articolo del dott. Raffaele Scala
I primi anni Cinquanta furono catalizzati dalla guerra di Corea, scoppiata nel giugno 1950 e terminata soltanto tre anni dopo, nel luglio 1953, lasciando il mondo intero col fiato sospeso per la preoccupazione di un nuovo conflitto mondiale innescato dalla volontà degli Stati Uniti, intervenuto militarmente nel conflitto con altri 17 Paesi, tra cui Francia e Gran Bretagna, di fare uso della bomba atomica. La sinistra di tutto il mondo, raccogliendo le parole d’ordine del Movimento dei Partigiani della Pace, sorto a Parigi nell’aprile 1949 e dell’Appello di Stoccolma di marzo 1950, si lanciò in una campagna antimperialista e a favore della pace con petizioni, ordini del giorno, manifestazioni, scioperi, fino a coinvolgere le stesse amministrazioni comunali coinvolte nell’approvazione di delibere contro la guerra, trovando in ciò la ferma opposizione delle prefetture chiamate ad annullarle e a redarguire sindaci e Giunte che fiancheggiavano la protesta pacifista. Tra le prime ad approvare un ordine del giorno contro la bomba atomica e contro l’eliminazione della guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali, con la conseguente destinazione delle spese militari in opere di civile progresso, fu l’amministrazione di sinistra di Castellammare di Stabia.[i]