Archivi tag: Giuseppe Zingone

La Madonna dell'Annunziata, Festa dell'Assunzone 2018, foto Giuseppe Zingone

Le scarpe consumate della Madonna

Le scarpe consumate della Madonna

di Giuseppe Zingone

La Real casa dell’Annunziata, ha letteralmente raccolto nei secoli centinaia di migliaia di bambini, figli di quell’infanzia abbandonata, respinta, dimenticata, piccole creature considerate ‘e figlie r”a Maronna. In alcuni documenti notarili del cinquecento gli esposti (ex posti) da cui il cognome Esposito sono detti anche “figli di anima”, e nei documenti comunali spesso di padre e madre “Ignoto”.

La Madonna dell'Annunziata, Festa dell'Assunzone 2018, foto Giuseppe Zingone

La Madonna dell’Annunziata, Napoli, Festa dell’Assunzione 2018, foto Giuseppe Zingone

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Chiesetta del SS. Crocifisso del Rivo

Strade antiche

Strade antiche
di Nello Lascialfari

Quante volte la mia voglia di camminare mi porta per sentieri solitari, per strade ora poco frequentate, ma che un tempo erano strade importanti.
Come via Sanità, via Sant’Andrea, via Fratte, via Cognulo alle Fratte, e tante altre strade, ognuna con una propria storia. Transitare per queste strade era un’abitudine. Esse fungevano anche da scorciatoie, che dalla parte alta di Castellammare ti portavano in poco tempo al centro della Città, che poi era l’attuale Piazza Cristoforo Colombo (Piazza “Orologio”) “Fore ‘a funtana”, via Gesù, mmieze ‘o Viscuvate o Piazza Quartuccio. Ed appunto per questo, delle volte, quanto sento la nostalgia di antico (raccontatomi o letto su Castellammare), mi incammino per una di queste strade e mi inoltro nel passato. Pochi giorni fa, approfittando del cancello aperto che da vico Rivo immette direttamente al Rivo Santo Pietro che scende da Privati, all’altezza della piccola chiesa del Crocifisso, ho preso il sentiero che sta sulla destra, che ha per nome Villa Caia.

Chiesetta del SS. Crocifisso del Rivo

Chiesetta del SS. Crocifisso del Rivo (foto Maurizio Cuomo)

Il primo tratto di questo camminamento non è per niente agevole, infatti, per aprire un passaggio ci vuole un machete (come nella giungla), e tanta spregiudicatezza per le insidie che si possono trovare ad ogni passo: serpenti, vipere e ratti, in questo ambiente sicure e indisturbate. Ci sono ortiche alte più di due metri che per forza si devono recidere per potervi passare… per non parlare dell’innocua erba appiccicosa i cui residui restano sui vestiti. Grazie alla mia volontà di camminare ad ogni costo, apro un varco e riesco a superare i primi venti, trenta metri che costituiscono una barriera quasi insormontabile; finalmente arrivo nel tratto che più o meno ricorda un vecchio camminamento comunale, dove si nota ancora qua e là un fondo stradale che sa di antico piperno. Così doveva essere, e certamente lo è, già dall’inizio della strada che prende piede a lato della chiesa. Continua a leggere

Riorganizzazione della Redazione

Comunicato

Castellammare di Stabia, lì 19 aprile 2017

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A far data dal 10 febbraio 2017, il dottor Giuseppe Plaitano,  lascia l’incarico di Collaboratore di Redazione di Liberoricercatore. Il Direttore Responsabile e la Redazione tutta, intendono rivolgere a Giuseppe il più sentito ringraziamento per il lavoro svolto, augurandogli il giusto raggiungimento dei propri fini.

Dopo il riassetto redazionale, si invitano quanti fossero interessati a collaborare con Liberoricercatore.it, o ricevere informazioni e notizie sui contenuti e l’operato del portale, a contattare esclusivamente la Redazione all’indirizzo e-mail: liberoricercatore@email.it

La Redazione, rinnovata, dal 10 febbraio 2017 è così composta:


Maurizio Cuomo

Maurizio Cuomo
Fondatore e Direttore Responsabile di Liberoricercatore.it

Giornalista pubblicista, iscritto all’Ordine Nazionale dei Giornalisti con tessera n° 146480. Appassionato ricercatore di storia e di tradizioni locali. E’ anche autore di NonSoloRisparmio.it (guida pratica sul risparmio).


Giovanni Grammegna

Giovanni Grammegna
Freelance Web Programmer

Esperto in programmazione avanzata html, conoscenze asp, aspx, php, css, data mining sql, mysql è webmaster e responsabile della messa online di liberoricercatore. Ama il ciclismo ed il podismo.


Ferdinando Fontanella
Collaboratore di Redazione

Naturalista e giornalista pubblicista, è laureato in Scienze della Natura, con specializzazione in Divulgazione naturalistica e Museologia scientifica, presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II.


Gaetano Fontana
Collaboratore di Redazione

Appassionato di immagini d’epoca di Castellammare è curatore di diverse rubriche, tra cui: “Le stampe antiche”, “Le navi varate a Castellammare”, “Emeroteca” e “Stabiae-book”.


Corrado di Martino
Collaboratore di Redazione

Autore di teatro e autore radiofonico; filmaker, narratore. E’ laureato in Scienze della Comunicazione, indirizzo Sociologia delle Comunicazioni. E’ laureato in Comunicazione d’Impresa e Comunicazione Pubblica; con specializzazione in Comunicazione Politica.


Vincenzo Cesarano
Collaboratore di Redazione

Appassionato di folklore, teatro e tradizioni locali. Amante della fotografia, è l’ideatore della rubrica “Banca della Memoria stabiese” ed autore di numerosi interessanti articoli a sfondo popolar-tradizionale.


