Archivi categoria: Storia & Ricerche

In questa rubrica (anima del sito), sono pubblicate brevi storie e le ricerche  
effettuate dal Libero Ricercatore nella città di Castellammare di Stabia.

Gonfalone di Castellammare di Stabia, foto Corrado Di Martino

Ottavio Farnese Signore di Castellammare

Ottavio Farnese Signore di Castellammare 

di Giuseppe Zingone 

Giulio Campi, ritratto di Ottavio Farnese

Giulio Campi, ritratto di Ottavio Farnese, Piacenza Museo Civico

Ottavio Farnese, nacque da Girolama (di Ludovico Orsini) e Pier Luigi Farnese, il 9 Ottobre 1524. Grazie ad un accordo tra il papa Paolo III, e l’imperatore Carlo V, la figlia di quest’ultimo Margherita d’Austria,1fu promessa in sposa ad Ottavio, in un’epoca caratterizzata da guerre politiche e di religione che infiammavano l’Europa intera, Margherita divenne una pedina fondamentale nel gioco delle alleanze. La cerimonia si svolse nella Cappella Sistina il 4 novembre 1538.2

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  1.  Ben due papi, Clemente VII e Paolo III, legarono Margherita D’Austria al papato ed alle loro famiglie. Andò in sposa ad Alessandro de’ Medici, Il loro matrimonio, celebrato a Firenze nel 1536, durò pochissimo rimase infatti vedova nel 1537 quando il marito Alessandro fu assassinato dal cugino Lorenzino de’ Medici. Fu così che Margherita, entrò negli interessi di Paolo III, dovendo, tuttavia, cedere per ragioni di Stato, la nobildonna si presentò a Roma vestita di nero palesando a tutti che non gradiva tale imposizione.
  2. Palazzo Madama, sede oggi del Senato porta tale nome proprio perché abitato per molto tempo da Madama Margherita D’Austria, un tempo proprietà dei Medici di Firenze fu da papa Paolo III fatto ricadere nell’asse ereditario di Margherita alla vigilia del matrimonio con suo nipote Ottavio, come Palazzo Madama anche il nome di Castel Madama presso Tivoli e la Villa Madama, sede di rappresentanza del presidente del Consiglio e del Ministero degli affari esteri della Repubblica Italiana prendono da lei il nome.
Fig. 3 Da una cartolina d’epoca. Si nota a dx in continuazione dell’attuale palazzo Cascone il portone con l’arco di piperno dello Stallone (coll. priv.)

Perche’ “Palazzo Cardone”?

Perche’ “Palazzo Cardone”?

articolo di Lino Di Capua Gelda Vollono

articolo del 12/02/2019


Alla fine del ‘700 il susseguirsi e l’intrecciarsi di diversi avvenimenti innescarono delle reazioni a catena, che in meno di un secolo trasformarono completamente la topografia, l’urbanistica e l’economia di Castellammare. In particolare la demolizione delle mura difensive, la concessione da parte dello Stato al Comune di alcuni suoli lungo il litorale, appartenuti in passato agli ordini religiosi, e l’accrescimento degli arenili, causato dal naturale accumularsi di materiale di sedimentazione trasportato nel corso dei secoli, ne determinarono la naturale espansione lungo la direttiva di nord-ovest per tutti gli anni a venire. Il processo di urbanizzazione, che ne conseguì, con la costruzione di interi nuovi quartieri da parte di privati sui suoli a loro alienati dal comune, non a caso, interessò particolarmente la zona a nord di Castellammare, iniziando proprio dall’odierna piazza Principe Umberto I. Infatti, nel 18281 la Giunta Comunale decise di alienare alcuni suoli con fabbriche al Largo del Quartuccio e la valutazione di dette superfici fu affidata all’Ingegnere del Comune D. Michele Jennaco. Tuttavia il Consiglio dell’Intendenza di Napoli, non avendo ritenuto tale stima completa e soddisfacente, la respinse e per elaborare una nuova pianta geometrica, con le relative valutazioni e stime dei luoghi da alienarsi, diede mandato all’architetto stabiese2 Policarpo Ponticelli, all’epoca ispettore generale della Direzione Generale di Ponti e Strade e delle acque e foreste e della caccia.3 mentre precedentemente era stato ingegnere comunale (cfr. A.S.C.C.S. Volume IV del decurionato).]
Il Ponticelli, andò ben oltre i suoi doveri di tecnico e, preoccupandosi di dimostrare, che la costruzione di altre fabbriche su tali suoli non avrebbe avuto alcun impatto ambientale negativo sulla piazza, nel suo lavoro disegnò il complesso della piazza, comprese le strade, che si dipartivano da esse e le fabbriche già costruite (fig. 1 e 2).

