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Da sinistra verso destra, Antonio Aprea, Giovanni Zeno e Antonio De Falco, in una foto del 1996 scattata al Congresso nazionale della Cgil a Rimini

I ragazzi del Viale Europa

di Raffaele Scala & Antonio Aprea

In memoria di Giovanni Zeno,
sindacalista (1943 – 1997)

 

In questi anni ho raccontato molte vicende sindacali, alcune risalenti alla fine dell’Ottocento, molte altre alla prima metà del Novecento, fino ad arrivare all’ultimo ventennio del secolo scorso, quando ho intrapreso la ricostruzione delle vicende sindacali legate al Contratto d’Area Torrese Stabiese.

La prima pagina di Metropolis del 1994 uscita in edizione straordinaria all'indomani della nascita della Tess e del riconoscimento dell'area di crisi torrese stabiese

La prima pagina di Metropolis del 1994 uscita in edizione straordinaria all’indomani della nascita della Tess e del riconoscimento dell’area di crisi torrese stabiese

Per una volta voglio soffermarmi su un aspetto particolare, tratteggiando alcuni degli attori principali della Camera del Lavoro di Castellammare di Stabia, protagonisti delle vicende che portarono il nostro circondario sulle pagine della stampa nazionale negli anni che vanno dal 1991 al 2000.

Una storia lunga un decennio, durante il quale accaddero una serie di fatti, politici, sindacali e umani, ma soprattutto un periodo proficuo di idee nate dal confronto di uomini e donne e da loro portate avanti, che merita di essere raccontato, ripercorrendo i profili di quanti hanno lasciato, seppur minuta, un’indelebile traccia nella cronaca di quest’area tanto impervia. Furono anni caratterizzati da quel sottile senso di fratellanza che nasce soltanto dalle tante difficoltà incontrate lungo il difficile percorso intrapreso, facendo comprendere ai vari protagonisti con quale spirito la Cgil stava portando avanti il compito che si era prefisso.

Il lembo di terra che va da Torre del Greco e si protende sino alla penisola sorrentina aveva, e per alcuni aspetti ancora possiede, una tradizione industriale. Un settore, questo dell’industria, che, oltre a produrre ricchezza, rappresentava luoghi di democrazia operaia, la cui forza andava oltre i ristretti opifici irradiandosi sull’intero territorio circostante con la sua capacità di assumere iniziative in grado di sensibilizzare l’opinione pubblica, le istituzioni locali e centrali, spesso incapaci di assolvere al proprio ruolo di garanti, fino a portarli sulle proprie posizioni e risolvendo situazioni che non riguardavano soltanto la fabbrica ma l’intera società. Erano anni quelli in cui non si contavano le manifestazioni di protesta contro la camorra e le cattive amministrazioni locali e centrali. Un binomio, anzi un “trinomio”, camorra, imprenditori e istituzioni che, in particolare in alcuni settori, costituiva, e per certi aspetti ancora lo caratterizza, l’aspetto più negativo dell’area torrese stabiese sorrentina. Continua a leggere