Ricordi
di Clara Renzo
Era di maggio quando noi bambini vedevamo, dal lungomare Garibaldi, gli operai che cominciavano a piantare le palafitte nella sabbia. Solo allora sapevamo che era tornata l’estate. Altri pochi giorni di scuola e poi sarebbero cominciate le vacanze che, a quei tempi, duravano fino al 30 settembre (la scuola cominciava il 1 ottobre).
Con la mia famiglia abitavo allora alla Via 1° De Turris. Tutte le mattine mia madre ci dava 200 lire ed io e mio fratello ci avviavamo tenendoci per mano. Passavamo sotto l’Arco di San Catello. Bastava attraversare e già vedevamo il mare. Al Lido Moderno si pagava 100 lire, alla Limpida 50. Noi andavamo al Moderno. Mia madre arrivava dopo poco con i panini e l’acqua. Avevamo fatto amicizia con i figli dei forestieri e, mentre mia madre giocava a carte con i genitori, mio fratello ed io, insegnavamo a nuotare ai figli. Per lo più i forestieri venivano dai paesi dell’entroterra campano e dunque non sapevano nuotare. Ricordo che, negli anni ’50, il bikini era proibito.
Al Moderno veniva anche la miss Stabia di quell’anno (il ’55), che abitava proprio sul lungomare in quel bel palazzo rosso pompeiano, categoricamente in bikini. Ma portava il cambio e, quando arrivavano i carabinieri, correva in cabina a cambiarsi.
Verso agosto, quando i nostri amichetti villeggianti erano ormai esperti di nuoto, prima che tornassero ai loro soffocanti paesi, dovevano superare la grande prova: attraversare con noi, le prime pinnole, le seconde pinnole e le terze pinnole che erano delle secche che permettevano di riposarsi lungo il viaggio verso il molo. Che incoscienza! Continua a leggere