Archivi categoria: Storia & Ricerche

In questa rubrica (anima del sito), sono pubblicate brevi storie e le ricerche  
effettuate dal Libero Ricercatore nella città di Castellammare di Stabia.

Sinan pashà

Sinan Pascià e le sette C

Sinan Pascià e le sette C

di Giuseppe Zingone

Sinan pashà

Sinan pashà

Sinanüddin Yusuf Pasha, (? di origine Croata – Costantinopoli, 21 dicembre 1553) è stato un feroce corsaro e ammiraglio della flotta Ottomana.

Quale ruolo ha avuto nella storia della nostra Città Sinam Giudeo? Perché parlare di lui? Ascoltate (Ops.. Leggete!) bene, perché anche se accidentalmente a lui, proprio a questo feroce corsaro, dobbiamo la nostra cattiva nomea in quei di Napoli. Vi ricorderete del nostro breve racconto “Né ammice né compare“? Si, non vi sbagliate proprio quello costruito su una frase del Pentamerone, di Giovan Battista Basile proferita da Giangrazio: “A Castiello a Mare né ammice né compare”.1 Il nostro naturalista d’eccezione Nando Fontanella si accorse immediatamente che c’era qualcosa di losco dietro, ebbene, non si sbagliava, tutto trae origine da questo pirata, Sinam Giudeo, e le sette C.. Se mal comune è mezzo gaudio, allora consoliamoci non siamo soli.2

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  1.  Giovan Battista Basile, Lo cunto de li cunte, Garzanti, Milano, 1995, da pag. 367 a 379.
  2. Articoli correlati: La Madonna della Misericordia, L’arte calpestata, le riggiole a Castellammare, Dragut il Corsaro.

Castellammare nel 1858

a cura di Gennaro Cesarano

Castellammare in quegli anni (particolare tratto da una stampa del coll. Gaetano Fontana)

Castellammare in quegli anni (particolare tratto da una stampa del coll. Gaetano Fontana)

Nel “Dizionario geografico-storico-statistico de’ comuni del regno delle due Sicilie di Moltedo Achille”, Castellammare nel 1858, viene così descritta: Città marittima e vescovile della provincia di Napoli, capoluogo di circondario e di distretto1 nella parte orientale del golfo di Napoli, fabbricata sull’antica Stabia in amena situazione sulle radici di una montagna, guardando il golfo all’ovest e al nord la costiera di Torre del greco, e del Vesuvio distante 15 miglia. Ravvisansi tuttora avanzi della distrutta Stabia presso Varano, ed un castello de’ tempi di Carlo I. Vi si rinvennero preziosi monumenti di antichità in marmi e bronzi, come statue, medaglie, sigilli, camei, iscrizioni ecc. Continua a leggere

  1. I distretti o sottointendenze erano 4 per la provincia o intendenza di Napoli: Napoli, Castellammare, Casoria, Pozzuoli. Quello di Castellammare comprendeva i comuni di: Agerola, Anacapri, Bosco reale, Bosco tre case, Capri, Casola, Gragnano, Lettere, Massalubrense, Meta, Ottajano (Ottaviano), Piano, Pimonte, Poggio marino, Sorrento, Torre-Annunziata, Vico Equense.
La Venditrice di amorini

La zona archeologica

La zona archeologica
( a cura del prof. Giuseppe D’Angelo, testo tratto da: “Rivivi la Città” )

Per la sua conformazione orografica, la città di Castellammare è, per così dire, strutturata su due livelli. Una collina a forma semicircolare che la avvolge – da Pozzano, le Fratte, Quisisana, Monte Coppola, Scanzano, Varano – e una pianura, stretta all’inizio, sul lato sud, che man mano si amplia, procedendo verso nord, formata prevalentemente da una serie di piattaforme alluvionali. E’ da presumere che nell’antichità la pianura fosse molto più esigua di oggi, per cui i primi abitanti delle nostre terre edificarono le proprie abitazioni proprio sulla collina.

La Venditrice di amorini

La Venditrice di amorini (coll. Gaetano Fontana)

A conferma di ciò, va ricordato che gli scavi effettuati – sia sistematicamente, sia a caso – hanno riportato alla luce antichi reperti proprio a Pozzano (nel XVI secolo), le Fratte, Quisisana (secc. XVIII – XX), monte Coppola (sec. XX) e principalmente a Varano (secc. XVIII – XX), anche se ritrovamenti sporadici vengono segnalati sin dal secolo XVI. Continua a leggere

Castellamare (1847) (Vue prise à Castellamare)

Per il piacere di riscoprire il fascino trasmesso da uno scritto antico (edito nel 1847) e per meglio apprezzare la storia che ha visto protagonista la nostra terra, pubblichiamo la traduzione di un articolo tratto dal celebre giornale francese “Magasin Pittoresque“, nel quale viene magistralmente descritta l’allora “Castellamare”. Il materiale di ricerca è stato gentilmente concesso dal collezionista stabiese Gaetano Fontana, la traduzione del testo è stata operata dalla dott.ssa Marianna Nasti.

Maurizio Cuomo


Castellamare: veduta da Pozzano

Castellamare: veduta da Pozzano

Castellamare (1847)

A quattro miglia da Pompei, dirigendosi verso la spiaggia di Castellamare, ci si ritrova sulle rovine dell’antica Stabia. Dapprima abitata dagli Oschi, poi dagli Etruschi, in seguito dai Sanniti, questa città fu occupata sotto al Consolato di Pompeo e di Catone, dai Romani che avevano poco a poco sterminato le prime popolazioni stabilitesi in questo posto. Sotto Silla, all’avvicinarsi delle guerre civili, diventa un mucchio di rovine, da cui emerge un piccolo paese, ben presto ricoperto dalle ceneri fuoriuscite dal Vesuvio durante la grande eruzione dell’anno 79. Mentre nel secolo scorso si diede inizio agli scavi per ritrovare le città inghiottite, si lavorò rapidamente il suolo di Stabia; ma man mano che si dissotterrava una parte, si colmava l’altra con la terra. I principali reperti rinvenuti furono qualche papiro, depositati, insieme a quelli di Pompei, nelle stanze del museo Borbone, a Napoli. Inoltre furono ritrovati alcuni resti di scheletri e di mobili preziosi, c’è chi suppone che gli abitanti avevano portato via le ricchezze durante la fuga. Questo reperto di distruzione segna l’entrata in uno dei più bei paesi del mondo. Lungo queste coste divenute celebri dopo la rovina delle tre città,  si arriva alla Penisola sorrentina,  paese piacevole Continua a leggere

La Madonna dell'Annunziata, Festa dell'Assunzone 2018, foto Giuseppe Zingone

Le scarpe consumate della Madonna

Le scarpe consumate della Madonna

di Giuseppe Zingone

La Real casa dell’Annunziata, ha letteralmente raccolto nei secoli centinaia di migliaia di bambini, figli di quell’infanzia abbandonata, respinta, dimenticata, piccole creature considerate ‘e figlie r”a Maronna. In alcuni documenti notarili del cinquecento gli esposti (ex posti) da cui il cognome Esposito sono detti anche “figli di anima”, e nei documenti comunali spesso di padre e madre “Ignoto”.

La Madonna dell'Annunziata, Festa dell'Assunzone 2018, foto Giuseppe Zingone

La Madonna dell’Annunziata, Napoli, Festa dell’Assunzione 2018, foto Giuseppe Zingone

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