(ricetta di Rosato Raffaela)
Vi sentite figli del mare o della pubblicità? Questa domanda che all’apparenza può sembrare assai bizzarra è fondamentale per introdurvi a questo scritto.
Se vi sentite figli del mare andate avanti nella lettura; altrimenti lasciate perdere perché la vostra meta non è questa. Siete destinati ai supermercati, ai luoghi in cui fa bella mostra sugli scaffali il tonno “pescato a canna”, che si “taglia con un grissino”, che se non ha la “pinna gialla” non è buono, che è pescato in “mare aperto” e ha solo “olio d’oliva”. Luoghi in cui il consumismo sfrenato e il disprezzo delle risorse naturali hanno portato quasi all’estinzione le principali specie di tonno dei nostri mari: quello rosso (Thunnus thynnus) e il pinna gialla (Thunnus albacares).
I figli del mare conoscono benissimo questa realtà e sanno, altrettanto bene, che una buona conserva di tonno può essere fatta sfruttando altre specie affini al genere Thunnus. Pesci saporitissimi che spesso restano tristemente invenduti nelle pescherie perché noi tutti, malamente indottrinati dal mezzo mediatico, abbiamo perduto la memoria di come bisogna cucinarli o conservarli.
Qui di seguito recuperiamo una parte di questo antico sapere, con la speranza che ogni stabiese voglia rimetterlo nel proprio bagaglio culturale. Vi mostreremo, passo passo, come preparare i barattoli di tonno sottolio (‘o buccaccio ‘e tunno). Continua a leggere