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La produzione di gallette (foto Enzo Cesarano)

Galletta stabiese, storia di un celebre prodotto da forno

La Galletta stabiese, storia di un celebre prodotto da forno

secondo gli antichi dettami preparatori dello storico panificio “Casa del Pane Maresca”

( articolo di Enzo Cesarano )

Galletta

Galletta stabiese (foto Ferdinando Fontanella)

Il territorio stabiano grazie alla favorevole posizione geografica ha da sempre assunto un ruolo fondamentale negli scambi commerciali mediterranei.

La prospera attività del trasporto marittimo ha contribuito in modo determinante allo sviluppo dell’arte panificatoria che notoriamente caratterizza, insieme alle tantissime acque sorgive, la città di Castellammare di Stabia. Non è un caso, dunque, che fin dal Medioevo i mulini posti lungo la costa tra Torre Annunziata e Stabia sono stati di grande importanza, rifornendo la Capitale con la loro produzione di farina1.

La galletta stabiese, tra i prodotti da forno più celebri, nacque proprio intorno al 1300, il suo nome deriva da termine francese galet, ciottolo2 come allusione alla particolare forma tonda, schiacciata e dalla superficie bucherellata (originariamente i buchi erano ventotto, oggi molto meno). Continua a leggere

  1. N. Faraglia: “Storia dei prezzi in Napoli dal 1131 al 1860”. In atti del Regio Istituto di Incoraggiamento, Napoli 1878, pp. 82.
  2. Cortellazzo Zolli: “Dizionario etimologico” . Zanichelli, Bologna 1980.
Galletta di Castellammare

La galletta stabiese

a cura di Maurizio Cuomo

Pietanze, bevande e dolciumi quali: pizza napoletana, gnocchi alla sorrentina, torta caprese, vini vesuviani, pomodori San Marzano, pasta e vino di Gragnano; sono solo alcune delle decine di specialità campane conosciute in Italia ed all’estero per l’eccellente qualità. Castellammare di Stabia contribuisce notevolmente ad arricchire questa lista con diversi prodotti locali tra i quali vanno ricordati: l’acqua della Madonna, i carciofi degli orti di Schito, la galletta stabiese ed i tipici biscotti di Castellammare.


La galletta stabiese

Definita “biscotto di mare”, perché apprezzata e consumata già in epoca remota dai marinai, fu senz’altro prodotta con lo scopo di approvvigionare i velieri ed i mercantili per le lunghe traversate marittime. Un documento angioino risalente al 1283 relativo ad una commissione di gallette per l’armata navale, attesta l’antico nobile utilizzo di tale biscotto.

Galletta di Castellammare

Galletta di Castellammare

Durissima a forma tonda e schiacciata, la galletta a vent’otto buchi, ricordata nella tradizione locale come un impasto di pane privo di lievito e sale, cotto per un tempo addirittura doppio rispetto al comune pane (operazione richiesta per eliminare qualsiasi traccia di umidità), poteva essere conservata per lunghi periodi, senza pericolo di ammuffimento. Per il consumo era necessario ammollare la galletta con acqua, spesso e volentieri “Acqua della Madonna”. In periodo a noi non molto lontano, i produttori stabiesi di questo caratteristico sfarinato, venivano identificati come “gallettari”.

Castellammare anni ’40 … altri ricordi

( ricordo della sig.ra Assunta Carrese )

Poiché i ricordi affiorano all’improvviso nel nostro cervello, ecco alcuni ritardatari della mia Castellammare anni ’40. Nel vecchio quartiere di piazza Pace, Santa Caterina, Licerta e Cognulo, c’era anche il cinema teatro “Verdi”; questo locale era frequentato nella maggior parte da ragazzi adolescenti e pochi adulti. Un anno, nel periodo natalizio, anche io con tre mie sorelle e due fratelli andammo a vedere “La cantata dei pastori”. Ripensandoci la platea sembrava quella dell’attuale film “Cinema Paradiso”.

La cantata dei pastori (Castellammare, anno 1934)

La cantata dei pastori (anno 1934), si distinguono in scena: Gaetano Cuomo (Razzullo), Vincenzo Cuomo (diavoletto) e Pasquale Esposito (diavolo). Foto gentilmente concessa da Beppe Cuomo.

L’argomento trattava della nascita di Gesù Bambino e quindi dell’adorazione dei pastori, degli angeli e dei re magi. Non mancavano i diavoli disturbatori. Continua a leggere