articolo di Ferdinando Fontanella
Approfittando delle splendide giornate di inizio estate, quest’anno, ho deciso di fare un tour per gli scavi archeologici del circondario vesuviano.
Visitando le sontuose ville romane di Stabia e Oplonti, le straordinarie città antiche di Pompei ed Ercolano ho inconsciamente desiderato di poter sentire, anche solo per pochi minuti, una voce, un suono, un rumore, vedere un colore, annusare un odore, insomma percepire qualcosa di concreto, che non fossero rovine, che mi facesse rivivere realmente quel tempo ormai passato.
Un sogno irrealizzabile direte voi, ed è quello che pensavo anche io, finché, non ho visto, in un angolo umido e ombroso degli scavi di villa San Marco a Castellammare, l’Acanto (Acanthus mollis L.) una pianta erbacea spontanea dell’area mediterranea, caratterizzata da grandissime foglie profondamente incise, riunite in una rosetta basale dalla quale si erge, nel periodo primaverile-estivo, una splendida spiga fiorita. Continua a leggere