Archivi categoria: Storia & Ricerche

In questa rubrica (anima del sito), sono pubblicate brevi storie e le ricerche  
effettuate dal Libero Ricercatore nella città di Castellammare di Stabia.

Thomas Uwins a Castellammare

Thomas Uwins a Castellammare

di Giuseppe Zingone

Thomas Uwins, disegno a matita di John Partridge, Napoli 1825, 238mm x 184mm, National Portrait Gallery, London

Thomas Uwins, disegno a matita di John Partridge, Napoli 1825, 238mm x 184mm, National Portrait Gallery, London

Thomas Uwins fu certamente a Castellammare, come avevamo accennato nell’articolo: Ragazza stabiese con cesto di frutta, e  in questo articolo come promesso vogliamo inserire ancora alcuni dettagli della sua permanenza presso la nostra Città e le relazioni con la famiglia Acton.

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La Castellammare di fine 1800 in 3D

articolo del Dott. Carlo Felice Vingiani 

L’invenzione della fotografia è databile al 1839, anno in cui il francese Louis Mandé Daguerre e l’inglese William Henry Fox Talbot ufficializzarono la loro rivoluzionaria scoperta e le procedure che avevano rispettivamente impiegato per arrivare ad imprimere un’immagine su carta.

Appena un paio d’anni dopo, nel 1841, un altro inglese, Sir Charles Wheatstone, trovò il modo per utilizzare la nuova invenzione al fine di creare immagini che oggi definiremmo “in 3D”.

Il principio, in realtà piuttosto semplice, era basato sulla nostra capacità -definita visione stereoscopica– di vedere le cose in rilievo, grazie all’impiego combinato dei due occhi. Essi guardano l’oggetto da direzioni differenti l’uno rispetto all’altro, e le due immagini, lievemente diverse fra loro, vengono elaborate dal cervello per ricavare la percezione della profondità.

Lo strumento grazie al quale si poteva ottenere questa visione fu chiamato Visore Stereoscopico, Stereovisore, o Stereoscopio. Rispetto a quello originale, nel corso degli anni furono sviluppati modelli più complessi e funzionali, grazie ad Oliver Wendell Holmes e a David Brewster.
L’apparecchio era costituito da un visore provvisto di due lenti, da un distanziatore alla cui estremità veniva posta una coppia di immagini gemelle e da un separatore che impediva che gli occhi incrociassero i rispettivi coni visivi.

Anche la procedura attraverso cui venivano scattate due fotografie da angolazioni lievemente diverse, tali da trarre in inganno l’occhio umano, richiese una prolungata fase sperimentale.  Alla fine il metodo che risultò più pratico fu quello che impiegava fotocamere doppie, con due obiettivi ed altrettanti otturatori, che scattavano simultaneamente grazie ad un unico pulsante attivatore.

I soggetti in formato stereoscopico che, sul finire dell’800 e l’inizio del ‘900, erano maggiormente richiesti dall’alta borghesia riprendevano panorami, monumenti, immagini naturalistiche o erotiche e così, anche Castellammare, meta privilegiata del Grand Tour, stazione termale, balneare e polo culturale di spicco, richiamava i fotografi dell’epoca, alcuni dei quali riprodussero anche scorci in stereoscopia.

Galleria immagini stereoscopiche: Continua a leggere

Foto scatta a Piana Romana dalla Signora Ermelinda Donatantonio

Apparizioni

Avevamo perso questo articolo nei vari passaggi e negli ammodernamenti strutturali del portale liberoricercatore.it. Ma per fortuna, dopo lunghe ricerche nei nostri archivi, come da titolo, è riapparso. Era il 2004 quando la stabiese Ermelinda Donatantonio ci presentò il seguente scatto fotografico, che destò subito il nostro interesse tanto che per me e mio cugino Maurizio Cuomo, divenne una causa da perorare e furono tante le persone interessate a questa foto. Nel ripresentare l’articolo vorrei aggiungere in un secondo momento dei ricordi su persone che hanno conosciuto San Pio e scriverne di nuove ricordando la figura di un suo confratello Fra Modestino da Pietrelcina, che tra l’altro era divenuto anche cittadino onorario della Città di Castellammare di Stabia.

