Il valore degli stabiesi alla Battaglia di Lepanto
(Un appello doveroso dal risvolto improbabile? Liberoricercatore.it, facendoci portavoce del giornalista stabiese Raffaele Izzo, ci riprova nella speranza che si faccia chiarezza!!!)
a cura di Maurizio Cuomo
Carissimi lettori, quest’oggi vi sottopongo la lettura de “Il valore degli stabiesi alla Battaglia di Lepanto”, un breve articolo/appello del giornalista Raffaele Izzo, redattore de “Il Risveglio di Stabia”1.
Non essendo a conoscenza se l’appello, elevato al Sindaco e al Vescovo dell’epoca, dal giornalista Izzo, abbia poi avuto, fattivo riscontro e il degno, quanto auspicato prosieguo (sull’esito positivo ho qualche dubbio perché apprendo per la prima volta dell’esistenza di questo importante riconoscimento storico, attingendo dalla preziosa Emeroteca stabiese rubrica a cura di Gaetano Fontana, consultabile sul nostro portale), da stabiese convinto, ed orgoglioso di esserlo, avendone la possibilità (mi si perdoni se utilizzo liberoricercatore.it, come veicolo di divulgazione), voglio oggi rinnovare l’invito, alle Autorità politiche ed ecclesiali competenti e agli studiosi, affinché facciano luce e soprattutto si facciano carico dell’annosa faccenda: il gagliardetto (riconoscimento di Papa Pio V), dedicato ai valorosi marinai stabiesi, se davvero esiste (e se soprattutto oggi è custodito nel Museo Diocesano o in altro museo della città di Gaeta)2, torni a Castellammare e magari sia posto in una teca del “Museo Diocesano” a piazza Giovanni XXIII, perché patrimonio storico/culturale che ci appartiene. Continua a leggere
- Articolo pubblicato sabato 22 marzo 1947 su “Il Risveglio di Stabia” – Anno XIII – Numero 5 – pag. 3 (Archivio “Emeroteca stabiese” di Gaetano Fontana, fruibile su liberoricercatore.it). ↩
- A onor del vero (grazie ai suggerimenti del mio amico Lino Di Capua, conoscitore di storia locale), aggiungo che l’articolo di Raffaele Izzo, risalente al 1947, è stato poi ripreso in tempi a noi più recenti nell’Antologia storica “Stabiae e Castellammare di Stabia” curata dal prof. Michele Palumbo, edita nel 1972 (pagg. 403 – 404, paragrafo n. 289), in coda al quale si asserisce (forse per personali ricerche da lui stesso intraprese) che “…il gagliardetto fu portato nel museo della città di Gaeta, dove… non c’é più”. ↩