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Ruccello: tra metafora e realtà
l’Editoriale di Corrado Di Martino & Vincenzo Cesarano
Il 12 settembre 1986, (ormai) 30 anni or sono, Ruccello, uno dei geni più illuminati della città Stabiana, la lasciava per sempre. La città è rimasta immota da allora? Quali progressi ha avuto? Quali atti di maturazione?
Proprio in Ferdinando, uno dei suoi testi più rappresentativi, A.R. descriveva un paese (nel 1870), in via di cambiamento: i Borbone loro malgrado avevano lasciato Napoli e il Sud; i Savoia si facevano strada, per disegnare i nuovi assetti sociali, che ancora oggi scontiamo. In un palazzo chiuso, oscuro e opprimente, si avvicendavano meschinità, prepotenze, scontri, tensioni, prevaricazioni. La Storia trattava elementi significativi, radicalmente profondi e viscerali; che descrivevano un microcosmo, apparentemente antico, purtroppo in realtà immagine di un più ampio e difficile contesto. La città diventava Nazione, la nazione diventava mondo. Continua a leggere
Annibale Ruccello quasi trent’anni dopo
a cura del prof. Pierluigi Fiorenza
“Annibale Ruccello quasi trent’anni dopo“, il documentario di Pierluigi Fiorenza verrà proiettato venerdì 17 aprile (ore 20) al Circolo Internazionale di Castellammare (Villa Comunale, banchina zì Catiello), ingresso libero.
Note:
L’ESORDIO
La breve ma intensa carriera teatrale di Annibale Ruccello iniziò a Castellammare nel 1975 con un concerto di canzoni popolari napoletane. Nel Natale 76, col gruppo dei “Dodici Pozzi”, mise in scena “La Cantata dei Pastori” e interpretò lo scrivano Razzullo. L’anno successivo scrisse “L’osteria del Melograno”, testo teatrale basato sulle fiabe del “Pentamerone” di Basile. Sempre nel 1977 iniziò a collaborare con Roberto De Simone nella raccolta di canti e tradizioni della Campania. Esaurito questo primo momento di riflessione sul linguaggio e sulla gestualità del teatro popolare campano, Ruccello fondò la Cooperativa “Il Carro” e portò in scena “Rottami”, una rielaborazione di Jonesco. Questo lavoro, realizzato con spirito sperimentale, è stata la prima esperienza affrontata in lingua.
LE OPERE MAGGIORI
Con “Le cinque rose di Jennifer”, “Notturno di donne con ospiti” e “Week-end” realizzò la cosiddetta trilogia nera in cui la nota predominante è la drammaticità della solitudine quotidiana, in un universo degradato popolato da “deportati”. A proposito di Jennifer disse: “All’inizio è stato un gioco, mi divertiva scrivere un giallo; dopo di che sono confluite le mie idee sulla solitudine, il degrado umano, l’aberrazione. Avrei potuto tranquillamente impostare il lavoro su due uomini, oppure non recitarlo e fare uno spettacolo su due donne, due anziani. Mi interessava il travestito perché mi sembra il massimo di ambiguità cui si poteva arrivare, il massimo di violenza possibile cui far giungere la rappresentazione”. Continua a leggere
Omaggio ad Annibale Ruccello
Giuseppe Rapicano, Peppe per gli amici, nasce nel 1967 a Castellammare di Stabia.
Compositore, arrangiatore ed eclettico chitarrista Fusion, con contaminazioni Jazz e sonorità morbide e leggere.
Compone il CD ALBAROSA, edito da RAI TRADE / MARECHIARO EDIZIONI MUSICALI, vede la luce nel 2012 e segna l’inizio del suo nuovo life-style.
Il brano “Oriente” contenuto nel CD è un omaggio ad Annibale Ruccello.
Omaggio ad Annibale Ruccello
Omaggio ad Annibale Ruccello
di Nicola D’Ammora(1)
Era il 1982 quando conobbi Annibale Ruccello e realizzai per la sua compagnia “il Carro” il logo e il primo manifesto teatrale: L’Ereditiera liberamente tratto da un racconto di Henry James.
Quelli che seguirono furono realizzati nel periodo “noir” della sua produzione come “Le cinque rose di Jennifer”, “Notturno di donna con ospiti”, “Week end”, e “Anna cappelli” e poi l’ultimo lavoro teatrale prima del tragico incidente: “Ferdinando”. Continua a leggere