Archivi categoria: Storia & Ricerche

In questa rubrica (anima del sito), sono pubblicate brevi storie e le ricerche  
effettuate dal Libero Ricercatore nella città di Castellammare di Stabia.

San Catello, Sant'Antonino e San Michele, tratta da: Giuseppe D'Angelo, Sul filo della memoria, Longobardi editore, 2008.

I tre Santi

I Tre Santi

di Giuseppe Zingone

San Catello, Sant'Antonino e San Michele, tratta da: Giuseppe D'Angelo, Sul filo della memoria, Longobardi editore, 2008.

San Catello, Sant’Antonino e San Michele, tratta da: Giuseppe D’Angelo, Sul filo della memoria, Longobardi editore, 2008.

Giovan Antonio Summonte è una fonte inesauribile di notizie. Notizie che grazie alla digitalizzazione dei testi antichi è per noi più semplice reperire. Anche il nostro San Catello rientra nelle sue scritture. Il motivo per cui ho dato a questo breve scritto il titolo i Tre Santi è perché sostanzialmente, la vita di San Catello, di Sant’Antonino Abate e di San Michele s’intrecciano in maniera indissolubile e se per ragioni teologiche volessimo lasciar fuori San Michele in quanto Arcangelo di Dio e quindi fuori dal tempo umano, così non è per i nostri due compatroni dell’Arcidiocesi Sorrento-Castellammare di Stabia. La Vita di Sant’Antonino e quella di San Catello sono così in simbiosi fra loro che negare l’uno porterebbe inevitabilmente a rivedere gli elementi storiografici dell’altro. Continua a leggere

I nostalgici del Regno delle due Sicilie

articolo del dott. Raffaele Scala

Caro Maurizio, ti invio una nuova ricerca sulla nostra Castellammare, pochi spunti ma importanti per ricostruire un periodo e una storia poco nota della città stabiese e di alcuni suoi protagonisti. Come sempre, con amicizia. Raffaele Scala.

Castellamare nel 1860 (coll. Gaetano Fontana)

Castellamare nel 1860 (coll. Gaetano Fontana)

Tra il 18 novembre 1864 e il 31 gennaio 1865 la Sottoprefettura del circondario di Castellammare di Stabia aveva provveduto a schedare una serie di cittadini accompagnati dalla fama d’essere reazionari filo borbonici o, addirittura, sovversivi dell’ordine costituito da poco instaurato.[1] In quei mesi gli arresti di legittimisti borbonici e di oppositori clericali si susseguivano senza soluzione di continuità in tutto il Mezzogiorno, ma nel circondario di Castellammare i personaggi messi sotto inchiesta (14 stabiesi, uno di Torre Annunziata, tale Mauro Imparato d’anni 38, soprintendente agli scavi archeologici, registrato come reazionario [2] e uno di Casola, Catello Mosca, un notaio 40enne schedato come oppositore costituzionale), avevano poco o nulla da spartire con le trame di Francesco II e della sua inconsolabile consorte, incapaci di accettare la fine del loro regno e per questo motivo registi non tanto occulti dei vari tentativi di sobillazione fatti anche attraverso il brigantaggio. Continua a leggere

1869. La breve vita della I Internazionale a Castellammare di Stabia

di Raffaele Scala

L’antefatto: i licenziamenti nel Regio Cantiere Navale

Il decennio successivo all’unificazione del Paese non fu uno dei più tranquilli per la classe operaia stabiese, sconvolto da licenziamenti a catena che falcidiarono l’occupazione nel Regio Cantiere

(…) a seguito dell’abolizione pressoché immediata delle vecchie tariffe protezionistiche, dall’ottobre 1960, esponendo di colpo buona parte delle industrie dell’ex Regno alla concorrenza esterna mettendola in grave difficoltà e costringendo, talora, le più deboli alla chiusura.

com’ebbe a scrivere Piero Bevilacqua nella sua Breve storia dell’Italia meridionale. E, infatti, a Castellammare, negli anni successivi all’unificazione, gran parte degli opifici legati al capitale straniero, come l’industria tessile e conciaria – diventata famosa in tutta Italia e in alcuni casi esportata perfino all’estero grazie ad alcuni abili imprenditori – chiusero una dopo l’altro, non trovando più la convenienza ad investire nell’area stabiese e nel Mezzogiorno in generale[1].

