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Ll’urdemo craparo

di Maurizio Cuomo

Domenica, 24 luglio 2016, Giuseppe Di Martino, ha salutato per l’ultima volta l’amena collina di Madonna della Libera, in cui viveva. Nativo di Pimonte, ma cresciuto e vissuto da sempre a Castellammare di Stabia, “Peppe ‘o craparo” (questo l’appellativo con il quale veniva soprannominato), era dedito alla pastorizia caprina, una delle forme più antiche di allevamento praticata a gregge. Un lavoro duro, fatto di sacrifici, quello del pastore che aveva reso Peppe un vero e proprio personaggio del posto.

Peppe 'o Craparo (foto Maurizio Cuomo)

Peppe ‘o Craparo (foto Maurizio Cuomo)

La triste notizia della morte di Peppe, dataci dal naturalista Ferdinando Fontanella, suo caro amico, turba e non poco, i componenti del nostro gruppo escursionistico che si erano letteralmente abituati alla presenza di questo bravissimo uomo e del suo gregge di capre tra i monti stabiani. Sovente, infatti, lo incontravamo allo “Scurorillo”, alla Vena del Brigante, sul sentiero per Capo d’Acqua e ogni qualvolta, in punta di piedi, “invadevamo” il suo territorio per qualche nostra ricerca. Con lui eravamo soliti scambiare quattro chiacchiere… amavamo intavolare argomentazioni semplici sul quotidiano vivere. Se dovessi definire Peppe con un aggettivo, infatti, utilizzerei  proprio il termine “semplice” (come la sua persona).  Continua a leggere

La vegetazione del Distretto Stabiano

Con l’espressione: la vegetazione di un territorio, si indica l’articolato sistema di forme vegetali presenti nell’area considerata (territorio). “La vegetazione è dunque il complesso delle piante che vivono in un ambiente più o meno esteso, qualora si considerino realisticamente nel loro modo di aggregarsi” (Giacomini e Fenaroli., 1958).

Se consideriamo le piante isolatamente, ignorando le interazioni esistenti tra le diverse specie, ci stiamo occupando di una flora che nella sua forma minima non è altro che un semplice elenco di specie presenti in un area definita ( i due termini non andrebbero mai confusi!).

Vegetazione stabiana (Monte Faito)

Vegetazione stabiana (Monte Faito)

Il distretto stabiano si sviluppa in un’area intermedia tra il vesuviano e il complesso ‘Monti Lattari – Penisola Sorrentina’. La particolare posizione geografica, la peculiare forma del territorio e la composizione del suolo, le particolari e varie condizioni climatiche, offrono innumerevoli varietà di ambienti nei quali le specie per selezione naturale si sono adattate a vivere in reciproca relazione. Descrivere in modo esaustivo l’intricata rete di interazioni della vegetazione di un territorio così vario è impresa ardua, richiede rigorosa e vasta trattazione e non rientra nelle finalità di un articolo introduttivo. Accadrà quindi che focalizzeremo la nostra attenzione su aspetti intuitivi della vegetazione. Schematizzando possiamo distinguere delle porzioni di territorio nelle quali la vegetazione presenta precise caratteristiche omogenee, e così provare a descriverle. Continua a leggere

Nascita di un soprannome …

di Ferdinando Fontanella

Nella rubrica delle “storie minime stabiesi di L.R.”, penso valga la pena ricordare, un brevissimo aneddoto accaduto molti anni fa nella zona collinare di Castellammare di Stabia… un episodio che ha poi segnato indelebilmente, con un caratteristico soprannome, la vita di una persona, ma vediamo il perché…

Soprannomi stabiesi

Il soprannome stabiesi

Ebbene, la storiella che mi è stata raccontata che ha interessato per l’intera vita un signore, oggi anziano, è la seguente: molti anni fa, quando ancora avvenivano soventi i parti in casa e per tal ragione veniva richiesto l’aiuto di una mammana, ovvero di una levatrice di fiducia (ogni quartiere aveva la sua mammana), tra le mura domestiche di un’abitazione collinare di Castellammare, venne richiesta l’assistenza di una esperta levatrice per una partoriente; Continua a leggere

Il sampietrino di Portocarello

articolo di Maurizio Cuomo

Quella che a breve mi accingo a raccontare è la storia di un sampietrino molto particolare che a sua volta racconta la storia di un luogo per alcuni stabiesi molto caro e ancora poco conosciuto: Portocarello.

