Archivi categoria: Storia & Ricerche

In questa rubrica (anima del sito), sono pubblicate brevi storie e le ricerche  
effettuate dal Libero Ricercatore nella città di Castellammare di Stabia.

Il dipinto della Immacolata Concezione della chiesa Di san Giacomo, foto Giuseppe Zingone

L’Immacolata Concezione, una tradizione da riscoprire

L’Immacolata Concezione, una tradizione da riscoprire

di Giuseppe Zingone

Prefazione

In occasione della festività dell’Immacolata Concezione di Maria, di qualche anno fa (2014) l’allora sindaco (Bobbio) cercò di limitare i tradizionali fuochi votivi tentando di regolamentarli, tuttavia senza riuscirvi. La consapevolezza del potenziale pericolo di cui sono portatori queste immense pire, per non citare i danni spesso arrecati all’ambiente da una sorte di devastazione senza senso e misura che nulla ha a che fare con la fede, ci impone di chiederci: Sono necessarie cataste di legno così grandi per veicolare una fede per lo più smarrita?

Non è piuttosto una gara tra i quartieri che con la festa dell’Immacolata condivide ben poco? E non sarebbe forse più giusto creare una rievocazione del naufragio del povero pescatore assistito dal provvidenziale aiuto della Vergine Maria? I tempi sembrano essere maturi! L’inciviltà purtroppo, nella nostra Città sembra averla sempre vinta.

In un articolo giornalistico dello stesso periodo si tentò anche di mescolare criminalità, tradizione popolare e chiesa locale, in una sorta di calderone mediatico mal assortito di cui a dire il vero non v’è già più memoria, segno che le bugie e le macchinazioni cervellotiche umane, hanno le gambe corte oltre ad essere poco credibili.

Il dipinto della Immacolata Concezione della chiesa Di san Giacomo, foto Giuseppe Zingone

Il dipinto della Immacolata Concezione della chiesa Di san Giacomo, foto Giuseppe Zingone

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Storia di uno stabiese Caduto durante la Prima Guerra Mondiale

articolo del dott. Raffaele Scala

Caro Maurizio, ritorno a te dopo, mi pare, un lungo silenzio, raccontando la storia di un mio prozio morto il 21 novembre 1916 nel corso della Grande Guerra, giusto cento anni fa…

Un saluto all’intera redazione dal cordialmente vostro Raffaele Scala.


Storia di uno stabiese Caduto durante la Prima Guerra Mondiale

Un mio antenato, fratello della bisnonna paterna, Annunziata Ruocco, Raffaele (Castellammare di Stabia 29 gennaio 1883 – Nad Logem, Slovenia, 21 novembre 1916), fu uno degli oltre cinque milioni di italiani chiamati alle armi per dare il proprio contributo di sacrificio, dolore e sangue, consentendo al nostro Paese la vittoria finale nella Grande Guerra (1915 – 1918) e tra i 651mila militari destinati a non fare ritorno a casa. Arruolato nel 14° reggimento di Fanteria, Raffaele partì, lasciando una moglie e un figlio in tenerissima età, contando di tornare per raccontare le sue avventure belliche ma non ce la fece, cadendo il 21 novembre 1916 nel corso di uno dei tanti furiosi combattimenti verificatosi sul colle di Nad Logem, attualmente territorio della Slovenia.

Curiosamente quello stesso giorno morirà, dopo 68 anni di ininterrotto regno, Francesco Giuseppe (1830 – 1916), il potente imperatore d’Austria e Re d’Ungheria. Su di lui pesava come un macigno l’onere di aver dato inizio alle ostilità, dichiarando guerra alla Serbia il 28 luglio 1914, convinto che, per quanto micidiale potesse essere, il conflitto sarebbero state di breve durata. Non immaginava, non poteva, quale terribile, terrificante genocidio sarebbe derivato da quel suo bellicoso atto.

