Dal Cantiere Navale al Centro Antico
( a cura del prof. Giuseppe D’Angelo, testo tratto da: “Rivivi la Città” )
Centro Antico Acqua Ferrata
Dopo aver percorso via Acton, dove ha sede la Corderia di Stato, giungiamo in piazza Amendola, con a sinistra il Cantiere Navale e, a destra, le Antiche Terme Stabiane.
Usciti dalle Terme, ci troviamo nel borgo marinaro dell’Acqua della Madonna, costituito da due strade parallele: via Duilio, sul lungomare e via Brin all’interno. Via Duilio è ricca di chalet (particolarmente rinomato è quello di Immacolata), nei quali si può gustare la famosa caponata (un misto di gallette, olive, sottaceti conditi con olio, sale e peperoncino), nonché i celebri biscotti inzuppati nell’acqua minerale di cui la zona è piena. Nel tratto compreso, come si è detto, fra via Duilio e via Brin, ci si può abbeverare con l’Acqua della Madonna, l’Acidola e l’Acetosella, alle quali, un tempo, si aggiungeva quella Ferrata.
Da via Duilio, imboccando un vicoletto sulla destra, incontriamo in via Brin – dove ha sede il complesso idrico per l’imbottigliamento per l’Acqua della Madonna – dapprima l’antica cristalleria borbonica, detta Cristallina (la prima fondata in Campania) e poi la chiesa di Portosalvo. Alle sue spalle, sul lungomare, vi è la sorgente dell’Acqua della Madonna, cosiddetta per la vicinanza con la chiesa. Fra i beneficiari dei suoi miracolosi effetti curativi, ricordiamo Eduardo De Filippo. Ancora pochi passi ed arriviamo nella piazza di Fontana Grande, cosiddetta per la presenza della sorgente di acqua potabile che alimenta l’acquedotto cittadino. Nell’ampia piazza antistante, fino a non molti anni fa, insisteva un palazzetto, nel quale vi era la fonte dell’Acqua Ferrata del Molino.
Superata la piazza, entriamo in via Bonito, con a destra il palazzo del Marchese e poco più avanti, sempre sullo stesso lato, il palazzo con la scala di Tatone, cosiddetta dal nome del vecchio proprietario dell’immobile, certo Tatone Pappalardo.
Alle spalle di via Bonito vi è la strada forse più antica di Castellammare, via S. Caterina, che ospitava due notissime case religiose, i cui fabbricati conservano ancora vestige monacali.
Al civico 55 c’era la casa dei monaci, un convento di frati nel cui seminterrato furono rinvenuti resti umani. Poco più avanti, al 79, esisteva un monastero di suore.
Ritornando in via Bonito, dopo pochi metri ci troviamo in piazza Cristoforo Colombo, soprannominata dagli stabiesi piazza Orologio per la presenza di una torre con orologio. Sulla banchina prospiciente la piazza fu costruita alla fine dell’800, la Capitaneria di Porto, già allocata in un antico immobile, nei pressi della Fontana Grande, demolito nel 1905 per farvi passare la linea tranviaria Castellammare-Sorrento.
Percorrendo calata Cristoforo Colombo, sbuchiamo in largo Gelso, che anticamente accoglieva i pubblici parlamenti per il governo della città.
Fatti pochi passi, giungiamo in un piccolo largo circondato a nord dal monastero di San Bartolomeo, a sud dall’ottocentesca casa Somma, ad ovest da palazzo Mannara e vico del Pesce e ad est da piazza Pace con l’omonima chiesa. A palazzo Mannara aveva sede il Fondaco del sale. In vico del Pesce, invece vi era il mercato ittico, detto anche Pietra del pesce, poiché la mercanzia pescata veniva esposta su di una grossa pietra. Prendendo via S. Bartolomeo, incontriamo, sulla destra, l’ingresso della chiesa d’ugual nome e, sulla sinistra, largo S. Bartolomeo. Proseguendo per via del Gesù giungiamo alla chiesa ed al collegio dallo stesso nome. A lato vi è un vicoletto, detto calata del Gesù, che immette su via Bonito. Ci troviamo in tal modo di fronte al cinema-teatro Montil in cui si esibirono, tra gli altri, Totò, De Filippo, Dapporto, il pianista Semprini ed il maestro Angelini. Alle sue spalle il prestigioso Circolo velico. Ritornando in via del Gesù, sulla sinistra eccoci al cospetto della settecentesca chiesa delle Anime del Purgatorio.