Eravamo felici ma non lo sapevamo!
(Malinconiche riflessioni su questi giorni tristi, note dalla clausura di casa)
del dott. Raffaele Scala
Caro Maurizio, buongiorno, per combattere la noia dello stare in casa ho buttato giù, a caldo, stamattina, queste note/riflessioni, giusto per lasciare traccia di questi giorni bui. Ti sarei grato dell’eventuale pubblicazione, se ovviamente, lo ritieni utile allo scopo. Come sempre, con amicizia al grido di: Siamo stabiesi, ce la faremo!
Eravamo felici ma non lo sapevamo quando andavamo in villa comunale per la nostra passeggiata e percorrevamo, un poco annoiati, i suoi lunghi viali, o quando, in maniera svogliata, ammiravamo il nostro golfo con il Vesuvio sullo sfondo e inalavamo il profumo della salsedine del nostro lungomare e ancora più distrattamente davamo un’occhiata ai cani che si rincorrevano felici sulla sabbia nera ricoperta, in parte, di un manto d’erba, criminale eredità di errori commessi, voglio credere in buona fede, da nostri lontani, amati amministratori comunali.
Ridevo dei tuoi eccessivi selfie, delle tue femminili arrabbiature e allora per distrarmi mi limitavo a guardare, non so, l’eterno cantiere chiuso della Casa del Fascio, pensando che prima o poi i lavori si sarebbero completati e riavremo, un giorno, la nostra biblioteca, o magari un Archivio Storico Comunale degno della sua importanza, finalmente liberato dall’abbandono nel quale versa, oppure uno sguardo fugace verso le finestre chiuse dell’Hotel Stabia, un pezzo di storia della nostra Castellammare, come l’antico edificio dell’ex Banca d’Italia, ora banca Stabiese. E all’improvviso, come sempre, tu, consapevole della mia noia, mi strattonavi svegliandomi dalle mie fantasie di stabiese innamorato della sua bellissima Città, dicendomi: Andiamo! Continua a leggere