Archivi categoria: Storia & Ricerche

In questa rubrica (anima del sito), sono pubblicate brevi storie e le ricerche  
effettuate dal Libero Ricercatore nella città di Castellammare di Stabia.

Ducros Abraham Louis Rodolphe, Il Vesuvio da Castellammare, 77 x 117 cm

Quisisana e la Casina di campagna del Re

Quisisana e la Casina di campagna del Re

a cura di Giuseppe Zingone

Ignoto, Palazzo Reale di Quisisana, tratto da Domus de Loco Sano

Ignoto, Palazzo Reale di Quisisana, tratto da Domus de Loco Sano

Qualche mese fa (fine estate 2017) in una delle giornaliere comunicazioni della Redazione di Liberoricercatore, il direttore Maurizio Cuomo, mi chiese di elaborare uno scritto sulla Reggia di Quisisana che a dire il vero, io, non accolsi favorevolmente, una cosa superflua ed inutile mi sembrò al momento, per diverse ragioni, delle quali alcune inserirò qui, mi riproposi di riporre subito l’idea nel cassetto dei lavori da produrre. Ma molto, molto in fondo….

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Paleolitico a Castellammare

Un raschiatoio in selce, risalente al paleolitico, ritrovato nel 2004 al Vallone Scurorillo di Castellammare aiuta a riscoprire il passato antico della città

Lo studio dell’occupazione di un territorio da parte dell’uomo può essere affrontato da diverse prospettive spazio-temporali. È noto che la storia inizia quando l’uomo lascia testimonianze scritte della sua cultura. Il lavoro dello storico consiste nel rintracciare questi documenti ed utilizzare le informazioni contenute in essi per ricostruire una probabile successione di avvenimenti. Il lasso di tempo durante il quale l’uomo non ha lasciato testimonianze scritte viene indicato come preistoria.

Manufatto litico (foto Ferdinando Fontanella)

Manufatto litico (foto Ferdinando Fontanella)

L’indagine preistorica è competenza dell’antropologo che alla stregua dello storico si prefigge l’obiettivo di ricostruire una probabile successione di avvenimenti, ma deve fare affidamento su un diverso tipo di fonti, testimonianze dirette, non scritte, dell’attività culturale. Una delle poche testimonianze della presenza dell’uomo sulla terra, per un lungo periodo di tempo, è il ritrovamento di una moltitudine di manufatti litici, ossia, utensili in pietra fabbricati intenzionalmente da uomini figli di una cultura paleolitica. È storicamente accertato che fin dall’antichità (epoca romana e preromana) l’uomo occupa il territorio dove oggi sorge la città di Castellammare di Stabia. Poco o nulla si sa della presenza di eventuali popolazioni umane paleolitiche. L’unico reperto che le testimonia è un manufatto litico da me ritrovato al Vallone Scurorillo. Nel maggio 2004, durante un’escursione naturalistica al Vallone, rinvenivo ai piedi di un dirupo in un cumulo di ghiaia calcarea una selce, roccia silicea insolita in penisola sorrentina, che per la particolare forma mi ha subito fatto pensare che potesse essere un manufatto litico.

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Villa Acton, proprietà Gaetano Fontana

Villa Acton

Villa Acton

di Giuseppe Zingone

Ducros Abraham Louis Rodolphe, Veduta di Villa Acton a Castellammare, 1794, Londra, collezione privata

Così scrive il professor Giuseppe D’Angelo di Villa Acton: “Questa è la villa più antica, in ordine di tempo e fu edificata in una proprietà dei marchesi Pellicano nella zona di via Sanità, dal generale John Acton, ministro di Ferdinando IV, su progetto dell’architetto stabiese Catello Troiano, nell’anno 1789“. Nota come Villa Acton “perchè nel 1789 don Pietro Pellicano aveva concesso in enfiteusi la propria villa con il parco al generale John Acton, ministro di Ferdinando IV di Borbone, che la ampliò”.1

Ma dove si trovava la Villa Acton o Pellicano? Sono molti a conoscerne l’esistenza ma pochi a comprenderne l’attuale posizione perché ridotta oggi in appartamenti. Padre Ermenegildo Pini, nel suo viaggio per l’Italia meridionale scrive: “Dirimpetto all’ingresso della casa di Campagna di S. E. il Sig. Cav. Acton situata poco sotto la Villa Reale di Castell’a mare osservai una cosa, che mi parve singolare“.2

Villa Acton, proprietà Gaetano Fontana

Villa Acton, stampa collezione Gaetano Fontana

Quante volte ci siamo chiesti come potevano essere in origine e nel loro splendore queste Ville  nobiliari sorte intorno a Quisisana. Ebbene la completa descrizione dell’Abate D. Francesco Sacco, viene qui riportata per intero, per soddisfare la nostra vorace curiosità.

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  1. Per altre interessanti notizie su Villa Acton si rimanda al libro di Giuseppe D’Angelo, La Castellammare Borbonica 1734-1860, Lulu.com, 2014 pag. 33-35.
  2. Padre Ermenegildo Pini, Viaggio Geologico per diverse parti meridionali dell’Italia, Seconda Edizione, Milano 1802, pag. 90.

