di Enzo Cesarano
Partendo da uno spunto dell’amico Nando Fontanella che ci ha segnalato la manutenzione di un’edicola votiva posta in via Cannavale (foto a corredo) dicendoci che il manufatto è in buono stato e non è andato perso grazie all’impegno appassionato di alcune famiglie del posto che, di tanto in tanto, si preoccupano di togliere le erbacce, ridipingere la cornice, imbiancare il muro… tenere una lucerna perennemente accesa per la gloria della figura sacra e per rischiarare il cammino dei viandanti che, ancora oggi, di là passano.
Da questa immagine, all’apparenza così scontata, dicevo, ho creduto opportuno fare una riflessione generale sulla capacità di noi stabiesi di conservare la bellezza.
Queste preziose tracce di fede popolare, di cui Castellammare di Stabia è ricca, possono insegnare: che tutti noi dovremmo cominciare a lavorare con impegno costante al recupero della città, a darci da fare fattivamente e non solo e sempre a chiacchiere. Non dovremmo dimenticare che i nostri avi ci hanno lasciato un’eredità bella, fragile e preziosa che non è un soprammobile, ma un lascito importante che richiede una costante manutenzione. Basterebbe partire da questa semplice constatazione per rimettere in ordine molte cose.
Prendiamo ad esempio questi stabiesi di via Cannavale che da anni, silenziosamente e caparbiamente, curano uno spicchio della città. Facciamolo da subito… curiamo le edicole votive, e manuteniamo tutti gli altri tesori trascurati. Per cominciare bene l’impresa salvifica, oltre al cuore mettiamoci anche la testa. Continua a leggere