Il sampietrino di Portocarello (foto Ferdinando Fontanella)

Il sampietrino di Portocarello (foto Ferdinando Fontanella)

Di Portocarello e della sua storia abbiamo già ampiamente parlato in un precedente articolo, (che qualora non vi fosse capitato a taglio, vi esorto a leggere per maggiori approfondimenti, questo il link diretto alla pagina: La Torre di Portocarello), per cui, non volendomi ripetere, focalizzerò questo breve articolo interamente sul nostro sampietrino.

Faccio un inciso breve, ma doveroso, la presente intuizione, ovvero che questo particolare sampietrino possa appartenere alla fortificazione di Portocarello, venne al nostro naturalista Nando Fontanella, quando, steso al sole sulla battigia del mare in cerca di refrigerio, nel delirio della calura di una torrida giornata estiva, prendendo in mano uno di questi manufatti, tutto ad un tratto venne assalito da un pensiero costante: perché in tanti chilometri di costa queste particolari pietre sono presenti solo alla calcina? Continua a leggere

La lamiera alla “terza passatora”

Escursionisti stabiesi

( Immagini itineranti )

La lamiera - Sullo sfondo Pozzano (foto Maurizio Cuomo)

La lamiera – Sullo sfondo Pozzano (foto Maurizio Cuomo)

Le immagini in galleria sono tutte coperte da diritto d’autore (© www.liberoricercatore.it), per un’eventuale utilizzo, di qualsiasi ambito sia, è richiesta la citazione della fonte (foto: Escursionisti stabiesi, tratte dal portale www.liberoricercatore.it), previo liberatoria da richiedere in ogni caso a liberoricercatore@email.it.


La lamiera alla “terza passatora”

( Scheda tecnica del percorso )

Itinerario:
Castello Medioevale – Strada Arcangelo Raffaele – Antica “Casèlla a ‘o monte” – Lamiera alla terza “passatora”.

Durata:
2 ore e 30 minuti (compreso soste di rilevamento).

Lunghezza:
3,5 km circa.

Difficoltà:
E (Escursionistica – media difficoltà).

Dislivello:
400 mt.

Coordinate lamiera:
Latitudine: 40° 40′ 55,80” – Longitudine: 14° 28′ 11,73”

Tipo di percorso:
Questa località è davvero singolare sia per la differente tipologia di vegetazione presente, che per le caratteristiche morfologiche del suolo. Il percorso, infatti, parzialmente ombreggiato ed in alcuni tratti fortemente soleggiato, attraversa boscaglie e zone rade, snodandosi su di un sentiero con piano di calpestio misto: pietroso, roccioso e a gradoni di roccia ripidi e scoscesi. Il tratto finale, quello in prossimità della lamiera è caratterizzato da un sentiero poco visibile che attraversa il fitto bosco.

Punti d’acqua:
Non presenti

Segnaletica:
Presente nella parte iniziale e mediana del percorso segnaletica bianco/rossa C.A.I. di vario tipo.

Tipo di vegetazione:
Macchia mediterranea e Bosco misto ceduo.

Punti d’interesse:
Straordinari gli aspetti naturalistici e paesaggistici che il percorso offre. L’escursionista che intraprende questo sentiero è costantemente accompagnato dalla bellezza mozzafiato del golfo di Napoli ed ha l’opportunità di osservare con calma ciò che la natura ci offre, come il volo leggiadro del Macaone, il balzo fulmineo di un Ragno saltatore, e il tranquillo “sonno” estivo della Chiocciola zigrinata.

Osservazioni:
La lamiera venne impiantata dagli operai del cantiere navale di Castellammare di Stabia, per uno scopo ben preciso, essa infatti, è uno dei tre riferimenti di terra ferma di cui si tiene conto durante le prove di bordo (le prove di velocità e di potenza dei motori delle navi appena varate). Altri due di questi riferimenti di terra ferma dovrebbero essere ancora presenti in due località della Penisola Sorrentina.

Galleria Fotografica

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