Antonio Cimmino
Collaboratore di Redazione

Già dipendente del cantiere navale di Castellammare di Stabia, si interessa della storia delle navi militari ivi costruite dalla sua fondazione. Appassionato, della Marina Militare e della marittimità in genere. E’ socio della locale Associazione Nazionale Marinai d’Italia.


Giuseppe Zingone
Collaboratore di Redazione

Insegna a Roma, vive a Ladispoli, nutre molti interessi tra cui: la storia religiosa, l’arte, la fotografia e l’amore per la sua Castellammare di Stabia.


il Direttore Responsabile
Maurizio Cuomo

Napoli e i suoi

Napoli e i suoi

di Giuseppe Zingone

Napoli la città più bella e misteriosa al mondo, è inutile cercare, sotto il Vesuvio trovi tutto ciò di cui hai bisogno, un capoluogo unico, impareggiabile, irriproducibile da mano d’uomo. Solo qui i tasselli sono tutti perfettamente ordinati e disseminati simultaneamente, un progetto ultimato ed incompleto, stravagante e razionale del buon Dio.
Queste affermazioni per molti versi campanilistiche, non sono dimentiche dei drammi che in essa continuamente si consumano, vivono e ahimè vivranno anche dopo di noi. Sono urla che continuamente ascendono al cielo senza trovare soluzione immediata ma che sono indissolubilmente legate a tutto ciò di buono e di bello in questa città viene prodotto. Il male e il bene qui si aggrovigliano, come il serpente al ramo lasciandoci sconvolti, il volto tra le mani ed in esso una lacrima ed un sogghigno si confondono. Ma riusciremmo a pensare noi stessi e questa città in maniera diversa in un posto qualsiasi del mondo?

Via Mazzini, La nostra piccola via Toledo

Via Mazzini, La nostra piccola via Toledo

Chiedo al lettore di questo sito: Sono più romano o napoletano? Quale è la mia prima lingua pensata? Quella in cui mi sforzo di parlare o quel dialetto che fuoriesce violento e impetuoso come un Vesuvio in eruzione? Le battute ironiche, sarcastiche, sono più efficaci in milanese, in veneziano o sacrileghe e sante “dint’a lengua nosta?”
Insomma io sono io… e non solo perché riesco a pensare, ma perché ho tutta una serie impazzita di geni ereditati da innumerevoli razze, a volte anche violenti, che si divertono a rincorrersi nel mio corpo, una maratona senza fine che si svolge in questo caduco involucro animato, dove non manca nessuno; è una tragedia ed una commedia insieme, un basso napoletano dove tutti, cromosomicamente parlando, sono costretti a convivere perché non saprebbero dove allogare altrimenti; gli attori principali sono tutti quelli che hanno assoggettato le nostre latitudini, vincitori e vinti. Speriamo solo di metterci tutti d’accordo prima o poi, per non dare a chi ci guarda di sbieco, l’impressione di non essere partenopei.
Morendo spero di dover dire come altri prima di me: “Purtateme a vedè sta Terra Mia!” e spirare come se si stesse firmando tutt’insieme vivi e morti, un armistizio o come se si fosse a pranzo in un’antica trattoria sul mare con un piatto di spaghetti ai frutti di mare e gli occhi avvolti dalla luce del sole riflessa dalle onde.
Ma prima di ciò vi presento una pagina sulla nostra Città del 1947, firmata dal giornalista e critico cinematografico Giuseppe Marotta, napoletano, grande scrittore forse troppo dimenticato, il quale diventa ogni giorno di più il mio precettore. Leggendo i suoi libri ti perdi e ti ritrovi, ridi e piangi, ti addormenti felice e ti svegli sempre a Napoli. Il pedagogo che mi ha condotto per mano alla scuola di tanta arte è un uomo che non ama essere citato (ma ch’io amo!) tutti gli appassionati del liberoricercatore lo conoscono e apprezzano, Buona Lettura e che buon pro ci faccia…  Continua a leggere

Arancio acquerellato

Marzo, un anno a Castellammare

di Giuseppe Zingone

Marzo, un anno a Castellammare

Ladispoli, lì 1 marzo 2011

Il cielo di Marzo sta sulla nostra testa, tra capo e collo, come una ghigliottina, se c’è il sole è in vigore un’amnistia, se piove chi si è visto si è visto e attenti agli schizzi… È proprio vero caro Di Giacomo: “Marzo è pazzo chiove, schiove e jesce ‘o sole!”.
Marzo spalanca violentemente le nostre finestre su un cielo turchino che invoca il sole, qualche stabiese il dolce tepore solare lo strapperebbe volentieri al paradiso rapendolo e ficcandoselo dentro casa a forza.

Qualcuno ha addirittura escogitato interessanti giochi di luce utilizzando i vetri delle macchine o le vetrine dei negozi dirimpetto per illuminare a giorno il proprio basso e quando la festa finisce bastano tre mandate al portoncino in ferro, per rincorrere sul Lungomare un sole rosso sangue che ha deciso di sciogliere il suo ultimo colore nel blu cobalto del mare come un acquerello.

arancio stabiese

arancio acquerellato (foto Giuseppe Zingone)

A Marzo non disdegno, nonostante l’allergia alla soffice parietaria, di fare un giro in collina, la ritrovo ovunque per terra, sul tufo, nell’aria, non la voglio ma essa mi cerca e mi abbraccia lo stesso con il suo leggerissimo polline.
Qualche piccolo vortice di foglie nei tornanti di Quisisana, racconta che questo non è il primo rinnovamento di cui è testimone, ma la stagione è ancor fredda e l’inverno non cede del tutto il passo. Continua a leggere