a cura di Maurizio Cuomo
Quest’oggi, seppur brevemente, trascrivo da “Generosa ossia Stabia al Secolo Nono”, opera risalente al 1859, scritta dal sac. D. Matteo Maria Rispoli, canonico della Cattedrale di Castellammare, parte di un racconto dal quale emerge a tratti anche la figura del Generale Avitabile e dell’opera da egli edificata, la cui sagoma, ancor oggi, si erge austera e maestosa.
Buona lettura a tutti. Maurizio Cuomo
Di fianco al poggio di Varano dalla parte occidentale s’erge maestoso qual suo emulo il Belvedere Avitabile, diviso dal primo dal torrente Cannitiello sulla cui destra avvi la strada di Scanzano, e quella di Gragnano sulla sinistra. Un tal poggio viene ora conosciuto sotto il nome di Avitabile, mentre prima era detto di Salaro, dal perché fu acquistato dal Generale Avitabile.1 Continua a leggere
- D. Paolo Avitabile, nato in Agerola il 25 di ottobre 1791, giunse con i suoi meriti e valore ad essere Primo Tenente di Artiglieria in Gaeta, poi giunto in Persia ottenne in grado di Colonnello di Armata per poi arrivare al 1827 al grado di Generale dell’Artiglieria e della Fanteria da cannoni. Morì ad Agerola il 28 marzo 1850. ↩