Archivi tag: Castellammare di Stabia

Facezie d’altri tempi

Facezie d’altri tempi

Si narra di un’avventura ( Stabiesi: gioiosi e irriverenti ) – o disavventura? – che tre stabiesi, simpatici burloni, ebbero una domenica dell’anno 1935 o giù di lì. E come da una loro facezia si fosse originata l’ilarità dei paesani, occasionali festivi passeggeri del tram cittadino. Continua a leggere

Il 1948 e dintorni

Il 1948 e dintorni

articolo del dott. Raffaele Scala

Le paure borghesi e clericali del comunismo e dei comunisti stabiesi in una relazione delazione di un democristiano del 1948.

Premessa

Questo eccezionale documento, figlio del suo tempo, è la precisa fotografia del clima di odio, di rancore, di silenziosa, strisciante guerra civile in atto nel Paese nell’immediato secondo dopoguerra, di come in molti si covava la certezza di una rivoluzione comunista ormai prossima, provocando paura, tensione e, come leggeremo tra qualche riga, delazioni di ogni sorta su presunti fatti e misfatti dei “terroristi rossi”, questi “velenosi serpenti” che avvelenavano le notti insonni dei notabili democristiani, dei quali gran parte provenienti dalle file del crollato regime fascista e gattopardescamente adattatasi alla nuova realtà. Non pochi, infatti, si erano infiltrati nello stesso PCI, provocando non poche tensioni nella base dello stesso partito, uomini e donne che avevano subito ogni sorta di angheria nel corso del ventennio, molti dei quali erano stati costretti ad emigrare in Francia se non oltre Oceano, altri avevano pagato con il licenziamento, la miseria, il carcere e il confino politico. In tanti sottoposti a continui, estenuanti controlli polizieschi, sottoposti al carcere preventivo ogniqualvolta veniva in visita qualche alto funzionario del regime.

In realtà, purtroppo, nulla sappiamo di questo Domenico Gambardella,  Segretario Politico della sezione di Scanzano, il Villaggio, “ Cittadella Rossa”, come la definisce l’estensore di questa vera e propria relazione delazione, non mancando di sottolineare la pericolosità, non solo degli uomini, ma anche delle donne comuniste, impegnate nella durissima campagna elettorale del 18 aprile 1948, facendo nome e cognome e citando fatti che, a leggerli, fanno unicamente sorridere. Riproponiamo questo prezioso documento storico integralmente, con tutti gli strafalcioni, che faranno sorridere o inorridire chi legge, ma non potevamo metterci mano, si sarebbe perso il sapore gustoso di questo egocentrico militante integralista cattolico, perso nei suoi sogni di gloria, passando senza rendersene conto dalla formale denuncia di un fatto, alla delazione, fino a scadere nel classico pettegolezzo, al ridicolo ruffianismo spicciolo di un qualsiasi don Abbondio di provincia, esaltando le locali forze dell’ordine e in particolare il maresciallo dei carabinieri, già noto anticomunista e il Commissario Capo della Pubblica Sicurezza per aver risolto brillantemente un caso di omicidio, quello di Giovanni Ferrara ucciso a metà agosto dalla giovane amante, Giuseppina Lo Sapio, su istigazione di un altro suo amante, il maturo, ma benestante Francesco Tramontano, da Marigliano.

Politica, pettegolezzi e gossip erano dunque le passioni del nostro relatore, delatore.

Castellammare di Stabia, prossima ad essere riconosciuta come la Stalingrado del Sud, era una delle poche isole rosse della Campania, con un antica e consolidata classe operaia capace di diventare classe dirigente, portando al governo della Città il primo sindaco socialista nel 1920 e il primo sindaco comunista nel 1946.  Una delle prime città a subire la violenza fascista nel gennaio 1921 con l’assalto al Municipio rosso guidato da Pietro Carrese, provocando l’ennesimo eccidio passato alla storia col nome di Strage di Piazza Spartaco, con sei morti, decine di feriti e centoventi arresti. La stessa Città capace di sollevarsi contro l’occupazione nazifascista del settembre 1943, provocando trentadue morti e oltre duemila deportazioni, di cui soltanto meno della metà tornarono a casa,  meritando la Medaglia d’oro al Valor Civile e di votare compatta a favore della Repubblica il 2 giugno 1946. Continua a leggere

L’Arcangelo Raffaele

L’Arcangelo Raffaele

articolo del dott. Tullio Pesola

Chiesa sconsacrata di San Raffaele Arcangelo (foto Maurizio Cuomo)