Fig. 1 Pianta elaborata dell’ing. Policarpo Ponticelli

Fig. 1 Pianta elaborata dell’ing. Policarpo Ponticelli

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  1.  Archivio storico comunale Catello Salvati da ora A.S.C.C.S. 1828 Busta 311
  2.  C. Parisi Cenno storico-descrittivo della città di Castellammare di Stabia. Firenze 1842
  3.  Carica che gli era stata conferita il 21 gennaio 180[3
Il Colonnello Antonino Calabretta

Ugo Cafiero e il Caso Calabretta

Ugo Cafiero e il Caso Calabretta

Storia di politica e malaffare nel Regio Cantiere di Castellammare di Stabia nel 1910

articolo del dott. Raffaele Scala

Egr. Maurizio buonasera, eccomi dunque con la mia nuova fatica di ricercatore storico incallito presentare ai miei quattro lettori una storia inedita di politica corrotta e corruttrice e di non meno truffaldini arsenalotti, con Governo e istituzioni che annaspano, nascondono, occultano, si vendicano, perchè lupo non mangia lupo. Una storia amara del 1910, e non solo, ambientata nel nostro bisecolare Regio Cantiere, onore e vanto di noi stabiesi, ma pozzo di San Patrizio per quanti lo hanno usato e abusato per i loro lerci scopi di arricchimento personale, per scopi affaristici e finanche elettorali, ieri come oggi.

Come sempre, con infinita simpatia i miei fraterni saluti. Raffaele Scala.


Cantiere

Premessa

Il Cantiere navale di Castellammare di Stabia, il più antico del Mediterraneo, sorto come è noto nel 1783, orgoglio e vanto della nostra marineria per l’impressionante serie di primati mondiali che si è aggiudicata nei suoi quasi duecentoquarant’anni di vita, è stato teatro, purtroppo, anche di  non poche spiacevoli vicende di scandali, corruzioni e ruberie di varia natura, coinvolgendo politici, istituzioni e dipendenti truffaldini. Truffe, naturalmente che non erano monopolio del solo cantiere stabiese, ma riguardavano anche gli altri siti nazionali, anzi l’intera Regia Marina come dimostrarono diverse, clamorose  inchieste nazionali, ma a noi interessa solo quando accadde a Castellammare di Stabia. Potremmo ricordare lo scandalo scoperto nel 1899, quando vennero a galla almeno tre anni di camorra e ruberie scoperte  dall’ispettore del Genio Civile, poi nominato senatore nel gennaio 1910, Edoardo Masdea (1849 – 1910), inviato a Castellammare per indagare sulle varie denunzie pervenute al ministero della marina. L’indagine si chiuse con il trasferimento di alcuni capi operai senza toccare il livello politico, avendo coinvolto lo stesso deputato locale, l’Ammiraglio napoletano, Giuseppe Palumbo (1840 – 1913), uno dei tanti in cerca di voti facili utilizzando il bacino elettorale, facilmente ricattabile, dei duemila operai del Regio Cantiere, continuamente sottoposti ad angherie e sorprusi di ogni genere, dalle sospensioni ai trasferimenti in altri Cantieri, come capitò, per esempio agli operai socialisti, Guida e D’Auria, trasferiti il primo alla Maddalena e il secondo a Taranto, colpevoli di essere tra gli organizzatori della sezione Arsenalotti.[1] Continua a leggere

Grossgasteiger Jean a Castellammare

Grossgasteiger Jean

di Giuseppe Zingone

Grossgasteiger Jean, Scrajo grande e torre difensiva

Nato a Napoli, l’otto Giugno del 1821,1da Leone Grossgasteiger, tirolese, orologiaio e da Maria Anna Dittli, vivevano in strada Magnocavallo 15, oggi via Girardi, ai Quartieri Spagnoli. L’anno di morte che avvenne a Madrid non ci è noto, ma un suo dipinto della Torre dello Scrajo grande, datato 1895, lascia presupporre che sia morto nella capitale spagnola tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del millenovecento.

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  1. Su ricerca di Carlo Vingiani: Archivio di Stato di Napoli, Stato civile della restaurazione, quartieri di Napoli, Montecalvario, Nati 23 04 1821 al 08 09 1821 Immagine 216.
La "Madonna delle Grazie" del Botticelli (Archivio Ziino)

Una Madonna del Botticelli

Una stupenda Madonna del Botticelli in un casolare dell’Agro Stabiese

a cura di Antonio Ziino

La "Madonna delle Grazie" del Botticelli (Archivio Ziino)

La Madonna del Botticelli (Archivio Ziino)

L’importante quadro, riprodotto in foto, raffigurante la “Madonna delle Grazie”, è stato eseguito 540 anni or sono, da Sandro Botticelli e si trova ben custodito in un fabbricato alla periferia di Castellammare di Stabia. La “Madonna delle Grazie” attribuita dagli esperti, appunto, al Botticelli è custodito in una masseria che si trova lungo l’antica via Nocera, alla periferia della città. Il quadro apparteneva ad una cappella gentilizia già proprietà Bisaccia. Col passare del tempo il tutto è diventato di proprietà della famiglia Somma. Si tratta di una tavola di circa 58×80 centimetri compresa la bordatura, corrosa dal tempo, su cui è dipinta la Madonna, assisa su un grande trono, con sulle ginocchia l’augusto Figliolo. I colori, ovviamente, non sono più così vividi: la Vergine, con i capelli biondi coperti da un velo, indossa una veste a pieghe, color cinabro. Il Bambino è avvolto in un leggero panno viola. L’opera è collocabile verso il 1470. Continua a leggere