La crisi economica, con il vertiginoso aumento del costo della vita e il dilagare della disoccupazione, si fece sentire in tutta la sua gravità fin dai primi mesi del nuovo regime, oscurando ben presto la gioia di quanti avevano salutato il nuovo ordine politico invadendo festosamente le strade per accogliere degnamente le camicie rosse di Garibaldi. Dappertutto salutati come autentici liberatori – i vincitori d’ogni tempo, luogo e colore, sono sempre salutati come liberatori – salvo pentirsene amaramente, il popolo minuto innanzi tutto, quando si resero conto che il cambiamento tanto auspicato tardava a farsi vedere. Continua a leggere

Castellammare nel golfo di Napoli, Jacob Alt (1837) galleria Liberoricercatore

Castellammare nell’Ottocento

Castellammare nell’Ottocento

di Giuseppe Zingone

Castellammare, Gouche, 1870

Furono i Borbone come abbiamo scritto a rendere Castellammare una città moderna e industrializzata, (La strada di ferro per Castellammare, Castellammare nella guida Bradshaw) ed insieme a nobili visitatori giunsero per mare prima e con la ferrovia dopo molti stranieri, chi con capitali da investire, chi con guide da viaggio, altri con un semplice taccuino da appuntare che fortuna assistendo, avrebbe visto la stampa, una volta rientrati in patria.

Viaggiare da Napoli a Castellammare era alquanto scomodo via mare e la forza motrice delle braccia andava pur ripagata. Ma cosa sappiamo?

Imbarcazioni: “Una barca con 4 remi costa al giorno 3 piastre; con 2 remi, da Napoli a Portici, 1 duc.; un seggiolino in barca che vela quotidianamente per Sorrento, Castellammare, Capri, Torre del Greco o Ischia costa 20 grani“.1.

Castellammare nel golfo di Napoli, Jacob Alt (1837) galleria Liberoricercatore

Jacob Alt, Castellammare nel golfo di Napoli, Galleria Liberoricercatore

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  1.  Boats: A boat with 4 oars costs per day 3 piastres; with 2 oars, from Naples to Portici, 1 duc.; a seat in the market boats which sail daily for Sorrento, Castellammare, Capri, Torre del Greco, or Ischia, costs 20 grani” “. In Jhon Murray, A Handbook for Travellers in Southern Italy, terza edizione London 1858, Paragrafo 27.

Leopoldo Siano, storia di un fascista stabiese

Leopoldo Siano, storia di un fascista stabiese

                                                                                                                di Raffaele Scala

La prima parte del lavoro che segue è tratto da un documento finora inedito ed è la lettura di un interrogatorio subito da Leopoldo Siano dopo il suo arresto, avvenuto alle sette del mattino del 26 aprile 1945 presso l’abitazione paterna al Corso Vittorio Emanuele, 65. L’arresto fu effettuato dal maresciallo maggiore Giuseppe Nusco e rinchiuso lo stesso giorno nel carcere di Poggioreale. [1]

Naturalmente durante l’interrogatorio Siano negò ogni suo coinvolgimento nel movimento neofascista, sorto a Castellammare nei mesi successivi alla caduta del duce, Benito Mussolini e dell’intero regime fascista. Come lui stessi confesserà anni dopo, agli inquirenti raccontò, un sacco di fesserie,[2]  ma non servì a nulla perché le menzogne non lo salvarono, su disposizione delle autorità militari alleate, da una condanna a sei mesi da scontare nel famigerato campo di concentramento di Terni, cosiddetto, campo R, gestito dalle truppe d’occupazione militari inglesi. Non tutti furono d’accordo sulla pena di sei mesi, ritenuta mite, per alcuni l’internamento deve durare fino a che la situazione politica interna lo consiglierà.[3] Qualche mese dopo sarà trasferito nel campo di concentramento di Padula, in provincia di Salerno, dove sconterà il resto della pena.

L’accusa nei confronti di Siano non era leggera, secondo le dichiarazione di altri arrestati, faceva parte di un quadrunvirato che gestì il reazionario movimento stabiese, atto a sovvertire le nascenti istituzioni democratiche.

Ma al momento leggiamo la sua versione dei fatti. Poi racconteremo il resto della storia, parte della quale lui stesso ammetterà successivamente, negli anni a venire, senza mai negare la sua fede fascista.

Leopoldo Siano

Leopoldo Siano (cartolina pubblicitaria – archivio liberoricercatore.it)

1.    Le false verità di Siano

Questionario per il SI, Servizio Informazioni, sull’interrogatorio di Siano Leopoldo

Primogenito di cinque figli, Leopoldo Siano nasce a Castellammare di Stabia il 16 aprile 1920 da Leopoldo, negoziante di carboni al Corso Vittorio Emanuele 65, nello stesso stabile dove si trova pure l’abitazione, e da Maria Di Navi, casalinga. Un fratello minore di un anno, Silvio (1921 – 1990), diventerà un giorno il famoso regista di tanti film girati nella nostra città, tra cui il più famoso fu, Soli per le strade, che partecipò fuori concorso al Festival di Cannes nel 1954. ricevendo anche un riconoscimento, e fu utilizzato negli USA dalla Fondazione americana, Foster Parents per promuovere le attività di protezione dell’infanzia abbandonata.[4] Continua a leggere