Archivi categoria: Storia e Ricerche

Storia e Ricerche

La sezione Storia e Ricerche è il cuore di Liberoricercatore.it. Qui vengono pubblicate storie e ricerche sulla città di Castellammare di Stabia.

Gli Articoli e Ricerche approfondiscono eventi storici, curiosità e tradizioni stabiesi. Ogni contributo è basato su fonti storiche, documenti e/o testimonianze dirette.

Nella sezione Personaggi Locali raccontiamo le vite di uomini e donne che hanno segnato la storia della città. Biografie e testimonianze ne ricostruiscono il contributo.

Questa rubrica è un archivio di memoria e cultura che invita appassionati e studiosi a scoprire le radici della nostra comunità.

Con “Storia e Ricerche”, Liberoricercatore.it vuole preservare e diffondere la storia stabiese. Ogni contributo aiuta a tramandare il passato alle future generazioni.

Orfanotrofio maschile stabiano

Storia e Ricerche

Orfanotrofio maschile stabiano

a cura di Maurizio Cuomo

Nel cuore della Castellammare d’inizio Novecento, nasceva un’istituzione destinata a lasciare il segno: l’Orfanotrofio Maschile Stabiano, inaugurato il 19 marzo 1919.

Questa struttura offriva accoglienza, istruzione e speranza ai bambini privi di famiglia o in difficoltà. Un’opera sociale di grande valore, frutto di impegno e solidarietà cristiana.

Il primo ospite dell'Orfanotrofio Maschile Stabiano

Il piccolo Michele Scarpato di Scanzano, primo ospite dell’Orfanotrofio Maschile Stabiano

Lo scritto d’epoca che presentiamo è una preziosa testimonianza della sua fondazione. Racconta il contesto storico e le nobili intenzioni che ne animarono la nascita.

L’opuscoletto (che ho la fortuna di custodire in originale dal quale attingiamo notizie), rende traccia del sacrificio di una comunità che nonostante le difficoltà del tempo, si adoperò per garantire ai piccoli bisognosi un futuro dignitoso.

Attraverso le parole di chi visse quei momenti, riviviamo la storia di un luogo speciale che fu rifugio e scuola di vita per tanti bambini.

Questo documento è una pagina di memoria che ci ricorda l’importanza di custodire e valorizzare le radici della nostra identità stabiana. Qui a seguire ve lo propongo per farne memoria collettiva.


Correva l’anno 1919 quando il Rev. D. Luigi Pepe fondatore dell’Orfanotrofio Maschile Stabiano, scriveva le seguenti accorate parole:

Il 20 ottobre dello scorso anno un caso pietoso c’intenerì. Cinque bimbi nella strada senza anima viva che pensasse seriamente ad essi.

In quel giorno, di fronte a quel caso, facemmo un piccolo esame di coscienza ed un piccolo bilancio. Trovammo che noi avevamo un dovere particolare di pensare agli orfani e rinvenimmo una discreta quantità di buona volontà e di audacia. Continua a leggere

Banca della Memoria dei Marinai

Banca della Memoria dei Marinai

archivio Antonio Cimmino

Un archivio aperto che si prefigge di raccogliere e di arricchirsi giorno per giorno con le vostre testimonianze. La Banca della Memoria dei Marinai è un’ode alle storie e alle esperienze dei marinai del Compartimento Marittimo di Castellammare di Stabia. Liberoricercatore.it attraverso la raccolta documentaria di Antonio Cimmino, così celebra la Marina e i suoi marinai, offrendo una vasta raccolta di informazioni e immagini di coloro che hanno indossato la divisa per servire la Marina Militare nel Compartimento stabiese..

Banca della Memoria dei Marinai del Compartimento Marittimo di Castellammare di Stabia

Banca della Memoria dei Marinai del Compartimento Marittimo di Castellammare di Stabia

“Da secoli, Castellammare è legata alla Marina, a cominciare dall’Armata di Mare, passando per la Regia Marina per approdare alla Marina Militare. Migliaia di suoi cittadini hanno servito, in pace ed in guerra, sulle navi e nelle postazioni a terra, indossando il solino blu. Centinaia di essi sono morti e riposano in fondo al mare ed altrettanti sono stati decorati per episodi di valore legati principalmente alla solidarietà che tra la gente di mare trova la sua massima espressione. Estremamente affascinato da questo mondo ho iniziato a raccogliere: foto, storie e testimonianze, sia dai diretti interessanti che dai loro familiari, ed ho riscontrato con stupore che tutte palesano il profondo amore che gli stabiesi nutrono per la Marina e l’indissolubile legame per il naviglio varato nel nostro glorioso cantiere”.

