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Castellammare di Stabia, 1971: la rivolta degli operai

La Villa Comunale avvolta nel fumo dei lacrimogeni esplosi durante gli scontri del 3 novembre 1971 (foto Nino Cuccurullo)

La Villa Comunale avvolta nel fumo dei lacrimogeni esplosi durante gli scontri del 3 novembre 1971 (foto Nino Cuccurullo)

A Castellammare di Stabia, già nell’aprile 1970, vi erano state numerose proteste di disoccupati contro l’amministrazione comunale per la riduzione dei cantieri di lavoro da sei a tre mesi. Si chiedeva di avviare da subito i lavori di manutenzione delle strade e delle spiagge, per i quali erano stati stanziati centinaia di milioni. La protesta si estese contro l’ufficio di collocamento, reo di una gestione clientelare dei vari avviamenti e si lanciava addirittura l’accusa di un vero e proprio commercio, con la compravendita di questi posti, pur precari. Le proteste, puntuali, ripresero nei primi giorni d’aprile del 1971 ed erano sfociate nell’occupazione del comune, nella mattinata di giovedì otto, reclamando l’immediata apertura dei cantieri scuola. Continua a leggere

La rivolta del 3 novembre 1971 e la crisi della Calce e Cementi

saggio del dott. Raffaele Scala

Caro Maurizio, ti allego una ricostruzione di alcuni fatti accaduti a Castellammare in un particolare periodo storico della nostra città: la venuta a Castellammare di Pier Paolo Pasolini e la famosa rivolta che mise a ferro e fuoco Castellammare nel novembre del 1971, più altri fatti minori, ma non per questo meno importanti come la fine della fabbrica della Calce e cementi.
Il saggio – un capitolo di una vicenda più ampia della nostra Città che prima o poi riuscirò a pubblicare, sponsor permettendo – è un poco tosto, ma spero che i nostri concittadini l’apprezzeranno, anche perché è storia recente e molti di noi questi fatti li ricordano ancora, se addirittura non li hanno vissuti in prima persona.

Come sempre il vostro affezionato. Raffaele Scala.

Calce e Cementi

Calce e Cementi

Il 1970 si aprì con una serie di manifestazioni contro il terrorismo fascista che aveva insanguinato Milano, contro la  repressione unilaterale della polizia, contro i tentativi padronali di riconquistare il terreno perduto, ma non mancavano altre iniziative della Camera del Lavoro in una fase particolarmente movimentista: il 14 febbraio si tenne nel Salone delle Nuove Terme del Solaro un Convegno  con il patronato Inca sulla parola d’ordine, Rendere più sensibile i lavoratori ed intervenire per la tutela della loro salute. La relazione introduttiva fu tenuta da Luigi D’Auria, seguirono interventi dei direttori provinciali e regionali dell’Inca, Luigi Basco e Giuseppe Bisaccia, il segretario della Fiom, Antonio Chegai, il capolega della Filziat, Raffaele Massa e i delegati delle maggiori e più importanti fabbriche cittadine, da Umberto Bardiglia ed Elio Santaniello per l’Avis, Ferdinando Torlino per i Cmi, Carlo Iezza per la Calce e Cementi, Salvatore Aiello per l’Italcantieri. Continua a leggere