Archivi tag: Castellammare di Stabia

Edicola alla Madonna della Libera

Edicole sacre votive

( a cura di Maurizio Cuomo )

Itinerario guidato alla scoperta di immagini votive, antiche e recenti, presenti sul territorio stabiese, traccia indiscussa di una fervente devozione popolare.

Edicola alla Madonna della Libera

Edicola alla Madonna della Libera (opera del M° Umberto Cesino)

In questa rubrica presentiamo alcuni sopralluoghi esplorativi, effettuati alla ricerca delle vecchie “Edicole votive stabiesi”  (scampati a trafugamenti, crolli e demolizioni), un minuzioso lavoro, alla riscoperta delle origini di alcune nostre secolari tradizioni sacre (prezioso patrimonio socio culturale, in parte ancora presente, assolutamente da salvaguardare e da preservare).


Centro Antico

Fontana Grande

L’Immacolata tra l’Arcangelo Raffaele e San Catello

Madonna del Rosario

Madre del Santo Amore


Castellammare Centro

Crocifisso tra le anime del Purgatorio


 Zona Collinare

Maria SS della Libera, 1888

SS. Madonna di Loreto, 1906

Terno Patre


Zona Occidentale

Madonna di Pozzano


Periferia Nord

 ( in costruzione )

Il Trieste a Castellammare (a sinistra si nota il forte borbonico prima della sua demolizione)

Il batiscafo Trieste

a cura di Antonio Cimmino

Il Trieste a Castellammare (a sinistra si nota il forte borbonico prima della sua demolizione)

Il Trieste a Castellammare (a sinistra si nota il forte borbonico prima della sua demolizione)

Nel 1953 il cantiere navale di Castellammare di Stabia registrò un interessante avvenimento scientifico e tecnologico: l’assemblaggio del batiscafo Trieste.
Il Trieste, progettato dallo scienziato svizzero August Piccard era formato da due elementi: lo scafo ed una sfera di acciaio spesso più di 12 centimetri. Lo scafo era stato costruito nel cantiere navale di Monfalcone mentre la sfera era stata costruita, in due pezzi, dalla Società delle Fucine di Terni.La professionalità delle maestranze del cantiere e la profondità del Golfo di Napoli presso Capri e Procida, furono determinanti per la composizione dell’originale battello atto a scendere a migliaia di metri nelle profondità del mare.
Piccard trovò l’entusiastica collaborazione di tecnici ed operai stabiesi nei difficili lavori di saldatura delle due semisfere e nell’adattamento allo scafo.

Galleria Immagini:

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Stabiae-book

Rubrica a cura di Gaetano Fontana

Stabiae-book

Grafica di Adriano Landolfi

Con la presente rubrica ci pregiamo di rendere fruibile direttamente on-line una ricca collezione di volumi d’epoca curata da Gaetano Fontana, tale raccolta messa spontaneamente a disposizione dal curatore e diversi altri collezionisti (che per scelta personale preferiscono comunque rimanere nell’anonimato), è messa in essere per venire incontro alle esigenze di studenti, ricercatori  e studiosi che dovessero intraprendere delle ricerche a tema. La biblioteca virtuale terrà conto esclusivamente di pubblicazioni d’epoca preziose e introvabili di autori conosciuti e non, che hanno dato lustro alla città di Castellammare di Stabia. E’ possibile scaricare il file pdf di ciascun libro e poterlo stampare liberamente in sintonia con il principio fondamentale del nostro sito che la cultura deve essere accessibile a tutti in particolare quella che riguarda le nostri origini.


Ultimi e-book inseriti:

 

AAVV

Seminario Diocesano 

Annuario  Anno Scolastico 1972-1973

File pdf

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Sacra congregazione del Concilio

Diritto di ascizione al Clero per la comunità dei preti semplici di Castellamare (1896)

Si ringrazia il dott. Carlo Vingiani

File pdf

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Sac. Raffaele Vanacore

In morte di D. Catello Gambardella (1912)

File pdf

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Tutti i Volumi

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Allegoria di Stabia - particolare (foto Maurizio Cuomo)

Allegoria di Stabia

a cura di Maurizio Cuomo

Da una lettera inviataci dal prof. Luigi Casale (di Bressanone), si evincono le tante perplessità che una persona può incontrare nell’ammirare la statua (si veda il sottostante rif. fotografico), posta in villa Comunale, a cui, purtroppo, “il vandalo” di turno, penso per una bravata, ha divelto la targhetta illustrativa.

