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Castellammare: pubblicità d’epoca

Castellammare: pubblicità d’epoca

a cura di Maurizio Cuomo

Ristoranti ed esercizi commerciali stabiesi (anno 1923)

Ristoranti ed esercizi commerciali stabiesi (anno 1923)

Le immagini pubblicitarie d’epoca, illustrano o meglio permettono di inquadrare la fiorente attività economica, goduta dagli imprenditori, dai commercianti (e di riflesso dagli stessi cittadini stabiesi), che senza alcuna “sofisticazione” pubblicitaria (potrebbe risultare retorico, ma mi è doveroso ricordare che Castellammare offriva e offre ancora una miriade di opportunità: clima, monti, mare, acque, patrimonio archeologico, straordinarie attrattive storico/monumentali, artigianato locale, importanti tradizioni, ecc. ecc.), sopperivano a qualsivoglia esigenza del turista.

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‘O Pazzariello

articolo del dott. Tullio Pesola

Giuseppe Marotta definiva ‘o pazzariello “uno strano miscuglio di banditore e di giullare”. Infatti, questa figura burlesca, molto diffusa e caratteristica di una Napoli compresa tra la fine del Settecento e la prima metà del Novecento, si trasformava in fine banditore che improvvisava scene comiche e pantomime per le vie di Napoli e… non solo di Napoli. Testimonianza ne è l’immagine a seguire, che ci mostra il noto attore Ugo d’Alessio che per un film di Montillo, interpreta un pazzariello nella piazza dell’Orologio di Castellammare di Stabia, nell’atto di attirare i passanti con i suoi strampalati spettacolini.

L'attore Ugo d'Alessio, interpreta 'o Pazzariello in piazza "Orologio" (foto segnalata dal dott. Tullio Pesola).

L’attore Ugo d’Alessio, interpreta ‘o Pazzariello in piazza “Orologio” (foto segnalata dal dott. Tullio Pesola).

Vestito in modo molto vistoso, con balli, danze e filastrocche era solito annunciare l’apertura di nuovi negozi. Un piccolo gruppo di suonatori, composto per lo più da tamburino, putipù, scetavajasse e triccheballacche, sottolineava fragorosamente le frasi elogiative di questo singolare personaggio, mentre si muoveva – come si diceva – a passo di danza per le vie del rione. Continua a leggere

Lettere alla Redazione (anno 2015)

Lettere alla Redazione

Lettere alla Redazione

Domenica, 27 dicembre 2015   (Rosetta Schettino)
“Buonasera sono Rosetta Schettino e abito sopra via Viviani. A dire il vero, visto che ho 77 anni e non so come funziona il compiuter, vicino alla tastiera c’è mia figlia Antonietta.
A verità neanche mia figlia sa bene come funziona, lei abita nel vico sopra del mio e fa la casalinga, mentre suo marito Catello, lavora dereto il mercato perché c’ha il camion della frutta. Comunque penso che il messaggio vi arriva comunque.
Vi scrivo perché ho saputo che in questo vostro sito parlate della città in cui abito e volevo dirvi grazie. Complimenti vi seguo sempre e ho anche fatto alcune ricette da voi pubblicate
“.

Con affetto. Rosetta Schettino.


Sabato, 26 dicembre 2015   (Prof. Giovanni Esposito)
“Buonasera, sono il professore Giovanni Esposito, insegnavo al Liceo storia dell’arte e disegno.
Sono appassionato di lettere antiche e storia di Castellammare, il mio più grande rammarico è stato non aver insegnato al Liceo Plinio Seniore di Castellammare di Stabia, culla della cultura della civiltà occidentale.
Si, credo di non esagerare se sostengo alla mia veneranda età il primato assoluto della città di Castellammare sulle bestie e sui cani che popolano questa nostra martoriata civiltà, senza trascurare gli imberbi che la gozzovigliano senza non avere mai implorato un barlume di speranza senza nessun intento.
Ebbene, cari appassionati come me della storia di questa città nella quale neanche oggi, a oltre ottanta anni riesco a vivere per colpa di mio genero Giuseppe che doveva prendersi per forza il posto come infermiere alla clinica di Pompei, ebbene amici cari, mai, mai ho pensato di disdire i miei natali e senza alcun retratto. Continua a leggere

Paradosso stabiano

( a cura di Maurizio Cuomo )

Dando per scontato che tutti gli affezionati lettori di liberoricercatore.it conoscano la millenaria storia della nostra Castellammare, che più di una volta, superando periodi bui e disastrosi, si è rialzata fino a divenire la Castellammare dei bei tempi che furono, oggi vorrei sottoporre alla vostra attenzione un altro passo tratto dal “Cenno storico descrittivo…” del Parisi, datato 1842, per raffrontare, capire e valutare cosa, come e soprattutto perché sia cambiata tanto la nostra città, fino a divenire così decadente.

Il mercato a Castellammare (Giacinto Gigante - XIX sec.)

Il mercato a Castellammare (Giacinto Gigante – XIX sec.)

“Castellammare prossima alla capitale del regno di Napoli, in deliziosa posizione situata, luogo centrale pel commercio del mediterraneo la diresti nel regno seconda in rinomanza dopo la città di Napoli. Nel suo porto oltre a 1500 bastimenti approdano in ciascun anno ed il numero dei nazionali e degli esteri che a vivere deliziosamente i caldi giorni estivi assiduamente vi si reca i sei mila individui oltrepassa. Le più distinte persone civili e diplomatiche vi sono comprese e quelle di reale famiglia. La fama delle sue acque minerali e dei salutari suoi bagni, la eccellenza dei suoi viveri la rendono sommamente frequentata del paro che le vicine memorie romane la sua posizione il desiderato suo clima. La industria e la coltivazione vi sono nel miglior fiore – svegliati i talenti – amato il dotto sapere – gustate le arti belle – tutto la dice prossima ad essere del bel numero uno, cui degna e pur certo di aspirare. Belle strade deliziose passeggiate – decenti edifizi – buone chiese – alberghi – casini e tutto quanto al bel vivere si addice si trova in esso…”. Continua a leggere

La cantata dei pastori

ricordi e osservazioni del prof. Luigi Casale

La cantata dei pastori

“Cantata dei Pastori” anno 1934 (circa): si distinguono in scena Gaetano Cuomo (Razzullo), Vincenzo Cuomo (diavoletto) e Pasquale Esposito (diavolo) – foto gentilmente concessa dal compianto Beppe Cuomo.

Spesso si sente parlare di “tempi forti”. L’espressione si riferisce ai momenti della nostra vita particolarmente significativi, dove maggiori sono l’impegno personale e la consapevolezza. Generalmente se ne parla con spiccata allusione alla vita dello spirito e alla originalissima esperienza morale, individuale e personale. Oppure nei momenti delle grandi scelte. Chi conserva una visione trascendente della vita e della storia, dell’una e dell’altra si fa una rappresentazione ideale e al confronto di quella vorrebbe parametrare le proprie vicende umane, sia quelle personali che quelle collettive, familiari, sociali, storiche e politiche.

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