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Vico del Carmine

Storia e Ricerche

Vico del Carmine, nel ricordo del vico Minicocchia

articolo a cura di Maurizio Cuomo

Vico del Carmine, anni '70

Vico del Carmine, anni ’70

Il Vico del Carmine, oggi ufficialmente registrato come via, un tempo era noto come Vico Minicocchia. Questo passaggio collega due importanti strade di Castellammare di Stabia: corso Vittorio Emanuele e via Roma.

Il 22 marzo 1893 per Delibera del Consiglio Comunale di procedette a modificare la denominazione della strada alla quale fu dato il nome di Via del Carmine. Continua a leggere

Cucchiere (antichi mestieri)

‘o Cucchiere

Antichi mestieri stabiesi

Conoscere il micro-passato (il normale quotidiano soggettivo) può essere utile a capire la crescita economica e culturale di una intera popolazione. Questa modesta ricerca su ‘o cucchiere, potrebbe aiutare a delineare con più chiarezza una parte dimenticata di vita stabiese vissuta.

Maurizio Cuomo


‘o Cucchiere
( a cura di Maurizio Cuomo )

Nella rubrica antichi mestieri di liberoricercatore.it non poteva mancare ‘o cucchiere, il mestierante che molto più romanticamente veniva identificato come guidatore di carrozzelle.

Castellammare: cucchiere con carrozzella in sosta a Piazza "Ferrovia".

Castellammare: cucchiere con carrozzella in sosta a Piazza “Ferrovia”.

Nella fattispecie il vetturino di piazza era detto cucchiere d’affitto; quello che invece svolgeva servizio privato veniva identificato come cucchiere appatrunato.

Tra i due anche l’abbigliamento era differente: informale il primo, con l’inseparabile coppola in testa, elegante e più pretenzioso l’altro.

A Castellammare di Stabia, città in cui fu ideata e inventata la carrozzella, per lunghi anni, in tutte le maggiori piazze erano presenti numerose carrozzelle in sosta.

Un vetturino era quindi sempre pronto per essere noleggiato e per allietare, nel dolce dondolio della sua carrozzella, il tragitto di una dama, di una coppia di sposi, o anche dell’immancabile forestiero appena giunto in città. Continua a leggere

La Carrozzella di Castellammare

La Carrozzella di Castellammare

articolo di Maurizio Cuomo

La Carrozzella di Castellammare

La Carrozzella di Castellammare

Molti sanno che la Castellammare dell’Ottocento fu terra natia di numerosi personaggi illustri. Tra tutti, spiccano Raffaele Viviani e i fratelli Ciro e Luigi Denza.

Viviani fu un poeta, commediografo e attore teatrale. Ciro Denza fu un pittore e paesaggista, mentre Luigi Denza musicò la celebre canzone “Funiculì Funiculà”.

Solo i più attenti e gli appassionati di storia locale sanno che, in quegli anni, a Castellammare nacque un’invenzione semplice e rivoluzionaria.

Questa invenzione modificò usi e costumi cittadini in breve tempo. Si tratta della carrozzella stabiese, un mezzo di trasporto divenuto presto simbolo della città.

La carrozzella stabiese nacque nel 1840 grazie ai fratelli Catello e Ignazio Scala, rispettivamente mastro carpentiere e fabbro ferraio.

I due artigiani la realizzarono per soddisfare le esigenze della baronessa Dachanhausen, residente in una lussuosa villa collinare stabiese.

La nobile si rivolse alla bottega di Catello Scala per richiedere una carrozzella più adatta alle sue necessità.

L’erto stradone collinare, che collegava la città alla sua residenza, rendeva difficoltoso il trasporto con le carrozze pesanti dell’epoca.

Anche la più addestrata coppia di cavalli da tiro faticava a percorrere la strada ripida. La baronessa comprese subito il problema.

Chiese quindi un veicolo meno ingombrante, più leggero e agile, che potesse essere trainato da un solo cavallo scattante.

Catello e Ignazio Scala, con ingegno e maestria, iniziarono a lavorare al progetto, nato quasi per caso.

In breve tempo realizzarono una carrozza più contenuta in peso e dimensioni, perfetta per le esigenze della baronessa.

Dalle competenze artigianali dei fratelli Scala nacque la “carrozzella di Castellammare”, un concentrato di robustezza, leggerezza e maneggevolezza.

La carrozzella, subito messa in funzione, non deluse le aspettative. In poco tempo ottenne grandi elogi e divenne oggetto di tendenza.

La nobiltà stabiese ne apprezzò l’eleganza e la praticità. La modesta bottega dei fratelli Scala divenne presto una rinomata fabbrica artigianale.

Situata in vico Minicocchia (oggi via del Carmine), la bottega riscosse fama e successo grazie alla qualità delle sue carrozzelle.

Inizialmente, la carrozzella era un bene di lusso, riservato alla nobiltà locale e ai pochi cittadini facoltosi.

Ben presto, però, divenne il mezzo di trasporto più usato a Castellammare. Bastavano pochi centesimi di lire per noleggiarla.

Col passare degli anni, le carrozzelle aumentarono di numero. Erano presenti in tutte le piazze cittadine, pronte per essere noleggiate.

Allietavano il tragitto di dame, coppie di sposi e forestieri appena giunti in città. Questa magia durò per molti anni.

Lo scrittore Piero Girace, negli anni ’30, descrisse questa realtà nel suo libro “Le acque e il maestrale”.

Scriveva di carrozzelle che ogni mattina facevano la spola tra la ferrovia e le Terme, in una gara di schiocchi di fruste e voci.

Girace raccontava di lunghe file di carrozzelle con ombrelloni bianchi, che sembravano trasportare i viaggiatori direttamente nel pieno Ottocento.

Oggi, però, la realtà è cambiata. A Castellammare la quiete e la magica atmosfera ottocentesca sono scomparse.

La frenetica ricerca dell’ammodernamento e l’inarrestabile avanzata della tecnologia hanno trasformato la città.

Alla fine degli anni ’80, la romantica carrozzella è stata definitivamente soppiantata, portando via con sé un prezioso scorcio di vita stabiese.

A seguire una galleria di immagini tratta da un vecchio catalogo gentilmente concesso dal sig. Catello Scala, nipote del fondatore della Premiata Fabbrica “Catello Scala & Figli”

Maurizio Cuomo