Storia di un sindacalista stabiese

Premessa

“In questi anni ho raccontato tante storie di tanti personaggi della nostra Castellammare, tanti volti, sconosciuti ai più, tanti fatti, pur importanti, ignorati dalla nostra comunità. Ormai siamo un popolo senza memoria, ma grazie a gente tenace come quelli di Libero Ricercatore, come tante formiche che accumulano scorte per fare fronte al lungo inverno, così riusciremo a lasciare tracce della storia della nostra Città e ai pochi o i tanti che leggono lasceremo il testimone della Castellammare che fu e che ci auguriamo continuerà ad essere. 

Ora mi permetto di lasciare una storia anomala, di fare un piccolo peccato di vanità, raccontando una storia diversa, quella di un personaggio di cui non faccio mai il nome ma del quale non ci vuole molto a capire chi sia in realtà. A suo modo ha percorso una strada importante, altra gliene resta, spero ancora per molto. In fondo a quelli che non credono in un’altra vita, l’unica speranza di immortalità consiste nel ricordo che riesce a lasciare di sé agli altri. Piccole vanità di piccoli comuni, umani mortali”.


Storia di un sindacalista stabiese

di Raffaele Scala

Venne al mondo un sabato, alle quattro del mattino, a Scanzano, nella casa al primo piano di via Santa Caterina, 17. Era l’anno in cui in Italia iniziarono le prime, timide trasmissioni televisive, la scatola magica destinata a trasformarsi nel nuovo focolare che avrebbe inchiodato sulla poltrona le famiglie di ogni ceto e classe sociale e portato alla chiusura di tante sale cinematografiche. Nacque in quel borgo di origine romana, sul colle del Solaro, allora ancora non offeso dal cemento delle Nuove Terme Stabiane, dall’albergo e dagli altri manufatti, ma fertile terreno coltivato dai contadini che si erano liberati degli antichi latifondisti negli anni successivi al primo conflitto mondiale.

Panorama dal colle del Solaro

Panorama dal colle del Solaro

Era il terzo di otto figli, il padre operaio in una fabbrica di legnami, la Rosa Rosa Legnami, e la madre casalinga. Frequentò le scuole elementari al Cicerone, nell’istituto appena inaugurato, le medie alla, Francesco Di Capua, la ragioneria alla Luigi Sturzo e l’Università alla Federico II, dove si laureò in Sociologia.
Racconta una leggenda familiare che tra gli otto figli era il più fortunato, o almeno era questa l’aurea di cui era circondato. Non si è mai saputo il motivo. Secondo la madre questo derivava dal fatto che appena nato era stato preso tra le braccia della bisnonna Nunzia, vedova da 36 anni. E lei ora, in quel fatidico anno della nascita del terzo pronipote, di anni già ne contava 77. Gliene restavano da vivere ancora tredici. Continua a leggere

Gaeta, il diabolico Achille

di Raffaele Scala

Tra i tanti protagonisti, veri o presunti, del socialismo stabiese, Achille Gaeta è sicuramente quello che ha mostrato maggiore ambiguità: uomo di sicura intelligenza, amante della bella vita, incallito dongiovanni, goliardico, cinico, provocatore nato, abile opportunista, amico dei potenti. Fu antifascista fin dalla prima ora, ma non per questo disdegnò l’amicizia dei gerarchi locali e nazionali, che seppe ben utilizzare. Si racconta che fosse un uomo senza scrupoli, maligno e vendicativo, per alcuni addirittura un uomo diabolico, così come lo definì uno dei suoi migliori amici, il famoso giornalista, scrittore e critico d’arte, Piero Girace (1904 – 1970), a sua volta un fascista della prima ora. La sua vita fu un avventura infinita, degna di essere raccontata in film e romanzi, un avventuriero cui non mancava un certo fascino. Insomma, oggi lo definiremmo, forse, una simpatica canaglia.

Achille Gaeta (tessera del Partito Nazionale Fascista - anno 1923)

Achille Gaeta (tessera del Partito Nazionale Fascista – anno 1923)

Il nostro Achille nacque a Castellammare di Stabia il 22 gennaio 1892, figlio dell’albergatore Francesco Paolo (1851 -1925), celibe impenitente, e da madre ignota, ma secondo un primo rapporto dei carabinieri, poi negato, la madre era Luisa Folari, una donna che, a suo tempo, fece molto parlare di sé. Uno dei fratelli del padre era il celebre pittore Errico Gaeta (1840 – 1887), a sua volta grande seduttore e per questa sua passione morto ammazzato da un contadino geloso. Aveva anche una sorella di nome Maria Grazia, andata via di casa in giovane età per andare ad abitare a Napoli e un fratello, Giorgio (1886 – 1950). Il nonno, meglio conosciuto come Monsù Ciccio (1803 – 1885), possedeva e gestiva, fin dalla prima metà dell’Ottocento un, Albergo e Trattoria dell’Antica Stabia, poi ereditato dal padre e dai suoi tre fratelli, Catello, Luigi e Gaetano. L’albergo aveva dieci stanze situate in un unico grande appartamento al 1° piano di Palazzo Cioffi, sulla strada Marina, oggi via Bonito. Continua a leggere