Archivi tag: Giuseppe D’Angelo

Piazza Ferrovia (coll. Catello Coppola)

Lo storico risponde

Lo storico risponde
( in memoria del prof. Giuseppe D’Angelo )

Per dare giusta e doverosa continuazione ad una rubrica cardine di LR, che si è pregiata per lunghi anni dell’importante collaborazione del compianto prof. Giuseppe D’Angelo (nella certezza che così anche lui avrebbe voluto), la redazione, in punta di piedi, tenterà di dare risposta ad eventuali quesiti di pertinenza storica (inerenti la città di Castellammare di Stabia).

lo-storico-risponde

Certo che la presente iniziativa possa risultare utile ai tantissimi cultori, agli studiosi e agli innumerevoli appassionati di storia locale, “Libero Ricercatore” resta in attesa di eventuali domande a carattere storico, cui rispondere.

* * *

Info & Contatti:
Sottoponi un quesito all’esperto di redazione: liberoricercatore@email.it

.Avvertenze: al fine di dare spazio a tutti e di non abusare della disponibilità,
i richiedenti sono invitati a porre quesiti specifici e a restringere il tema della domanda.


mercoledì, 13 maggio 2020

Domanda: Egregio Dottore, un caro saluto e complimenti per l’appassionato sito dedicato alla nostra città. Si, pur non essendoci mai vissuto, anch’io sono nato a Castellammare, precisamente nel palazzo che si vede in fondo a sinistra nella cartolina 15 (coll. fronte/retro Catello Coppola) e che ricordo nella mia lontana infanzia. Volevo domandarLe se può dirmi qualcosa in merito a quella specie di obelisco che si vede nella stessa cartolina in fondo a destra.
AugurandoLe ogni bene, La ringrazio comunque stringendoLe calorosamente la mano. Giuseppe Cocurullo.

Piazza Ferrovia (coll. Catello Coppola)

Piazza Ferrovia (coll. Catello Coppola)

Risposta: Carissimo Giuseppe, innanzitutto grazie per il commento e per la partecipazione… quello che lei ha definito “obelisco”, con ogni plausibile probabilità, è una ciminiera dismessa di un’antica fabbrica che un tempo insisteva nell’edificio attiguo, poi adibito a civili abitazioni. A seguire per opportuno approfondimento e soprattutto per soddisfare la sua curiosità, trascrivo ciò che in merito scriveva il nostro amico ricercatore Giuseppe D’Angelo (a cui è dedicata ed ispirata la presente rubrica), alla pag. 124 del suo libro: “Castellammare di Stabia luogo d’arte cultura e tradizioni”.

“Il suolo di fronte alla ferrovia di proprietà comunale, nel 1809, fu dato in enfiteusi a Francesco Bonnet, che diede origine ad una fabbrica di concia di cuoi all’uso di Francia celebre in tutta Europa. Nel 1879, però, la fabbrica, nel frattempo ereditata dai fratelli Jammy, fu costretta alla chiusura, in seguito alla crisi industriale abbattutasi sull’ex Regno delle due Sicilie dopo l’Unità d’Italia, ed il fabbricato, acquistato nel frattempo, nel 1880, da Francesco Saverio Garofalo di Gragnano fu trasformato in palazzo per civili abitazioni; ed è oggi quello conosciuto come palazzo Arienzo“.

Spero vivamente di aver soddisfatto la sua curiosità. Cordialmente. Maurizio Cuomo.

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Villa Comunale

Largo della California

Largo della California

( a cura del prof. Giuseppe D’Angelo, testo tratto da: “Rivivi la Città” )
Villa Comunale

Villa Comunale

A pochi passi dal Caffè Spagnuolo, sul terreno di risulta di tante demolizioni, viene edificata la Villa Comunale ed il cosiddetto Largo della California, costituito da quella piattaforma circolare circondata da lecci alle spalle della Cassarmonica.

Il nome deriva dal fatto che durante uno scavo furono trovate monete d’oro, per cui si pensò subito alla California, per antonomasia la terra dell’oro. Oggi, però, ben pochi ricordano tale toponimo, rimasto soltanto nel linguaggio dei pescatori stabiesi, che lo hanno come punto di riferimento da mare.

Villa Comunale

Largo della California

Largo della California

( a cura del prof. Giuseppe D’Angelo, testo tratto da: “Rivivi la Città” )
Villa Comunale

Villa Comunale

A pochi passi dal Caffè Spagnuolo, sul terreno di risulta di tante demolizioni, viene edificata la Villa Comunale ed il cosiddetto Largo della California, costituito da quella piattaforma circolare circondata da lecci alle spalle della Cassarmonica.

Il nome deriva dal fatto che durante uno scavo furono trovate monete d’oro, per cui si pensò subito alla California, per antonomasia la terra dell’oro. Oggi, però, ben pochi ricordano tale toponimo, rimasto soltanto nel linguaggio dei pescatori stabiesi, che lo hanno come punto di riferimento da mare.

L’antica muraglia difensiva di Castellammare

a cura di Maurizio Cuomo

L’antica muraglia difensiva di Castellammare di Stabia, con ogni probabilità (si veda la stampa a corredo della pagina), partiva dal castello, attraversava l’attuale via Bonito, proseguiva per l’odierna via Mazzini, fino ad arrivare alla torre costruita in epoca angioina (1346) che si levava ove oggi sorge il Gran Caffè Napoli.

Giovan Battista Pacichelli, Il Regno di Napoli in prospettiva, Napoli 1703, pag. 184-185. (coll. Gaetano Fontana)

Giovan Battista Pacichelli, Il Regno di Napoli in prospettiva, Napoli 1703, pag. 184-185. (coll. Gaetano Fontana)

Dal barone Giovanni Celoro Parascandolo1. Nell’anno 1313 si ha certezza di queste mura perché “si riparano e si muniscono”2. Con un altro documento risalente all’anno 14513, ci giunge notizia che vi furono spese per le mura di Castellammare. Continua a leggere

  1. Castellammare di Stabia, Napoli 1956. Pagg. 78 e 79, apprendiamo che “Castellammare di Stabia aveva una cinta muraria difensiva che si estendeva dall’attuale porta di San Catello (precedentemente detta del Quartuccio), alla Fontana Grande. Queste mura, verosimilmente, dovettero essere costruite circa nel 1284 allorquando re Carlo I d’Angiò accordò agli abitanti dei casali delle Fratte e del Castello (ancora “divisi”) di abitare Castellammare onde meglio resistere uniti agli assalti dei nemici”[2. Ughelli: Italia Sacra vescovi di Stabia
  2. Filangieri di Candida: Codice diplomatico amalfitano
  3. Camera: Storia di Amalfi

Le reliquie di San Catello

Le reliquie di San Catello  

(intervista di Corrado Di Martino)

Innumerevoli e, cangianti sono i quesiti sulla vita, la storia, e le opere di San Catello.
La Chiesa Cattolica, in occasione del Concilio Tridentino (Trento 1545-1563), per ovviare all’esteso mercato delle reliquie; stabilì che l’autenticità delle reliquie, doveva essere certificata con un sigillo apposto dall’autorità religiosa competente. Ecco sorgere spontanea una domanda, le reliquie del nostro Santo Patrono, sono autentiche?

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