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Carboncino - Vincenzo D'Angelo

Microstoria stabiese

articolo di Maurizio Cuomo

In una società fatta di grandi nomi, nella quale si ricordano quasi esclusivamente storie di personaggi famosi, non è raro che ci si dimentichi del normale quotidiano, per meglio capirci, le scene vissute con semplicità da persone comuni, che trascorsa una vita di sacrifici, alla loro scomparsa, finiscono per confondersi nell’anonimato della grande massa. Con “Libero Ricercatore”, ripeschiamo dai ricordi una micro-storia stabiese, posta alla nostra attenzione dal nostro valido ed indispensabile collaboratore Catello Esposito Sansone, con la speranza possa renderci partecipe di qualche attimo della sua infanzia. Per maggiore chiarezza va detto che a casa di Catello, ad una parete del corridoio è affisso in bella mostra un piccolo quadro, che suo padre Filippo ebbe in regalo dal pittore Vincenzo D’Angelo, suo amico.

D'Angelo (bozzetto)

D’Angelo (bozzetto)

Il disegno fu realizzato in occasione di uno dei tanti incontri che Filippo, Vincenzo ed altri inseparabili amici, erano soliti fare al “bar Spagnuolo” (punto di ritrovo del gruppo). Visto il potenziale valore del disegno (raffigurante l’autoritratto dell’autore), Filippo, alla morte dell’amico Vincenzo, per il quale nutriva profonda stima, decise di aggiungere una cornice per preservare l’integrità dell’opera. Attualmente l’opera è gelosamente custodita da Catello, per lo straordinario valore affettivo che lega il quadro al ricordo di suo padre Filippo (purtroppo, non più in vita). Da una prima analisi, ricavata dagli elementi visibili, si evince che il disegno fu realizzato su di un semplice supporto in cartoncino, mediante una penna ad inchiostro. I tratteggi disordinati, la velocità con la quale sono stati eseguiti e l’apparente esecuzione infantile, evidenziano la spontaneità con la quale l’autore ha operato, mostrando in modo tangibile ed inconscio la straordinaria semplicità del proprio essere. Catello ricordava perfettamente che il supporto cartaceo del disegno, in realtà era un vecchio biglietto della Circumvesuviana, per cui, spinti dallo spirito di ricerca, con il quale siamo soliti operare all’interno del “Libero Ricercatore”, decidemmo di verificare se il retro dell’immagine potesse fornire ulteriori notizie utili (una dedica, una data o ad esempio una semplice sigla distintiva). Continua a leggere