Antonio Cimmino


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11 marzo la prima pietra di San Marco

11 marzo la prima pietra di San Marco

di Corrado Di Martino

Vista aerea della Parrocchia di San Marco Evangelista

Vista aerea della Parrocchia di San Marco Evangelista

Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, il piano di aiuti americano, detto Piano Marshall ([n.d.a] in ottobre del ’47, il Dipartimento USA, si dichiarò disponibile ad erogare aiuti in merci), prevedeva anche la costruzione di case. Nacquero le prime abitazioni nell’alta periferia Nord-Est della cittadina, vessata dall’evento bellico. Il 4 dicembre del 1953, il Vescovo di allora, Monsignor Agostino D’Arco, conferì ad un giovane parroco, l’incarico di provvedere all’esercizio della fede in quel rione in via di crescita. Quel giovane parroco era don Ciro Donnarumma, nato a Pimonte il 1 novembre del 1928 (m. Castellammare di Stabia 4 dicembre 2003), ordinato sacerdote il 12 luglio 1953. Numerose e indubitabili, furono le difficoltà socio-economiche di quell’area periferica, si viveva in baracche di fortuna, mancavano i più elementari sotto-servizi, non vi erano scuole, non c’era una chiesa. Iniziava a sorgere fra gli stenti, un quartiere di case popolari per senza tetto. Continua a leggere

Microstoria stabiese

Microstoria stabiese

articolo di Maurizio Cuomo

Oggi, pubblichiamo una micro-storia stabiese, posta alla nostra attenzione dal carissimo Catello Esposito Sansone, che ci renderà partecipi di un suo ricordo.

Ebbene, a casa di Catello, ad una parete del corridoio è affisso in bella mostra un piccolo quadro, che suo padre Filippo ebbe in regalo dal pittore Vincenzo D’Angelo, suo amico.

ll disegno fu realizzato in occasione di uno dei tanti incontri che Filippo, Vincenzo ed altri inseparabili amici, erano soliti fare al “bar Spagnuolo” (punto di ritrovo del gruppo).

Visto il potenziale valore del disegno (raffigurante l’autoritratto dell’autore), Filippo, alla morte dell’amico Vincenzo, per il quale nutriva profonda stima, decise di aggiungere una cornice per preservare l’integrità dell’opera. Continua a leggere

Il traghetto ‘Nomentana’

Il traghetto ‘Nomentana’

a cura di Giovanni Grammegna

Orgoglio della marineria stabiese la Nomentana fu varata l’8 marzo 1979, nei cantieri navali di Castellammare di Stabia.

Della classe Strade Consolari Romane, faceva parte di una serie di sei unità gemelle costruite tra il 1979 ed il 1981 per la Tirrenia di Navigazione.

Traghetto Nomentana

Traghetto Nomentana (varo del 8 marzo 1979)

Al varo, la nave aveva una lunghezza di 136 metri e una stazza lorda di 9485 tonnellate. Inoltre, poteva trasportare circa mille passeggeri e 470 autovetture. Infine, raggiungeva una velocità di crociera di 20 nodi.

Successivamente, il traffico turistico verso la Sardegna crebbe notevolmente negli anni ’80. Di conseguenza, la Tirrenia decise di intervenire sulla Nomentana e sulle gemelle. Pertanto, fu necessario allungare la nave per aumentare la capacità di carico.

Nell’inverno tra il 1986 e il 1987, la nave fu modificata. In particolare, venne aggiunto un troncone di 12 metri. Inoltre, fu alzato un ponte supplementare. Così facendo, la lunghezza raggiunse i 148 metri. Di conseguenza, la stazza lorda salì a 12523 tonnellate.

Parallelamente, queste modifiche quasi raddoppiarono la capacità passeggeri. Pertanto, il numero di autovetture trasportabili aumentò fino a 610.

Nel 1992, la Nomentana subì un’ulteriore trasformazione. Questa operazione avvenne presso i cantieri navali INMA di La Spezia. Qui, la nave fu alzata di altri due ponti. Per controbilanciare l’aumento di altezza, furono aggiunte delle controcarene laterali.

Tuttavia, le modifiche provocarono alcuni effetti negativi. Innanzitutto, la velocità di servizio si ridusse a meno di 17 nodi. Inoltre, la stabilità e la manovrabilità peggiorarono. Infine, la grande superficie laterale esposta al vento rese la nave soggetta all’effetto vela.