Chiesa sconsacrata di San Raffaele Arcangelo (foto Maurizio Cuomo)

Come stabilito nel Concilio Ecumenico Vaticano II, dal 1969 si celebra in un solo giorno, il 29 settembre, la festa in onore dei Santi Arcangeli di Dio: Michele, Gabriele e Raffaele. Fino ad allora la Chiesa li onorava solennemente in tempi diversi, vale a dire, il 29 settembre Michele, il 24 marzo Gabriele ed il 24 ottobre Raffaele. Molto devota a San Michele, che si venera nella Parrocchia del SS. Salvatore a Scanzano, la nostra Città si sente legata con pari affetto anche all’Arcangelo Raffaele, al quale era stato dedicato -a breve distanza dal Santuario della Madonna della Libera- un tempietto sul monte detto di San Cataldo, fatto erigere (non so dirvi quando) dalla famiglia Spagnuolo, proprietaria, nonché titolare fino a pochi anni fa, del superbo complesso “Gran Caffè Napoli”, che potremmo definire, certi di non incorrere in alcuna smentita, il “Gambrinus” di Castellammare di Stabia… Continua a leggere

Croce al Monte Pendolo

Monte Pendolo e le sue Croci

articolo a cura di Maurizio Cuomo

Il Sovrintendete Michele Palumbo, nella sua antologia storica “Stabiae e Castellammare di Stabia”, edita nel 1972, in un suo articolo descrive in maniera encomiabile il monte Pendolo e le vicende inerenti alle sue due Croci, eccone i particolari:

Croce al Monte Pendolo

Croce al Monte Pendolo

Dalla catena dei Monti Lattari, al cui cui centro si erge il Faito con le sue cime del Canino e del Molare, si distacca, come sentinella avanzata a protezione della pianura stabiese, il monte Pendolo, alto 618 metri e ricco di lussureggiante vegetazione, con viti speciali che producono un vino poderoso. Superato il territorio del comune di Pimonte, che forse prese tal nome proprio per essere al piè del monte, e a cui oggi si accede comodamente a mezzo di strada asfaltata, comincia l’erta vera e propria, che va affrontata per vie mulattiere per giungere sulla spianata dove sorge la Croce. Continua a leggere

Luisella Viviani

Luisella Viviani

( breve biografia a cura di Enzo e Martina Cesarano )

Luisella Viviani

Luisella Viviani (Immagine tratta dal web)

Luisella Viviani nasce a Castellammare di Stabia, il 5 ottobre 1885, da Teresa Sansone, casalinga e Raffaele Viviano (il cognome per motivi artistici fu poi cambiato in “Viviani” dal fratello Raffaele) impresario teatrale presso “l’Arena Margherita” di Castellammare di Stabia.

Luisella Viviani - atto di nascita (archivio LiberoRicercatore.it)

Luisella Viviani – atto di nascita (archivio LiberoRicercatore.it)

La famiglia Viviano, in quel periodo non ebbe vita facile, infatti, pochi mesi dopo la nascita di Raffaele (tre anni più piccolo di Luisella), dovette fare i conti con una forte crisi economica. Questo episodio determinò la carriera artistica tanto di Luisella quanto del fratello: il padre decise di trasferirsi con tutta la famiglia a Napoli dove fondò il teatro “Masaniello”, celebre palcoscenico in cui debuttarono, nello stupore degli astanti, i due fratellini (Raffaele, aveva appena 4 anni).

Luisella, con quella sua aria zingaresca”, conquista, ben presto, l’attenzione e l’ammirazione degli intellettuali napoletani, come Salvatore Di Giacomo e Ferdinando Russo, i quali vedevano in lei l’interprete ideale delle canzoni popolari napoletane. Compiuti 16 anni entrò a far parte della compagnia di Salvatore De Muto, l’ultimo grande Pulcinella.
Fu così che Luisella si affermò, ottenendo un successo straordinario, cantando le canzoni composte dal giovane fratello Raffaele, come “Prezzetella”, “Bammenella ‘e copp”e quartiere” e “Fore ‘o vascio”, divenute famosissime grazie alle sue interpretazioni: “’E stroppole ‘e Luisella”. La collaborazione tra Raffaele e Luisella si interruppe, però, ben presto: la cantante, infatti, si ritirò dalle scene dopo il matrimonio con Arturo Vietri.
Vi ritornerà nel 1919, nella Compagnia del fratello, in qualità di prima donna, dove i grandi personaggi femminili, creati dal fratello, trovano in lei un’interprete impareggiabile, per la sua straordinaria forza espressiva e per la sua gestualità. Continua a leggere