editoriale di Ferdinando Fontanella
Nella socialmente martoriata ed economicamente fallita “Città delle acque” venerdì mattina, 22 maggio 2015, si celebra l’inizio dei lavori di riqualificazione della villa comunale. La data, considerata l’importanza dell’opera, è destinata a entrare negli annali di storia locale e sarebbe bello poter sapere in anticipo se negli anni a venire questo momento sarà celebrato come svolta positiva o ennesimo fallimento e sperpero di soldi pubblici. La riqualificazione del lungomare cittadino è interamente finanziata con fondi europei, nell’ambito dei Programmi Integrati Urbani “PIU′ EUROPA”.
Successo o fallimento, vittoria o sconfitta, rinascita o morte? Per saperlo bisogna aspettare, il tempo dirà la verità. Nell’attesa però possiamo provare a ragionare sull’argomento così, senza inventare niente e basandoci su dati certi, possiamo azzardare una previsione su quello che sarà.
Partiremo da una domanda. Era proprio necessario questo rifacimento? Il quesito ai più sembrerà banale, perché la risposta è sicuramente Sì. Chi ha avuto la sventura di passeggiare in villa comunale è ben cosciente dello stato di assoluto degrado del luogo: aiuole ridotte ad immondezzaio-letamaio, alberi morti o morenti, fontanine chiuse o mal funzionanti, arredi urbani rotti e sporchi, monumenti imbrattati e danneggiati, piano di calpestio lurido e maleodorante. Insomma questa realtà talmente squallida meritava il colpo di spugna.