La Torre Alfonsina
di Giuseppe Zingone
Giovan Battista Pacichelli, Il Regno di Napoli in prospettiva, Napoli 1703, pag. 184-185. Google Libri
Ogni qualvolta ci si imbatte in una vecchia costruzione, nella fattispecie, in una torre, un castello, una fortificazione, non si può non ripercorrerne il passato, immaginando lo scopo per cui esse sono state costruite e le persone che nel tempo vi si sono avvicendate. Sono queste particolari costruzioni, ricche di fascino, che hanno permesso alle città antiche e medievali di resistere nel tempo agli urti delle popolazioni nemiche, ma a volte anche di quelle amiche e vicine. Le mura si sono ispessite nei secoli, perché mura grandi significavano più sicurezza, in un’epoca dove la vita era breve e imprevedibile; oggi sono quasi sparite del tutto (come nella nostra città), allorquando i figli e i nipoti di quegli stessi uomini (che i bastioni avevano eretto, potenziato e difeso) hanno ritenuto tali opere solo un intralcio per il futuro e senza più uno scopo per l’oggi.
Oltre alle notizie che metteremo a disposizione del lettore e le relative fonti bibliografiche, offriremo anche delle brevi osservazioni personali, alla luce dei lavori prodotti da altri autori e inseriremo, per rendere meno gravoso al lettore il testo, anche un excursus iconografico che ci permetta di ripercorrere, un antico spaccato di Castellammare.
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