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Febbraio, un anno a Castellammare

Febbraio, un anno a Castellammare

di Giuseppe Zingone

Febbraio, un anno a Castellammare

Ladispoli, lì 1 febbraio 2011

Febbraio, un anno a Castellammare

Febbraio, un anno a Castellammare

Febbraio, breve com’è, nella mia terra, soccorre le famiglie operaie, monoreddito, ma soprattutto gli ultimi. Lo puoi godere in Villa Comunale e se la giornata è assolata, puoi tirarti sino al naso il tuo scampolo di sole protetto, come uno scialle, tra le affannose chiacchiere di pensionati smarriti tra politica e calcio. Odio entrambi il primo perché si arroga il diritto di mentire per legge e non mantenere gli impegni presi con gli elettori ma solo quelli degli eletti, l’altro perché distoglie dalle reali preoccupazioni della nostra già troppo precaria esistenza. Febbraio ho nostalgia del nostro incontro con Antonio! Una breve chiacchierata tra due amici, un tempo giovani nel Centro Antico, prima che lo scorrere del tempo solcasse il nostro volto come aratri. Continua a leggere

Monumenta Eucharistica

Gerardo Di Nola

Gerardo Di Nola

di Giuseppe Zingone

Monumenta Eucharistica

Monumenta Eucharistica, particolare

Ho ritrovato, mentre cercavo altre cose, uno scritto al quale ero stato sollecitato dall’amico Giuseppe Di Massa, alcuni anni or sono. Giuseppe è tutt’ora presidente del Centro di Cultura e Storia di Gragnano e Monti Lattari, “Alfonso Maria Di Nola”,1 legato da stretta e profonda amicizia al nostro sito e al direttore Maurizio Cuomo. Mi venne chiesto di ricordare il professor Gerardo Di Nola, per la celebrazione di un Convegno a cura dell’associazione, ricorreva infatti il decimo anniversario della sua morte. L’incontro si tenne il 30 Ottobre 2010 nella sala incontri del Centro Pastorale San Michele Arcangelo in via Santa Croce a Gragnano.

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Gennaio, un anno a Castellammare

Gennaio, un anno a Castellammare

Gennaio, un anno a Castellammare

di Giuseppe Zingone

È dopo Dicembre che ci si scopre più soli, le giornate sembrano tediose, le luci natalizie sono ormai spente da tempo ed insieme ai presepi riposte in soffitta. Qualche chilo in più fa di noi dei fiacchi plantigradi, a causa del freddo, ci sarebbe gradito un flessuoso letargo per svegliarci più in là, in un tempo senza tempo, dove il riposo è legge ed il frastuono della vita quotidiana è solo un sogno.
È Gennaio austero, dispotico e risoluto, un mese che ben rispecchia il carattere, dell’astuto Generale Inverno.

Gennaio, un anno a Castellammare

Gennaio, un anno a Castellammare

Si, proprio Lui ha messo gli occhi su Castellammare, il suo intento è conquistarla prima di Primavera e farne la sua residenza personale avanzando pretese anche sulla restaurata Casa Reale.
Come Silla, ha in mente di metterla a ferro e a “gelo” assoggettandone la popolazione per schiavizzarla, farne uomini e donne incapaci di reagire alla riconquista dei propri diritti, una umanità apatica, gelida, litigiosa.
Castellammare secondo il nuovo tiranno, possiede una mirabile posizione ad anfiteatro che fa di essa il luogo ideale da cui approntare la conquista della capitale del Regno, Neapolis; inoltre le sue famose officine potrebbero rivelarsi utili per l’armamento e l’invasione dal mare; ed il suo cantiere navale fornire in tale circostanza i bastimenti necessari al trasporto delle truppe. Continua a leggere

Castellammare dal Faito

Castellammare di Stabia di Francesco Alvino

Castellammare di Stabia di Francesco Alvino

a cura di Giuseppe Zingone

Castellammare dal Faito

Castellammare dal Faito (foto Giuseppe Zingone)

Prefazione

Dell’architetto Francesco Alvino, quando ero ragazzo conoscevo solo il nome della strada che dal Corso Vittorio Emanuele, porta in via Roma, ma questo straordinario personaggio scrittore di molti saggi ben documentati, di questo indomito viaggiatore alla corte dei Borbone, ben poco si conosce. Sono invece tanti i suoi documenti nei quali mi sono imbattuto, per diletto di ricerca per amore di Castellammare e trovo che il suo libro “Viaggio da Napoli a Castellammare” sia un bellissimo squarcio del nostro territorio della prima metà dell’Ottocento ed una infinita risorsa di notizie. Ma non era la prima volta che l’Alvino presentava la nostra Città, già qualche anno prima, mostrava di averla frequentata, conosciuta da vicino, insomma di esserci vissuto. Troppe sono le notizie dettagliate che ci propone come quando ci presenta alcune accurate tabelle della Penisola di Sorrento del Distretto di Castellammare, vengono qui illustrate, le Città, l’appartenenza delle miriadi di frazioni, il circondario al quale città e le frazioni appartenevano e la relativa Diocesi: Sorrento o Castellammare. Non vorrei dilungarmi troppo e presentarvi questo bellissimo estratto (ripreso da: La Penisola di Sorrento, descritta da Francesco Alvino, Napoli 1842, pag. 18-29 link1 e link2)  che riporto per intero ma nello stesso tempo volevo partecipare ai lettori una mia considerazione relativa alla ricerca storiografica. Negli ultimi decenni l’informatizzazione di intere biblioteche e fondi archivistici, come anche quello di Napoli per non citare i privati che mettono a disposizione le loro rare perle, ha dato a tutti noi la possibilità di rileggere in formato elettronico quei testi di cui avevamo solo assaporato i titoli, grazie a locali ricercatori come il Dottor Parascandolo e il professor D’Angelo che per anni si sono misurati con gli archivi storici del nostro territorio a volte ripristinati e riordinati letteralmente.

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Il dipinto della Immacolata Concezione della chiesa Di san Giacomo, foto Giuseppe Zingone

L’Immacolata Concezione, una tradizione da riscoprire

L’Immacolata Concezione, una tradizione da riscoprire

di Giuseppe Zingone

Prefazione

In occasione della festività dell’Immacolata Concezione di Maria, di qualche anno fa (2014) l’allora sindaco (Bobbio) cercò di limitare i tradizionali fuochi votivi tentando di regolamentarli, tuttavia senza riuscirvi. La consapevolezza del potenziale pericolo di cui sono portatori queste immense pire, per non citare i danni spesso arrecati all’ambiente da una sorte di devastazione senza senso e misura che nulla ha a che fare con la fede, ci impone di chiederci: Sono necessarie cataste di legno così grandi per veicolare una fede per lo più smarrita?

Non è piuttosto una gara tra i quartieri che con la festa dell’Immacolata condivide ben poco? E non sarebbe forse più giusto creare una rievocazione del naufragio del povero pescatore assistito dal provvidenziale aiuto della Vergine Maria? I tempi sembrano essere maturi! L’inciviltà purtroppo, nella nostra Città sembra averla sempre vinta.

In un articolo giornalistico dello stesso periodo si tentò anche di mescolare criminalità, tradizione popolare e chiesa locale, in una sorta di calderone mediatico mal assortito di cui a dire il vero non v’è già più memoria, segno che le bugie e le macchinazioni cervellotiche umane, hanno le gambe corte oltre ad essere poco credibili.

Il dipinto della Immacolata Concezione della chiesa Di san Giacomo, foto Giuseppe Zingone

Il dipinto della Immacolata Concezione della chiesa Di san Giacomo, foto Giuseppe Zingone

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