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Materassaio (antichi mestieri)

Antichi mestieri stabiesi

Conoscere il micro-passato (il normale quotidiano soggettivo) può essere utile a capire la crescita economica e culturale di una intera popolazione. Questa modesta ricerca degli antichi mestieri (estinti e sopravvissuti), potrebbe aiutare a delineare con più chiarezza una parte dimenticata di vita stabiese vissuta.

Maurizio Cuomo


Materassaio
( a cura di Antonello Ferraro )

Fino alla seconda metà degli anni settanta esisteva la figura del “materassaio”. In quel periodo era molto presente nelle case il materasso di lana.

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Materassaio a lavoro

Al fine di eseguire una manutenzione del materasso, che risultava appiattito (quasi compresso) per l’utilizzo, ogni anno, si scuciva e si estraeva la lana che poi veniva lavata, stesa al sole ad asciugare, cardata ed infine rimessa nel materasso.

Al “materassaio” veniva affidato il compito di rinfilare i fiocchetti e di ricucire il bordo del materasso con degli aghi lunghissimi (i cosiddetti aghi saccurali), da un lato all’altro del materasso. Continua a leggere

Conte Girolamo Giusso

Via Conte Girolamo Giusso

Via Conte Girolamo Giusso
( tra passato, presente e possibile futuro )

di Antonello Ferraro

Via Giusso (foto Maurizio Cuomo)

Via Giusso (foto Maurizio Cuomo)

Nata per scopi commerciali, la strada che collega Castellammare di Stabia con Monte Faito si è rivelata nel tempo un’importante via di collegamento per l’intera Penisola Sorrentina. Peccato però che con tempo è stata dimenticata da tutti.

Conte Girolamo Giusso

Conte Girolamo Giusso

Questa ex mulattiera divenne strada per volere del conte Girolamo Giusso, antico proprietario del monte, che vendeva giù in città la neve accumulatasi sulla vetta durante l’inverno, trasportandola con carrettini trainati da asini.
Con il passare del tempo, e con l’invenzione del “frigorifero”, questa strada è servita per più nobili scopi. Con i suoi 13 Km di lunghezza è stata più volte l’unica alternativa alla strada che normalmente conduce da Castellammare di Stabia a Vico Equense e poi sale fino alla cima del Monte Faito, attraversando numerosi centri abitati (Bonea, Sant’Andrea, Massaquano, Moiano). Quest’ultima strada, seppur più larga e meno ripida, è molto più lunga (26 Km di lunghezza fino al piazzale della stazione della funivia). Diverse volte in passato la S.S. Sorrentina, nel tratto che va da Pozzano (C/mare di Stabia) a Vico Equense, è rimasta chiusa per periodi prolungati, a causa del cedimento in più parti del costone roccioso franato a causa di piogge copiose (1). Continua a leggere

Brindisi Anno nuovo 2015

Come da tradizione ormai consolidata, giovedì 1 gennaio 2015 (ore 12,00), la redazione di liberoricercatore.it si è riunita per il brindisi beneaugurante di Capodanno.

L’incontro giunto al 6° anniversario, si è svolto a Castellammare di Stabia, presso il centralissimo bar “Fontana” (P.zza Matteotti, a pochi metri dalla stazione delle Ferrovie dello Stato).

La foto di gruppo del 2015.

La foto di gruppo del 2015.

Oltre al direttivo di liberoricercatore.it (composto da: Gaetano Fontana, il naturalista Ferdinando Fontanella, il dott. Corrado di Martino, il dott. Giuseppe Plaitano, Giuseppe Zingone, Antonio Cimmino, Enzo Cesarano e Maurizio Cuomo), al brindisi erano presenti numerosi amici, simpatizzanti e diversi autori di redazione, tra cui: il prof. Giuseppe D’Angelo (Sovraintendente onorario dell’Archivio storico di Castellammare, nonché ricercatore ed autore di numerose pubblicazioni), Antonello Ferraro, il prof. Bonuccio Gatti, Catello Esposito Sansone, Enrico Discolo, Massimiliano Greco (Presidente dell’Associazione Stabiese dell’Arte e del Presepe) e Lino Di Capua. Estremamente compiaciuti, quest’anno tra i presenti, annoveriamo anche: Pasquale Esposito (pittore stabiese di particolare bravura), Carmine Iovine (fondatore e Past President del Circolo Legambiente Castellammare / Gragnano), Giuseppe Di Massa (ricercatore gragnanese di comprovato spessore, fondatore e Presidente del Centro di Cultura e Storia di Gragnano e Monti Lattari), con la signora Carolina, sua gentile consorte,  il piccolo Catello Zingone ed il Generale di Divisione Rosario Castellano (visualizza la biografia).

