nei ricordi del dott. Tullio Pesola
Per sottrarsi al pericolo di azioni belliche, diverse popolazioni, durante l’ultimo conflitto mondiale, sfollarono dalle proprie città, per trovare asilo in ambienti ritenuti più sicuri e tranquilli, prefiggendosi di far ritorno un giorno – che si auguravano “non lontano” – alle loro terre, alle loro usanze, alla loro quotidianità che spesso si rivelava vitale per la stessa sopravvivenza. Sta di fatto, però, che molti, tornando, ebbero, poi, la sgraditissima sorpresa di trovare le proprie case allo sfacelo, non perché devastate dalle bombe, ma perché altri sventurati avevano fatto razzia di quanto esse miseramente custodivano per la sopravvivenza dei loro legittimi proprietari. Si verificò, così, che tanti nostri concittadini riparassero, ad esempio, a Sant’Antonio Abate o giù di lì, in luoghi, cioè, che ritenevano che non sarebbero stati presi di mira dal nemico. Ironia della sorte, però, si ebbe anche che alcune famiglie dell’avellinese, del beneventano o di altra località sfollassero nella nostra città da essi ovviamente ritenuta meno esposta alle offese nemiche. Punti di vista! Una di queste, proveniente da Volturara Irpina, una località della provincia di Avellino, e composta da marito,
moglie e tre figlie, trovò alloggio nel palazzo di Terrone in via Brin. Continua a leggere…