Archivi categoria: Storia & Ricerche

In questa rubrica (anima del sito), sono pubblicate brevi storie e le ricerche  
effettuate dal Libero Ricercatore nella città di Castellammare di Stabia.

Meralda (ode a Stabia)

a cura di Maurizio Cuomo

Per la gentile concessione della preziosa raccolta dattiloscritta dal titolo “Meralda” di Michele Salvati, tratta da stralci di articoli pubblicati separatamente1(da cui ci riserviamo di estrapolare esclusivamente l’introduzione descrittiva del contesto in cui si svolge il romanzo), ringraziamo l’amico Antonio Schettino, collezionista, conoscitore e cultore di cose stabiane.

Meralda (archivio liberoricercatore.it)

Meralda (archivio liberoricercatore.it)

Fra le amene città della Campania primeggia la bella Castellammare. La natura non le fu avara dei suoi doni, e a piene mani le profuse tante bellezze da renderla un lieto e delizioso soggiorno.

Infatti dove trovare più incantevole sito, mentre essa si adagia a piè d’un alto ed ubertoso monte che la guarda dai nocivi venti, col mare dell’ampio golfo di Napoli che si stende terso e scintillante, e lambendo le sue vie ne mitiga efficacemente le temperature estreme, e di fronte, poi, alto s’eleva l’ardito e superbo Vesuvio?

Ridenti pendii, amene colline, pomposamente adorne di aranceti, pieni di soavità e di profumi, sparse di sontuose casine, valli gioconde dove si contempla ogni terrena bellezza le fan corona. Continua a leggere

  1. Verosimilmente pubblicati a puntate sui giornali cittadini (“Don Chisciotte” e “Stabia”?) d’inizio ‘900.

La colonna di via Sarnelli

( a cura del dott. Tullio Pesola )

La colonna di via Sarnelli (foto Tullio Pesola)

La colonna di via Sarnelli (foto Tullio Pesola)

Portandoci da Piazza Municipio su via Sarnelli, quasi al termine di questa strada, sulla destra, notiamo incassata nel muro di pertinenza dell’episcopio (quella che è comunemente conosciuta come la “dimora del vescovo”) – ma ben evidenziata – una colonna o quel che resta di essa. Un profano, quale io sono, si pone diversi interrogativi, ma la domanda ricorrente è quella di conoscere la storia o quanto meno sapere a cosa sia servita un tempo quella struttura. Noi sappiamo che la colonna ha origine assai antica e probabilmente deriva dall’uso primitivo di porre un tronco d’albero a sostegno di architetture lignee. In epoca storica la troviamo impiegata in serie ritmiche in funzione strutturale nell’architettura sacra e profana. Nei diversi periodi, poi, essa si differenzia e assume particolari caratteri e denominazioni in base all’ornamentazione e alla forma dei suoi tre elementi costitutivi: la base, il fusto e il capitello.
Ma… quale è stata la funzione della colonna di Via Sarnelli?…….. Continua a leggere

Chiesa del Cuore di Maria (ingresso)

Chiesa del Cuore di Maria

( a cura del dott. Tullio Pesola )

In Via B. Brin n° 48 (di fronte all’imbottigliamento dell’acqua Acetosella) è ubicata una graziosa chiesetta dedicata al “SACRO CUORE DI MARIA IMMACOLATA”.

Chiesa del Cuore di Maria (ingresso)

Chiesa del Cuore di Maria (ingresso)

Non dispongo di notizie storiche, per cui mi astengo dall’invadere un settore che risulterebbe di pertinenza unicamente di persone competenti. Di sicuro, però, posso ribadire quanto è già di pubblica conoscenza, e cioè che questa chiesa fu voluta da un gruppo di fedeli quanto meno non più tardi del 1852, cioè otto anni prima del 1860, epoca in cui si costituì in Confraternita con l’approvazione del re Francesco II. Credo sia sufficiente a supporto di quanto appena affermato la testimonianza desunta dalla lapide marmorea Continua a leggere

Castellammare dal Faito

Castellammare di Stabia di Francesco Alvino

Castellammare di Stabia di Francesco Alvino

a cura di Giuseppe Zingone

Castellammare dal Faito

Castellammare dal Faito (foto Giuseppe Zingone)

Prefazione

Dell’architetto Francesco Alvino, quando ero ragazzo conoscevo solo il nome della strada che dal Corso Vittorio Emanuele, porta in via Roma, ma questo straordinario personaggio scrittore di molti saggi ben documentati, di questo indomito viaggiatore alla corte dei Borbone, ben poco si conosce. Sono invece tanti i suoi documenti nei quali mi sono imbattuto, per diletto di ricerca per amore di Castellammare e trovo che il suo libro “Viaggio da Napoli a Castellammare” sia un bellissimo squarcio del nostro territorio della prima metà dell’Ottocento ed una infinita risorsa di notizie. Ma non era la prima volta che l’Alvino presentava la nostra Città, già qualche anno prima, mostrava di averla frequentata, conosciuta da vicino, insomma di esserci vissuto. Troppe sono le notizie dettagliate che ci propone come quando ci presenta alcune accurate tabelle della Penisola di Sorrento del Distretto di Castellammare, vengono qui illustrate, le Città, l’appartenenza delle miriadi di frazioni, il circondario al quale città e le frazioni appartenevano e la relativa Diocesi: Sorrento o Castellammare. Non vorrei dilungarmi troppo e presentarvi questo bellissimo estratto (ripreso da: La Penisola di Sorrento, descritta da Francesco Alvino, Napoli 1842, pag. 18-29 link1 e link2)  che riporto per intero ma nello stesso tempo volevo partecipare ai lettori una mia considerazione relativa alla ricerca storiografica. Negli ultimi decenni l’informatizzazione di intere biblioteche e fondi archivistici, come anche quello di Napoli per non citare i privati che mettono a disposizione le loro rare perle, ha dato a tutti noi la possibilità di rileggere in formato elettronico quei testi di cui avevamo solo assaporato i titoli, grazie a locali ricercatori come il Dottor Parascandolo e il professor D’Angelo che per anni si sono misurati con gli archivi storici del nostro territorio a volte ripristinati e riordinati letteralmente.

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Le probabili origini di “fratielle e surelle”

( articolo di Maurizio Cuomo )

Sempre più affascinato e incuriosito dalla storia e dalle tradizioni della mia terra natìa, ho letto con gusto gli scritti dei carissimi Enzo Cesarano: “‘A ‘Mmaculata arapre ‘e pporte a Natale… Santu Catiello ‘e cchiure“, e di Giuseppe Zingone: “L’Immacolata Concezione, una tradizione da riscoprire, grazie ai quali ho avuto modo di apprezzare più compiutamente il vero significato della “Dodicina” dell’Immacolata Concezione.

Chiesa di San Giacomo (foto V. Cesarano)

Chiesa di San Giacomo (foto Enzo Cesarano)

In particolare approfondendo qualche vecchio spunto di ricerca, ho avuto modo di imbattermi fortunosamente in una modesta intuizione che nel suo piccolo potrebbe fare un po’ di luce e apportare maggiore chiarezza sulle incerte origini del “dare la voce”. Continua a leggere