Buona lettura, Giuseppe Zingone

Piana Romana: la stanza di Padre Pio (foto scattata dalla stabiese Ermelinda Donatantonio nel 2004)

Piana Romana: la stanza di San Pio (foto scattata dalla stabiese Ermelinda Donatantonio nel 2004)

San Pio da Pietrelcina

“Apparizioni”, articolo di Maurizio Cuomo  (30 ottobre 2004)

Dare una spiegazione ad un segno soprannaturale o ad una apparizione è sicuramente compito difficile, per cui in alcuni casi, anziché, avanzare una propria teoria, è opportuno dare spazio alle interpretazioni di chi ascolta o chi, come in questo caso prende visione dell’evento.

In questa circostanza, portiamo alla vostra attenzione, una immagine della stanza dove Padre Pio era solito ritirarsi per dormire quando risiedeva al paese di Piana Romana (al centro della quale si intravede una sagoma sfumata rivolta verso destra, quasi un’ombra dal capo chino nella classica postura del noto Frate, che sembra voler uscire dalla stanza). Continua a leggere

16 Settembre 1924: La visita di Mussolini a Castellammare

a cura del dott. Carlo Felice Vingiani

Benito Mussolini fu Presidente del Consiglio del Regno d’Italia ininterrottamente dal 31 Ottobre 1922 al 25 Luglio 1943 ma, nei quasi 21 anni in cui ricoprì tale carica, solo una volta fece visita alla città di Castellammare di Stabia.
L’occasione fu data da un giro propagandistico che lo condusse a toccare diverse località della provincia di Napoli, nel Settembre del 1924.

Quella giornata ci viene descritta da due testimoni oculari: un anonimo giornalista, autore di un articolo pubblicato il 21 Settembre 1924 sul quotidiano “La Voce Repubblicana“, l’organo ufficiale di stampa del Partito Repubblicano, la cui pubblicazione sarebbe stata bruscamente interrotta dal fascismo nel 1926; e Pietro Girace, un “fascista della prima ora” come si amava dire all’epoca, che dedica all’evento un capitolo del suo libro “Diario di uno squadrista“, edito nel 1940 dall’Editrice Rispoli Anonima, di Napoli.

Articolo pubblicato su “La Voce Repubblicana” del 21/09/1924

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Affresco Madonna del Carmine del soppresso monastero della Pace - foto M. Cuomo

La Madonna del Carmine

a cura di Corrado di Martino – 16 luglio 2019

Sulle origini

Il Monte del Carmelo, già nove secoli prima della venuta di Cristo era luogo di fede, secondo l’Antico Testamento, il profeta Elia si stabilì su un colle, fra quelli che compongono il Monte, detto Cheren El, che in ebraico significa orto di Dio, giardino di Dio. Nel 1154 Bartolomeo Avogadro1, per dare seguito ad un voto, si recò sul Monte Carmelo, presso la fonte di Elia e vi costruì una cappella dedicata alla Beata Vergine del Monte Carmelo e, assieme ad altri dieci compagni, condusse vita contemplativa da eremita in celle costruite attorno alla cappella. Essi si chiamarono i “Fratelli di Santa Maria del Monte Carmelo”. Aimerio di Limoges, Patriarca di Antiochia dal 1140, nominò Bartolomeo di Avogadro Primo Priore generale del Carmelitani. In seguito, nel 1235, i Saraceni indussero i Carmelitani ad allontanarsi. Essi approdarono sulle coste del Sud Italia (ma anche in altri luoghi del Mediterraneo), fondando il primo convento carmelitano a Messina; convento e città che hanno lasciato nel 2015. Guglielmo Sanvico, storico dei carmelitani, così scrive: …I Carmelitani che primi vennero dalla Palestina a fondare conventi in Occidente furono siciliani e provenzali: quelli edificarono un convento nei sobborghi di Messina, questi fondarono un altro nei pressi di Marsiglia; l’emigrazione degli uni e degli altri avvenne nel 1238...

Bartolomeo di Avogadro

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  1. nato a Solignac, Francia del Sud nel XII secolo, da nobile famiglia; studiò all’Università di Parigi dove si laureò in teologia.