Ricordo di Gigi Nocera
di Gemma Nocera
Capita che tornino alla memoria ricordi così antichi da parere irreali. Mi viene in mente, per esempio, dalla mia prima infanzia, la voce di mio padre che, con me tra le braccia, canta piano piano Maruzzella mentre mi fa addormentare la sera, camminando avanti e indietro per il corridoio.
Divenuta un po’ più grande, cominciò ad insegnarmi a giocare a scacchi, di cui lui, al tempo, era appassionato. E io un po’ delusa quando, smaccatamente, mi faceva vincere.
Quando ero malata e avevo la febbre, la sera mi leggeva Pinocchio o il libro Cuore. Letture edificanti di quel tempo che spronavano i ragazzi ai buoni sentimenti con espressioni un po’ retoriche. Ma andava bene così. Allora non si usava ancora leggere le storie ai bambini prima di dormire.
Del resto mio padre lo vedevo solo all’ora dei pasti: tornava a casa a pranzo alla mezza, mangiava e faceva un breve sonnellino per rientrare in ufficio e rincasare verso le sette di sera. Telegiornale, Carosello. E a letto. Continua a leggere