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Ma torniamo a Raffaele Ruocco e alla sua triste vicenda: Come gli altri membri della famiglia, Raffaele non era molto alto, anzi, nel suo caso misurava appena un metro e 57 centimetri, aveva capelli castani, colorito bruno, una dentatura già guasta nonostante la giovane età, analfabeta e di mestiere faceva il carrettiere. Militare di leva di terza categoria era stato lasciato in congedo illimitato il 25 giugno 1903 e quando scoppiò il conflitto evitò le prime chiamate destinate ai più giovani, magari sperò pure di farla franca. Invece, implacabile, il 10 luglio 1916 arrivò il suo turno e inviato a compiere il suo dovere di soldato a Foggia, nel deposito del 52° reggimento di Fanteria, dove giunse il giorno dopo.[1] Purtroppo per lui non vi rimase molto, ma proviamo a ricostruire i suoi ultimi giorni di vita dalle scarne carte in nostro possesso. Continua a leggere

Stemma dei Mercedari, foto Tullio Pesola

La Madonna della Misericordia

La Madonna della Misericordia

di Giuseppe Zingone

Tra i vari titoli che i cristiani per amore, per devozione o semplice riconoscenza hanno coniato per la madre di Gesù c’è anche quello di Madre della Misericordia.

Ed è con semplicità, persino per gioco che nasce questa breve ricerca. Una immagine in possesso del dottor Tullio Pesola, il quale sottopose al team del sito, una foto relativa ad una effigie della Madonna della Misericordia venerata nella Parrocchia dello Spirito Santo in Castellammare. Nascono così le prime considerazioni ed abbozzi di ipotesi che però inevitabilmente avevano bisogno di un sopralluogo fisico nella chiesa del centro antico di Castellammare oltre a varie informazioni recuperate da quella fonte inesauribile che è diventato il Web.

Stemma dei Mercedari, foto Tullio Pesola

Stemma dei Mercedari (foto Tullio Pesola)

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L'edicola votiva di Fontana Grande

La sorgente di Fontana Grande nella storia della città

a cura di Antonio Cimmino

L’abbondanza di acqua sorgiva di Fontana Grande e la celebre sorgente dell’Acqua della Madonna (notoriamente appellata come “Acqua dei naviganti”, perché si presta ottimamente per la conservazione nei lunghi viaggi di mare) ha da millenni interessato sia gli abitanti della zona che i navigatori.

L'edicola votiva di Fontana Grande

L’edicola votiva di Fontana Grande

Il rinvenimento di un muro con reticulum romano a ridosso della sorgente durante i lavori di manutenzione eseguiti nel 1983, fa supporre che essa fosse già utilizzata dagli antichi abitanti di Stabiae prima della distruzione causata dall’eruzione pliniana del 79 d.C. Tale ipotesi è avvalorata dal ritrovamento, durante lavori di consolidamento effettuati nel 1936, di mura romane in opus reticulatum costruiti su mura precedenti sui quali si intravedevano tracce di pittura e nicchie. Il muro romano fu poi inopinatamente inglobato nella rete in cemento armato che sostiene il sovrastante sistema della linea ferroviaria della Circumvesuviana. Continua a leggere

Appunti incompleti sul neofascismo stabiese nel dopoguerra repubblicano

articolo del dott. Raffaele Scala

Anni '30 (il fascismo a Castellammare)

Anni ’30 (il fascismo a Castellammare)

Passata la grande paura della defascistazione del 1943 – 1946, operata a Castellammare in particolare negli enti pubblici con alcune decine di licenziamenti e defenestrazioni, poi chiusa con la grande amnistia – provocando pesanti malumori ed energiche proteste nella base comunista, in particolare tra gli ex partigiani – voluta in particolare dal ministro di Grazia e Giustizia, Palmiro Togliatti nel giugno 1946, i fascisti rialzarono la testa costituendosi sul finire del 1946 in partito, denominandolo Movimento Sociale Italiano, poi diretto a livello nazionale da Giorgio Almirante (1914 – 1988). Tra quanti pagarono con il licenziamento per la loro militanza fascista, ricordiamo gli squadristi Mariano Carrese, un lontano e giovanile passato nelle file socialiste, Vincenzo Zerbini, Domenico Vanacore e Piero Girace. Il primo Sotto Comitato di Liberazione Nazionale guidato dall’avvocato Silvio Gava deliberò due successivi elenchi di 52 e 25 fascisti ritenuti squadristi e facinorosi.  Tra questi l’avvocato Arnaldo Fusco, considerato l’anima nera del fascismo locale e già Vice federale di Napoli e Giuseppe e Mario Mormone. Il 28 giugno 1944 toccò al sindaco Carlo Vitelli deliberare una nuova sospensione ed epurazione nei confronti di Sebastiano Longobardi, sorvegliante allo spazzamento e Michele Battipaglia, bidello di scuola elementare.[1]

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