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Ettore Tito

Ettore Catello Tito

brevissima biografia a cura di Maurizio Cuomo

ETTORE CATELLO TITO, nacque a Castellammare il 15 dicembre 1859, dal capitano Ubaldo e Luigia Novella, ma lasciò presto la città per trasferirsi a Venezia, ove frequentò l’Accademia di Belle Arti. Ispirato alla pittura del Tiepolo, ben presto raggiunse un’ottima fama, esponendo a Parigi, Berlino, Stoccolma. Ebbe il Gran Premio della Biennale di Venezia del 1897 e la Medaglia d’Oro all’esposizione Mondiale di Parigi del 1900.

Ettore Tito

Ettore Tito

L’affinità ideale che lo univa al Tiepolo fece si che fosse affidato a lui l’affresco della volta della chiesa degli Scalzi a Venezia che era stata distrutta nel 1915 da un aereo austriaco. Sue opere si trovano in tutti i musei italiani ed europei. Morì a Venezia nel 1941 all’età di 82 anni. Continua a leggere

Il Munaciello a Castellammare

articolo di Maurizio Cuomo

'o munaciello

‘o munaciello

Un episodio misterioso raccontato in modo minuzioso e con particolari realistici, potrebbe suscitare in chi ascolta interesse; naturalmente però, se viene raccontata una vecchia storia sbiadita dal tempo, tramandata da padre in figlio, magari per diverse generazioni, diventa tutto molto più affascinante e coinvolgente dal punto di vista emotivo.
A volte però, accade che la vecchia storia protratta per decenni, subisca nel tempo delle involontarie modifiche, imputabili per lo più, all’innato estro narrativo di chi racconta (omissione di tracce ritenute poco importanti, piccole dimenticanze o addirittura inserimento di nuovi particolari per rendere il tutto più credibile). Questa involontaria, ma continua alterazione della versione originale del racconto, può trasformare la vecchia storia, generando (se questa è già molto radicata) addirittura una credenza popolare di straordinario impatto suggestivo.
La nostra tradizione è talmente ricca di credenze, che sarebbe arduo farne un preciso conteggio; tra di esse, però, spesso si sente parlare di fantasmi, licantropi (il cosiddetto Lupo Mannaro) e monacielli. In questa pagina cercheremo di analizzare per quanto possibile il fenomeno “Monaciello”, ossia quella presenza inafferrabile e misteriosa che per anni è stata protagonista delle cosiddette storie da focolare, raccontate dagli anziani di famiglia.

Origini della credenza
Secondo alcuni scritti (dei quali, però, non garantiamo l’effettiva attendibilità), la credenza del Munaciello a Napoli era già in essere nel 1578, quando nel “Pragmatica de locto et conduco” (raccolta di leggi che regolavano gli affitti), veniva dedicato un intero articolo sul Munaciello, stabilendo che se il locatario veniva assalito da un Munaciello poteva lasciare l’abitazione senza pagare l’affitto. Continua a leggere

Pensione Weiss: Il signore del N. 41

Pensione Weiss: Il signore del N. 41

a cura di Giuseppe Zingone

Paul Hindenburg, Bundesarchiv bild 183-C06886

Diversi anni or sono, veniva pubblicato sull’Opinione di Stabia, un interessante articolo, tratto dal meraviglioso libro di Piero Girace, Le acque e il maestrale. Il brano inizialmente enigmatico possiede in sé, una rara bellezza evocativa della storia, che il giornalista e critico d’arte stabiese, meravigliosamente ripresenta. Mancava a liberoricercatore questo, che sarà il primo di una serie di documenti dedicato a Piero Girace. La penna del barone non è solo uno strumento di scrittura; egli dipinge, rievoca, ripresenta e coinvolge, siamo anche noi lì, con i tipi, i figuri, i protagonisti, introiettati e coinvolti nelle vicende di Castellammare. Continua a leggere

Castellammare di Stabia 1927

Castellammare di Stabia 1927

a cura di Giuseppe Zingone

Antonio Mancini, ritratto del critico Saverio Kambo, olio su tela, cm 100 x 80

Francesco Saverio Kambo, nacque a Roma nel 1876 ed ivi morì nel 1933.1Autore di numerosi articoli a tutt’oggi presenti nell’enciclopedia Treccani. Fu avvocato, professore, giornalista, critico d’arte, membro della Commissione drammatica di Roma e di quella Superiore di Storia ed Arte del Comune. Autore di originali ed applaudite commedie e drammi (Il dovere, La Sfinge, Suor Maria, La luce, La cortigiana,La sirena degli Eroi, il Figlio, Nella lieta stagione) di Novelle castellane, Monografie, e di libretti lirici, come: Per la Patria! dramma lirico per musica di Goffredo Cocchi (Rieti, Teatro Vespasiano, 30 agosto 1905); Esvelia, tratto da Heine, tragedia lirica 1 atto, musicato di Igino Robbiani (Roma, Costanzi, 27 novembre 1911); Czernagora, dramma, mususicato di Filippo Guglielmi (ediz. Sonzogno).2

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  1. La morte di Saverio Kambo è attestata in questo documento della Regia Prefettura di Roma: l’eredità relitta da Kambo Francesco Saverio deceduto in Roma il 10 Aprile 1933 all’età di anni 57. In: Foglio degli annunzi Legali della provincia di Roma, Anno XII, numero 49, di martedì 19 Giugno 1934, pag. 1192.
  2. Kambo Saverio in: Carlo Schmidl, Supplemento al dizionario universale dei musicisti, (appendice al primo e secondo volume), Sonzogno 1938, pag. 429.

Consalvo Carelli e Castellammare

Consalvo Carelli e Castellammare

di Giuseppe Zingone

Consalvo Carelli, autoritratto

I Carelli

La famiglia Carelli è originaria di Noci (Bari). Raffaele Carelli nacque a Monopoli il 25 settembre del 1795 da Settimio Carelli, pittore storico e decoratore.
Lord Napier racconta che Raffaele nel 1812, già era noto per eseguire piccoli ritratti e si era fatto una certa fama a Bari dove dimorò un anno.
Il 15 agosto del 1815 arrivò a Napoli dopo un pittoresco viaggio e vi fu accolto da uno zio canonico. Entrato nello studio del restauratore Ciappa, ebbe la fortuna di conoscere il poeta Gioacchino Ponte, che lo presentò in casa Meuricoffre,1dove conobbe la celebre cantante e pittrice di ritratti in miniature, Celeste Coltellini,2con la quale studiò e di cui sposò, qualche anno dopo la nipote Rosa. Nel 1818 gli nasceva il figlio Gonsalvo. E nel 1819-1820 lo ritroviamo nello studio di Pitloo pel quale dipingeva le figurine nei paesaggi. Qui conobbe Gigante, Vianelli, lo Smargiassi e si legò d’amicizia con essi, dedicandosi, più che per l’innanzi, al paesaggio. Continua a leggere

  1. Nella Napoli del XIX secolo, il cognome Meuricoffre era sinonimo di banchieri. Questa famiglia, originaria del canton Turgovia, ha ricoperto un ruolo di primo piano nell’economia meridionale.
  2. Celeste Coltellini, soprano italiano (1760-1828), sposò a Napoli il banchiere svizzero Mericoffre, titolare di una banca nella città partenopea.