Archivi tag: Aniello Lascialfari

Lidi verso Pozzano

Un settembre stabiese

Un settembre stabiese

Aniello Lascialfari racconta

Si ringrazia il prof. Luigi Casale per la preziosissima revisione di bozza

Lidi verso Pozzano (cartolina d'epoca)

Lidi verso Pozzano (cartolina d’epoca)

E’ stato bello quest’anno il settembre pieno di sole. Ha fatto accorrere tanta gente ad affollare i nostri lidi ghiaiosi, da dove affiorano scogli sommersi. Ad un occhio attento, al mattino presto o nel tardo pomeriggio prima del tramonto, non sfuggono alla vista branchi di cefali dal corpo affinato e gentile che si muovono in questo specchio di mare pulito, odoroso d’alghe, e alimentato da acque sorgive rese visibili attraverso le bollicine che salgono dal fondo. Queste piccole sorgenti sprigionano grumi solforosi che restano in sospensione nell’acqua finché non si esaurisce la spinta della pressione; per precipitare poi sul fondo sabbioso, creando quel caratteristico strato biancastro che volge al grigio. Per chi si bagna in questo mare è come fare una cura termale per la pelle, che si aggiunge alla globale talassoterapia; oltre agli altri benefici delle vie respiratorie, grazie all’acqua che entra in bocca e nel naso. La battigia è formata da ciottoli come confetti, levigati: una ghiaia che t’invita a sdraiarti e distenderti al sole. Continua a leggere

Pescatori stabiesi sulla banchina 'e zi' Catiello

I pescatori della Banchina ‘e Zì Catiello

I pescatori della Banchina ‘e Zì Catiello

Aniello Lascialfari racconta

Si ringrazia il prof. Luigi Casale per la preziosissima revisione di bozza

Barche di pescatori alla Banchina 'e zi' Catiello (Cartolina d'epoca - coll. G. Zingone)

Barche di pescatori alla Banchina ‘e zi’ Catiello (Cartolina d’epoca – coll. G. Zingone)

Ed ecco che mi vengono in mente tutti i racconti di pescatori, i quali usavano questo poggio per avvistare i branchi di alici che trasevano ‘a fore. Venivano dal mare di Sorrento, molto più profondo della nostra costa; da Capri. Alici più affinate, più azzurre dello stesso mare limpido, entravano nel nostro seno e si portavano al di qua dello scoglio di Rovigliano, dove sfocia il fiume Sarno: acqua roce e pulita, acqua ‘e tantu tiempe fa. Là queste alici sciamavano e si nutrivano per ore, alla fine prendevano il largo riportandosi nel mare profondo della penisola sorrentina. Da questo muricciolo, che cinge il belvedere, i pescatori si sono appostati fino a pochi decenni fa. Venivano ad avvistare ‘a trasute r’e pisce, specialmente nel mese di settembre. “Quanne ‘o pesce azzurre – ‘a lice – è una mesure, mò ti ha salà”. E quando la nuvola azzurra accumpareva fore a carcara, r’a Calce e Cementi, subito arrivava la notizia: “Guagliù so’ trasute tonnellate ‘e pisce. Allestimmo ‘e barche”. E quando il mare diveniva scuro come il cielo (senza luna) partivano le barche, ognuna con cinque o sei uomini a bordo: “Senza fa’ rummure pe’ nun se fa scorgere a llate”. Continua a leggere

Mare e pescatori stabiesi

Aniello Lascialfari racconta

( si ringrazia il prof. Luigi Casale per la preziosissima revisione di bozza )

Aniello Lascialfari (costume di scena)

Aniello Lascialfari (Il pescatore: costume di scena)

Così la mia memoria spinta anche dalla fantasia riprende il volo saltando da ramo a ramo. Erano gl’inizi degli anni ’60, ed io ero molto giovane. Nel tempo libero dal lavoro – lavoravo a Napoli – era mia abitudine frequentare i pescatori della Banchina di “Zi’ Catiello”, specialmente nelle belle giornate d’estate quando il tramonto pareva che non finisse mai. Poi venne l’ora legale. Allora in questi pomeriggi allungati si discuteva di pesca, di attrezzatura, di barche, quando in città c’erano ancora i calafati. Qui a Castellammare i migliori – a sentire i pescatori – erano i fratelli Aprea di Sorrento. Le barche da essi costruite … “tènene ‘o mare ch’è ‘na bellezza. È ovère! Costano ‘na cusarella ‘e cchiù, ma nun songhe vutecarelle comm’a chelle che fanne a Torre ‘o Grieche. E pure ‘o lignamme è nata cosa. È chiù staggiunato, chiù tuosto”. Raffaele Aprea era una persona amata da tutti sulla banchina ‘e zi’ Catiello, ex operaio tracciatore dei Cantieri Navali, era ‘o cumpare ‘e tutte quante. Continua a leggere

Fratielle e surelle (oggi è ‘o nomme bello d”a Maronna)

a cura di Enzo Cesarano

Volendo dare, ai numerosissimi stabiesi emigrati dalla nostra Castellammare, la possibilità di riascoltare “fratielle e surelle”, anni fa, chiedemmo al carissimo Aniello Lascialfari di prestare la sua voce per la nobile causa…

A distanza di anni, il modulare limpido e sonoro di Aniello omaggia e rappresenta (in punta di piedi) l’operato dei numerosi cantori stabiesi che nel periodo della “dodicina” (dal 26 di novembre al’8 dicembre), con sacrificio ed assoluta devozione percorrono, nelle primissime ore del mattino, vie e vicoli della nostra amata Città, invitando i fedeli a recarsi in chiesa per la recita del Rosario.

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L’Immacolata Concezione della Concattedrale di Castellammare di Stabia (foto Maurizio Cuomo)


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(il “fratielle e surelle” del web) Continua a leggere

Fratielle e surelle (oggi so’ durece stelle)

a cura di Enzo Cesarano

Volendo dare, ai numerosissimi stabiesi emigrati dalla nostra Castellammare, la possibilità di riascoltare “fratielle e surelle”, anni fa, chiedemmo al carissimo Aniello Lascialfari di prestare la sua voce per la nobile causa…

A distanza di anni, il modulare limpido e sonoro di Aniello omaggia e rappresenta (in punta di piedi) l’operato dei numerosi cantori stabiesi che nel periodo della “dodicina” (dal 26 di novembre al’8 dicembre), con sacrificio ed assoluta devozione percorrono, nelle primissime ore del mattino, vie e vicoli della nostra amata Città, invitando i fedeli a recarsi in chiesa per la recita del Rosario.

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Antica lavagna dell’Immacolata posta a via Padre Kolbe (foto Enzo Cesarano)


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