Allegoria di Stabia (foto Maurizio Cuomo)

Allegoria di Stabia (foto Maurizio Cuomo)

Come vedremo la lettera, scritta da Luigi, in quanto persona colta (per supposizioni e interpretazioni) non si discosta poi tanto dalla realtà e con un po’ di fantasia, dà al lettore, nuovi interessanti motivi di riflessione. Ma il prof. Casale di certo rappresenta un caso raro, di certo non tutti, siamo in grado di interpretare cosa voglia esprimere con esattezza un artista con una determinata opera, e quindi mi chiedo: cosa potrà mai capire di questa statua, un turista di medio livello culturale, che non conosce affatto la storia della nostra Castellammare? Faccio pertanto appello, e ringrazio anticipatamente gli amministratori locali se vorranno investire qualche centesimo per allocare nuovamente ai piedi della statua una targhetta illustrativa, a beneficio di quanti, nel visitare Castellammare dovessero ammirare quello che per ora può considerarsi solo un “anonimo” monumento.


Ecco la lettera inviataci dal prof. Luigi Casale:

“Caro Maurizio, esiste una esplicitazione univoca (quella dell’artista oppure quella del committente) dei simboli della statua ritratta in foto, collocata alla fine del lungomare?
Il soggetto è evidente: una madre fugge e protegge il bambino da un mostro minaccioso. E’ fango o fuoco quello che le avvolge i piedi?

Certo, tra gli elementi simbolizzati c’è la vita (la maternità); se vuoi: la storia. E in entrambi i casi, quale che sia il rimando simbolico, di conseguenza anche l’affanno. Ma anche l’amore, la speranza, il progredire (che è pure progresso) verso un punto di salvezza. Naturalmente. Tutto questo nell’atteggiamento ansioso della mamma e nel fiducioso abbandono del figlio. La donna potrebbe rappresentare le mamme di Castellammare, o la Mamma, in generale. Esse proteggono i figli, e per essi si prodigano nel tentativo di offrirgli una prospettiva di vita più sicura e più serena. O è la stessa città, Castellammare, come compagine civile e sociale, storicamente definita (per esempio: quella romana, quella medievale, quella attuale e presente) che, già toccata dal male che l’afferra, proietta il figlio verso una riconquistata sicurezza.
E quel mostro personificato chi rappresenta? Dall’indicazione della donna (mano, sguardo) si direbbe il Vesuvio. O il mare. E se quel diavolo dalla testa alata invece di essere una forza della natura, fosse un’entità morale, o sociale? Un mostro che vive in noi, individui e collettività, e proprio per questo ci insidia da vicino? Qualcosa che la società stessa produce. Non dirmi che sono acqua e vento quelli che avvolgono la donna. Per cortesia, procurami ragguagli e notizie della sua collocazione: storiche, estetiche, sociologiche, e politiche.

Un saluto affettuoso. Luigi Casale”.


Corrispondenza di risposta:

Carissimo Luigi, la statua, da lei fotografata in villa Comunale, è intitolata “Allegoria di Stabia”. Questo monumento in bronzo fuso, opera dello scultore molisano Alessandro Caetani, fu inaugurato il 13 aprile 2003. La statua raffigura una donna che tenta di sfuggire alle ire del Vesuvio (gioia e dolori della storia cittadina stabiese). Continua a leggere

Villa Angelina

Eugenio Cosenza, 10 aprile del 1863

articolo a cura di Corrado Di Martino

Il 10 aprile del 1863, alle ore 9,00, nacque a Castellammare di Stabia, l’architetto Eugenio Cosenza; figlio di Don Francesco (fu Pasquale Cosenza) di 30 anni, possidente e, Donna Teresa Calvanese di anni 28. Al tempo abitavano nella strada Coppola (via cinquecentesca della nostra cittadina). Fu battezzato in Cattedrale l’11 aprile dello stesso anno con i nomi di Eugenio, Riccardo, Luigi. Eugenio era fratello del più conosciuto Giuseppe Archeologo.

Villa Vollono e Vesuvio – foto proprietà famiglia Gatti

Si laureò a pieni voti presso l’Università di Napoli. Ivi residente alla via Ventaglieri, nell’agosto del 1893, nella sez. Chiaia del Capoluogo, sposò Guendalina Arata di 25 anni, nativa di Civitavecchia, figlia di Alessandro e Luisa Scultheis o Scullheis. Prepotentemente, Il giovane progettista, si inserì nell’albo d’oro degli anni altrettanto fulgidi, posti tra fine ottocento ed inizio secolo successivo. Castellammare di Stabia, era divenuta una delle località à la mode per tantissime nobildonne, nobiluomini, intellettuali, artisti e politici; ma anche, e poi soprattutto, per professionisti e gente comune sia italiani che di provenienza internazionale, che la frequentavano. Continua a leggere