di Napoli “Federico II”.

Attore, regista, drammaturgo, è anche studioso della cultura e della lingua napoletana. Nel 1978 fonda la cooperativa “Il carro” e, in collaborazione con Lello Guida, comincia a scrivere e a mettere in scena i suoi primi lavori teatrali, ispirati in gran parte a materiali della cultura popolare. Continua a leggere