P.S.: si coglie l’occasione per salutare con affetto il nostro webmaster Giovanni Grammegna, il M° Sebastiano Cascone, Giorgio Trojano, Antonio d’Orsi, Alberto Gargiulo, l’ing. Francesco Chianese e l’amico fraterno Aniello Lascialfari, che per intervenuti imprevisti, quest’anno non sono stati presenti.

Galleria immagini (foto Enzo Cesarano & Corrado di Martino):

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Cronotassi dei Vescovi stabiani

I Vescovi della Chiesa stabiana

( Giovanni Celoro Parascandolo(1) )

Accogliendo l’invito dell’amico Antonello Ferraro, che nella sua missiva, così scriveva: “Carissimo Maurizio, Preg.ssima Redazione, mi sono accorto che non abbiamo un elenco dei Vescovi di questa Diocesi e penso che sarebbe interessante inserirlo. Da ricerche fatte su vari siti web posso riassumere che tale elenco non esiste proprio. Proporrei, quindi, di inserire un elenco dei nomi e dei periodi di copertura del Dicastero. Anche questo argomento, a mio parere, potrà tornare utile a chi vuole arricchirsi della cultura stabiese. Un affettuoso saluto a tutti Voi e agli Amici lettori di Libero Ricercatore”, proponiamo a seguire la cronotassi dei Vescovi della Diocesi stabiese, minuziosa stesura del dott. Giovanni Celoro Parascandolo, benemerito ricercatore stabiese.

Maurizio Cuomo

Vescovi stabiani

Vescovi stabiani

Cronotassi dei Vescovi stabiani

1)     Orso                                          499

2)     San Catello(2)                          VI Secolo

3)     Lorenzo                                    599-612

4)     Lubentino                                 649

5)     Gregorio I                                 1085

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Tosacavallo (antichi mestieri)

Antichi mestieri stabiesi

Conoscere il micro-passato (il normale quotidiano soggettivo) può essere utile a capire la crescita economica e culturale di una intera popolazione. Questa modesta ricerca degli antichi mestieri (estinti e sopravvissuti), potrebbe aiutare a delineare con più chiarezza una parte dimenticata di vita stabiese vissuta.

Maurizio Cuomo


‘o Tosacavallo
( a cura di Antonello Ferraro )

tosacavallo e maniscalco

Un antichissimo mestiere ormai scomparso dalla nostra Città è “‘o Tosacavallo”. L’ultima bottega rimasta a testimoniare questo spaccato di storia è all’angolo tra Vico Mantiello e Via Virgilio. Quest’artigiano aveva due importanti mansioni: di maniscalco, cioè colui che ferra gli zoccoli dei cavalli, e di tolettatore dell’animale. Ricordo ancora quest’omino che arroventava la piattina di ferro nel fuoco per poi batterla con forza sull’incudine (da qui l’espressione: mi trovo tra incudine e martello); il cavallo nel mentre attendeva legato ad un cerchio di ferro sul muro fuori della bottega. Seguiva poi una spuntatina alla criniera dell’animale. Con il trasporto su gomma, scompare non solo un mestiere, ma anche le romantiche carrozzelle che facevano da taxi nelle vie della città, le innumerevoli carrettelle con cui si trasportavano tutte le merci e l’elegantissimo trasporto funebre con il tiro ad otto. Oggi qualche artigiano ancora sopravvive, ma solo negli ippodromi.