a cura di Maurizio Cuomo
dedicata agli amici di “Ricomincio da Tre – Antiche Terme di Stabia” e a tutti coloro, che come il nostro caro amico Nicola Pede, credono e lottano per la riapertura delle nostre “Terme stabiane”
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Ai piedi della montagna, fra erbe selvatiche, dense di odori, e sassaie bianche, due rivoletti d’acqua colore del latte, cantavano al sole, tranquilli e abbandonati, scivolando di pietra in pietra, di sterpo in sterpo, con gridi di luce e brividi strani.
Un frate malinconico, ossessionato da incubi di morte, il volto triste e la tonaca frusta, seduto a un poggiolo come un santo romito nello squallore solare del paesaggio, guardava i lor giuochi e sognava: “Foss’io come loro, gioiosi e sereni; potrei vivere molti anni ancora!”. Poi, prese una giara di creta, che portava seco nelle solitarie peregrinazioni ed attinse dell’acqua. Continua a leggere