Archivi tag: Giuseppe Zingone

Maria Luisa d’Austria a Castellammare

Maria Luisa d’Austria a Castellammare

di Giuseppe Zingone

Francois Gèrard, Ritratto dell’Imperatrice Marie Louise

Maria Luisa d’Austria o Maria Luigia di Parma, nacque a Vienna il 12 dicembre 1791 e morì a Parma il 17 dicembre 1847. In questa sua breve permanenza, possiamo osservare quale fosse l’itinerario della Arciduchessa: fatto si di visite formali, (alle quali evidentemente non poteva sottrarsi), ma anche ricco di interessi personali. Continua a leggere

La Befana, Cartolina indirizzata a Francesco Greco, anno 1966, su gentile concessione Massimiliano Greco

La Befana

La Befana

di Giuseppe Zingone

La Befana, Cartolina indirizzata a Francesco Greco, anno 1966, su gentile concessione Massimiliano Greco

La Befana, Cartolina indirizzata a Francesco Greco, anno 1966, su gentile concessione di Massimiliano Greco

 Non amo il capodanno, m’infastidisce il dover attendere la mezzanotte chiassosa, per non parlare della guerra che si scatena prima, durante e dopo, il rintocco ultimo e lo scandire dei secondi dell’anno nuovo.

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Emile de Laveleye a Castellammare

Emile de Laveleye a Castellammare

di Giuseppe Zingone

Émile Louis Victor de Laveleye

Émile Louis Victor de Laveleye nasce a Bruges il 5 aprile 1822 e muore a Liegi il 3 gennaio 1892. È stato un economista e saggista belga, liberale di tendenze socialiste, pubblicò Lettres d’Italie nel 1880, un libro ricco di considerazioni sul nascente regno italiano post unitario. Continua a leggere

Gli Scarpetta, Eduardo e Castellammare

Gli Scarpetta, Eduardo e Castellammare

di Giuseppe Zingone

Al fraterno amico, Vincenzo Cesarano

Antonio Petito in abiti di scena, foto tratta da Comoedia

Alla morte del più grande Pulcinella, Antonio Petito, sul palco del San Carlino di Napoli, l’impresario Luzi esclamò: “Nun è n’ommo ch’è muorto, è nu teatro… è San Carlino”. Tra i soccorritori del momento anche un giovane Eduardo Scarpetta correva alla casa del medico e amico personale di Petito, Capparelli, il quale dichiarò: “Ė inutile che venga. Povero Petito! Non lo troveremo vivo.” Era il 24 marzo 1876.

Idealmente Pulcinella lasciava il palcoscenico a Felice Sciosciammocca, anzi in un certo senso anch’egli contribuì a materializzarlo.

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Mario 'o piscatore

Ricordi ‘e Natale

Ricordi ‘e Natale
di Giuseppe Zingone

Qualcuno ha detto: ” E il naufragar m’è dolce in questo mare…1

I nostri ricordi appartengono oltre che a noi, a tutte le persone con cui scegliamo di condividerli e negli ultimi anni una consapevolezza antica si fa sempre  più strada nella mia mente: Tutti gli uomini, di tutte le epoche ricordano con affetto la propria giovinezza, i primi amori ed ancor di più amano la propria infanzia, bella o brutta che sia.

Quante volte ci è capitato di sentire alcune espressioni della saggezza popolare o personale dichiarare con fermezza : “Se Steve meglio quanno se steva peggio….” Oppure, “Eh… quanno ero giovane io, era tutta n’ata cosa!”.

A volte ritornano pure quelle frasi inneggianti la religione, la monarchia le dittature. Cosi ognuno dei giovani che incontreremo tenderà a sottolineare come la sua gioventù era la  “Meglio”.2.

Ma lo era realmente? Lasciamo che ognuno risponda secondo la propria sensibilità, coscienza e cultura, pur con la consapevolezza che vi saranno in tal caso migliaia di versioni della verità, quante sono gli uomini e le donne a cui lo si chiede.

Ultimamente il signor Tucci Michele ha solleticato alcuni piccoli ricordi che erano rimasti momentaneamente imbrigliati nei “fili ra capa”. Ed ecco che me li sono ritrovati in fila proprio uno dietro l’altro. Momenti tristi e felici anche se confesso, quelli belli sono un’altra cosa, ma diamo spazio ai protagonisti. Il signor Tucci prende spunto dal Palazzo ‘e sant’Antonio, ora se questa non è una piacevole provocazione ditemi Voi cos’altro può essere?

Io incasso e rispondo rievocando i Natali che vedo susseguirsi dalla finestra del secondo piano che dava affaccio su via san Bartolomeo.

Mario 'o piscatore

Mario ‘o piscatore, foto Giuseppe Zingone

Dei venditori posti li, tra i primi, ecco presentarsi innanzi Mario ’o piscatore, c’è la consorte, il figlio più grande, un signore anziano forse il padre di lui, o di lei… Nei giorni a ridosso del Natale questo pescivendolo con un minuscolo negozio incassato nel convento delle Suore Adoratrici perpetue triplicava in larghezza e li dove si poteva anche in altezza. Sommessamente ed educatamente come dell’olio su un tavolo si espandeva, era un big bang ittico. Allora il pesce per me non era un piacere come oggi, lo rifuggivo, guardavo con sospetto queste strane bestie marine che non appartenevano al mondo umano. Alcuni pesci adagiati di fianco, altri ventre all’insù, piovre sinuose e viscide dai mostruosi tentacoli cercavano scampo fuori dalle vasche ed indi trovavano ad aspettarli solo una pentola bollente. E i capitoni e le anguille ne vogliamo parlare? Si tratta dell’unico pesce, venduto solo due settimane all’anno, a cifre da capogiro sulla qualità e bontà a tutt’oggi avanzo seri dubbi. C’erano poi le teste di pesci spada, in bella mostra, dall’occhio vitreo e ammiccante a catturare l’attenzione dei passanti. E poi gamberi, orate, seppie, calamari, alici, vongole, lupini, ostriche e taratufi, tutto questo alle fredde prime ore del mattino, con ai piedi scarpe bagnate e addosso panni umidi.

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  1. Giacomo Leopardi, l’Infinito, versetto 15, 1819, Canti
  2. La meglio gioventù, di Marco Tullio Giordana, versione cinematografica della omonima raccolta di poesie di Pier Paolo Pasolini del 1954