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antichi mestieri stabiesi

Antichi mestieri

Antichi mestieri stabiesi

antichi mestieri stabiesi

Conoscere il micro-passato (il normale quotidiano soggettivo) può essere utile a capire la crescita economica e culturale di una intera popolazione. Questa modesta ricerca degli antichi mestieri (estinti e sopravvissuti), potrebbe aiutare a delineare con più chiarezza una parte dimenticata di vita stabiese vissuta.

Maurizio Cuomo


Acquaiuolo
( a cura di Maurizio Cuomo )


Ammuola forbece
( a cura di Maurizio Cuomo )


Capillaro
( a cura di Maurizio Cuomo )


Carcararo
( a cura di Nando Fontanella )


Carnacuttaro
( a cura di Maurizio Cuomo )


Castagnaro
( a cura di Maurizio Cuomo )


Cucchiere
( a cura di Maurizio Cuomo )


Gallettaro
( a cura di Maurizio Cuomo )


Gravunaro (Cravunaro)
( a cura di Maurizio Cuomo )


Lutammaro
( a cura di Maurizio Cuomo )


Masterascio e Segatore
( a cura di Maurizio Cuomo )


Materassaio
( a cura di Antonello Ferraro )


Mellunaro
( a cura di Maurizio Cuomo )


Muzzunaro
( a cura di Maurizio Cuomo )


Panzaruttaro
( a cura di Gioacchino Ruocco )


Pezzaro
( a cura di Gioacchino Ruocco )


Scupatore
( a cura di Maurizio Cuomo )


Stagnaro
( a cura di Gioacchino Ruocco )


Tosacavallo
( a cura di Antonello Ferraro )


Venditore ambulante di frutta secca e semi abbrustoliti
( a cura di Gioacchino Ruocco )


Venditore di fichi d’India
( a cura di Gioacchino Ruocco )


Vuttaro
( a cura di Maurizio Longobardi )

… Prossimamente:

‘o Sapunaro

‘a Spicajola

‘a Vammana

continua …

Gallettaro (antichi mestieri)

Antichi mestieri stabiesi

Conoscere il micro-passato (il normale quotidiano soggettivo) può essere utile a capire la crescita economica e culturale di una intera popolazione. Questa modesta ricerca degli antichi mestieri (estinti e sopravvissuti), potrebbe aiutare a delineare con più chiarezza una parte dimenticata di vita stabiese vissuta.

Maurizio Cuomo


Gallettaro
( a cura di Maurizio Cuomo )

Antico mestiere tipicamente stabiese che identifica il produttore della “Galletta” (un caratteristico sfarinato durissimo, simile ad un biscotto dalla forma tonda e schiacciata).

Gallette (foto Enzo Cesarano)

Gallette (foto Enzo Cesarano)

La “Galletta”, definita anche “Biscotto di mare”, perché apprezzata e consumata già in epoca remota dai marinai, fu senz’altro prodotta con lo scopo di approvvigionare i velieri ed i mercantili per le lunghe traversate marittime. Un documento angioino risalente al 1283 relativo ad una commissione di gallette per l’armata navale, attesta l’antico nobile utilizzo di tal biscotto. Secondo la tradizione locale il “Gallettaro” otteneva il caratteristico biscotto, cuocendo l’impasto (privo di lievito e sale), per un tempo addirittura doppio rispetto al comune pane (l’operazione era richiesta per eliminare qualsiasi traccia di umidità, in modo tale di poter conservare la “Galletta” per lunghi periodi, senza pericolo di ammuffimento). Per il consumo era necessario ammollare la “Galletta” con acqua di mare (a quei tempi sicuramente meno inquinata), operazione essenziale per ammorbidire ed insaporire il biscotto (altrimenti insipido). Per la peculiare durezza che caratterizza la “Galletta” stabiese, la tradizione popolare propone questo antico detto: “E’ jute trentasej’anne pe’ mmare e nun s’è spuniata ancora”.