Archivi tag: castellammare

Il Gesu’ morto e san Catello

Sapendo che amo tutto ciò che riguarda Castellammare, qualche giorno fa, il mio amico Massimiliano Greco, mi ha fatto dono di una litografia di fine Ottocento (prodotta dalla stamperia Apicella di Napoli, di San Biagio dei Librai).

La suddetta, rappresenta Gesù morto, che sale al cielo fra le braccia del Padre sorretto dallo Spirito Santo (la Santissima Trinità) e da due angioletti, ai cui piedi ci sono: a sinistra, la Madonna Addolorata e a destra San Catello.

La stampa (in origine monocromatica), incollata su un pezzo di compensato, appartenuta al padre di Massimiliano, il caro don Antonio Greco (famoso maestro presepista stabiese).

Una vecchia stampa e amici

Una vecchia stampa e amici

Purtroppo non conosco bene la storia di questa stampa e di come sia arrivata a noi. Parlandone con il mio amico, Umberto Cesino, gli chiesi: “Maestro, ma è possibile pitturarla? Lui di tutta risposta, mi disse: “Fammela visionare e poi valutiamo se è possibile un po’ di restauro”. Continua a leggere

Scupatore (antichi mestieri)

Antichi mestieri stabiesi

Conoscere il micro-passato (il normale quotidiano soggettivo) può essere utile a capire la crescita economica e culturale di una intera popolazione. Questa modesta ricerca degli antichi mestieri (estinti e sopravvissuti), potrebbe aiutare a delineare con più chiarezza una parte dimenticata di vita stabiese vissuta.

Maurizio Cuomo


‘o Scupatore
( a cura di Maurizio Cuomo )

Il termine moderno “operatore ecologico”, con il quale genericamente viene identificata una vasta categoria di manodopera operaia (meccanizzata e non), interessata all’attività di pulizia e alla raccolta di rifiuti dall’ambito urbano, ha quasi definitivamente rimpiazzato il caratteristico termine di “Scupatore” adoperato nel dialettale per identificare la vecchia figura professionale dello spazzino (netturbino).

L'organico per il servizio di nettezza urbana ai piedi di Palazzo Farnese (fine anni '50)

L’organico per il servizio di nettezza urbana ai piedi di Palazzo Farnese (fine anni ’50)

Questa professione (il cui termine traeva chiare origini, dalla grossa scopa di saggina, adoperata per la pulizia delle strade), simbolo del ceto povero della società, ha ispirato i pensieri di eccelsi poeti napoletani, tra di essi ricordiamo alcuni versi emblematici del nostro Raffaele Viviani, tratti dalla poesia “‘O scupatore”:

“[…]E’ nu brutto mestiere, ‘o scupatore!
E io vo dico cu tutta l’esattezza,
pecchè ce so’ nato int”a munnezza;
e tengo competenza e serieta’. Continua a leggere

La cabina Climatometrica in Villa Comunale

a cura di Maurizio Cuomo

La cabina climatometrica e meteorometrica nella villa comunale

( dedicata al caro amico Antonio Sessa, artista stabiese, profondo e sensibile )

Fra le attività promosse dall’Azienda Autonoma di Cura Soggiorno e Turismo c’è da segnalare l’impianto, nella villa comunale, della cabina climatometrica e meteorometrica.

La Cabina climatometrica

La cabina climatometrica e meteorometrica nella villa comunale

Dopo la pubblicazione del Decreto 27 agosto 1960 n. 1042 del Presidente della Repubblica sul nuovo ordinamento delle Aziende, il locale Consiglio, che già veniva carezzando l’idea della necessità di dare a Castellammare “incremento all’Industria del sole e del clima, per la quale possediamo materiale incomparabile insieme alle numerose sorgenti di acque minerali ed ai nuovi Scavi di Stabiae”1, nella tornata del 12 dicembre 1960 procedette a deliberare gli impegni per l’impianto della cabina. Continua a leggere

  1. Così è testualmente detto nella deliberazione del Consiglio dell’Azienda in data 12 dicembre 1960

Antichi mestieri: ‘o muzzunaro

Antichi mestieri stabiesi

Conoscere il micro-passato (il normale quotidiano soggettivo) può essere utile a capire la crescita economica e culturale di una intera popolazione. Questa modesta ricerca degli antichi mestieri (estinti e sopravvissuti), potrebbe aiutare a delineare con più chiarezza una parte dimenticata di vita stabiese vissuta.

Maurizio Cuomo


‘o Muzzunaro

( a cura di Maurizio Cuomo )

'o Muzzunaro

‘o Muzzunaro

Quello del “Muzzunaro”, figura molto povera, operante nel recupero di tabacco (ricavato dalla raccolta di cicche di sigarette) da rivendere a basso costo, è oggi un mestiere poco ricordato ed in taluni casi addirittura dimenticato. Questa attività, effettuata essenzialmente per il bisogno di sopravvivere alla povertà, veniva svolta perlopiù da anziani e da scugnizzi di strada. Il recupero dei mozziconi di sigaretta, avveniva sia “a mano” (costringendo l’operatore di sorta a chinarsi in continuazione), o molto più agevolmente mediante un apposito bastone dalla punta acuminata. Continua a leggere

Nascita di Castellammare di Stabia

articolo del prof. Giuseppe D’Angelo

(tratto da: I Luoghi della Memoria. Il centro antico di Castellammare di Stabia. Pompei, Tip. F. Sicignano, 1990. Eidos, Nicola Longobardi Editore. Pagg. 39 e 47)

Pacichelli, Castellammare 1701, collezione Gaetano Fontana

Pacichelli, Castellammare 1701, collezione Gaetano Fontana

Per la sua conformazione orografica la città di Castellammare di Stabia è, per così dire, articolata su due livelli. Un’angusta collina di forma semicircolare che l’avvolge, da Pozzano, le Fratte, Quisisana, Monte Coppola, Scanzano, Varano, e una pianura stretta all’inizio, sul lato sud, che man mano si amplia procedendo verso nord, formata prevalentemente da una serie di piattaforme alluvionali.

E’ da presumere che nell’antichità la pianura fosse molto più esigua di oggi, per cui i primi abitanti delle nostre terre edificarono le proprie abitazioni proprio sulla collina. A conferma di ciò va ricordato che gli scavi effettuati – sia sistematicamente sia a caso – hanno riportato alla luce antichi reperti proprio a Pozzano (nel XVI secolo), le Fratte, Quisisana (secc. XVIII-XX), Monte Coppola (sec. XX) e, principalmente a Varano (secc. XVIII-XX), come noto a tutti; anche se ritrovamenti sporadici vengono segnalati sin dal sec. XVI.

Dall’esegesi storica di alcuni documenti si deduce che prima del periodo angioino era impossibile abitare a valle, perché luogo paludoso, e perciò soltanto dal 1284 inizia il movimento migratorio dalle colline di Visanola a valle. Continua a leggere