articolo del dott. Tullio Pesola
Ad angolo del vicolo Cristallina in via Brin, di fronte all’ingresso dello stabilimento ex Vanacore, c’è una piccola bottega, dove un tempo si svolgeva servizio di bar. Si trattava di un locale gradevole, carino, un accogliente punto di ristoro a conduzione familiare, dove ogni componente aveva il suo compito ben preciso.
Alla cassa c’era la signora Anna, la moglie del titolare, che si alternava con la figlia Amalia in tale impiego; i figli Annuccia (la maggiore) e Carmine –quando gli impegni scolastici lo consentivano- erano preposti al servizio ai tavoli (solo due, a dire il vero, dati gli spazi piuttosto limitati!) ed alle consegne esterne; Pinuccia, la figlia più piccola, era seguita incessantemente dallo sguardo attento ed amoroso della mamma, e don Pasquale Sergio, il capofamiglia, addetto alla macchina del caffè ed al servizio di ristoro, passava gran parte della giornata lavorativa dietro al banco. D’inverno la clientela era costituita per lo più da dipendenti della Navalmeccanica, mentre d’estate l’attività diventava movimentata, di giorno per le innumerevoli presenze di ospiti curanti delle Terme Stabiane e di sera, invece, per quella girandola di convegni con la musica, il teatro, la moda, il divertimento ed il folklore che affascinava in tale periodo dell’anno grandi e piccoli nel suggestivo parco ex Vanacore. Continua a leggere