Archivi tag: Giuseppe Zingone

Bambinello

La Bottega del Presepe

La Bottega del Presepe

di Giuseppe Zingone

Quando l’estate scorsa tornando a Castellammare girando, camminando, salendo e riscendendo le strade del vecchio quartiere, mi sono piacevolmente imbattuto nella Bottega del Presepe, la mia curiosità era tale che non resistendo sono entrato e presentandomi ho chiesto di poter dare un’occhiata in giro.

Bambinello

Bambinello

Questa bottega è il sogno di tutti quei bambini, (ma anche adulti), che nel periodo Natalizio prestano le proprie mani, gli occhi e il cuore a chiunque ha bisogno di costruire il presepe; a casa mia l’autrice è ancora mia madre, oggi stupisce i miei figli come allora incantava me. Sarà per le luci colorate o dei vari personaggi: quei torvi popolani accompagnati da donne sgraziate o con corsetti succinti, gli animali cari ai bambini, la grotta con Maria, Giuseppe e il Bambinello che dall’Immacolata in poi diventano il cuore pulsante della casa.

Qui l’ospite è accompagnato, anzi sospinto alla contemplazione dinnanzi al presepe, affinché possa godere una scena che pur nella sua semplicità è antica ma sempre attuale, come la nascita di un figlio o di un nipote. La meraviglia, la simpatia, le osservazioni o gli appunti dell’imbarazzato e malcapitato parente sull’opera realizzata, erigono a piramide  la felicità dell’umile ideatore che quantifica in tal modo se lo  sforzo prodotto lo avvicinerà o allontanerà  dal Paradiso dei presepisti napoletani.  Continua a leggere

Foto di Gruppo

Un tesoro di memoria inutile

Un tesoro di memoria inutile

di Giuseppe Zingone

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Foto di Gruppo

In un paese come l’Italia dove la memoria storica sovrabbonda sembra quasi normale che la cultura debba soggiacere alle ragioni economiche moderne di spending review.
Il grande paradosso dei nostri giorni è che tutte le parti politiche sembrano d’accordo nel dire che i cittadini soprattutto quelli onesti sono sottoposti ad un carico fiscale altissimo, e propongono un abbattimento del cuneo fiscale (a me il cuneo ricorda le torture medioevali) difatti quegli stessi cittadini a cui vengono tagliati i servizi essenziali alla vita quotidiana e per i quali pagano fior di quattrini in tasse, come unica risposta ricevono sempre un ulteriore aggravio di quest’ultime, sebbene cambino i governi ed i colori politici.
A volte è giusto fare un inciso su quello che accade ai nostri giorni, chiarire perché si è arrivati allo stato attuale delle cose. Così anche nella nostra città molti edifici pubblici di proprietà comunale, cioè bene comune, giacciono in uno stato di totale abbandono, per i quali si attende solo il crollo.
Un caso emblematico è il Monastero della Pace e l’annessa Parrocchia di Santa Maria sotto lo stesso titolo le cui strutture sono di proprietà comunale. Questo luogo di culto è stato abbandonato a seguito del furto delle antiche travi perpetrato tra il sette e l’otto Dicembre di qualche anno fa, cosa che ha dato un definitivo colpo alla struttura già in rovina. Da allora i fedeli di questa parrocchia possono gridare ad alta voce il versetto biblico “Mio Padre era un Arameo Errante” (Deuternomio 26,4) sperando anch’essi di poter giungere in vita alla Terra Promessa. Continua a leggere

Lara Andriolo, Cantante Lirica

Due Stabiesi e un napoletano nella Parigi della Belle Époque

Due stabiesi e un napoletano nella Parigi della Belle Époque

di Giuseppe Zingone 

Lo Scorso Luglio mi scrisse,  una giovane cantante Lirica la quale chiedeva come  poter reperire lo spartito di Denza 1, La Canzone della Polenta 2, giusto il tempo di contattare un collezionista esterno et voilà, una scansione tale da consentire, una buona performance a Lara Andriolo 3. La serata che l’ha vista protagonista, che ha avuto come tema principale la polenta, si è arricchita anche della “Canzone” del nostro Denza.

Lara Andriolo, durante l'esecuzione della Canzone della Polenta

Lara Andriolo, durante l’esecuzione della Canzone della Polenta

Le origini di questo cibo povero sono fortemente diffuse nel Nord Italia, ma anche al centro e nel Mezzogiorno esistono tutta una serie di piatti che utilizza granaglie varie per realizzare questo morbido e gustoso piatto. Un cibo molto simile alla polenta era conosciuto già dai romani e dai greci, fino a quando nel milleseicento si diffuse il mais (grano-turco) detto anche polenta gialla proveniente dalle Americhe. Il Veneto, la Val D’Aosta, il Trentino, il Piemonte, la Lombardia e così via discendendo l’Italia, si è nutrita di questo cibo per secoli, le varianti in cucina sono molteplici per esperienza  ricordo la nostra variante partenopea “‘e Sgagliuozzoli” i mitici triangoli di polenta fritta venduti per strada ancora oggi.

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  1. Luigi Denza la Storia
  2. Esecuzione del Tenore Francesco Daddi Chicago 1945
  3. Biografia Lara Andriolo
senza uscita

Una strada senza uscita

Una strada senza uscita

di Giuseppe Zingone

Senza uscita

Senza uscita

È vero le strade portano in molti luoghi, ma anche da nessuna parte, alcune di queste sono chiamate vicoli ciechi, non v’è luce oltre. Sono i nostri passi che vi si dirigono più o meno velocemente. In questi larghi corridoi incontriamo quella che sarà la nostra vita.
Una volta li ho visti là, accucciati sui gradini della Parrocchia della Pace, vicini ad una strada che sarà molto più di una maestra di vita, stridevano i loro corpi spigolosi rispetto al piatto gradino dove sedevano, le loro ossa visibilmente ispide sotto la pelle erano uno scappellotto alla forza di gravità e alla vita, cercavano attenzione e rifugio dalle grandi miserie, da colpe non proprie che sembravano attrarre come calamite. Continua a leggere

Scoglio di Rovigliano, mini cartolina virata

Collezione privata Giuseppe Zingone

Collezione privata Giuseppe Zingone

La nostra città, Castellammare di Stabia, è per chi vi vive e soprattutto per chi è dovuto andare via da essa, “il luogo del cuore”. Chi ama questa Città non può non avere un sentimento diverso da questo. Luogo unico al mondo dove si fondono storia, arte, cultura, paesaggi incantevoli, mare, monti, quasi un santuario naturale.

Anche un grande letterato come Alfredo Panzini non rimase immune da tali spettacoli durante la sua permanenza a Castellammare: “…Per passare mattana e vincere la malinconia, il bidello, un caro giovane, proprio romano de Roma, mi faceva trovare -dopo scuola- un ciucciariello sellato per me, e uno per lui; e così andavamo in quei troppo ai miei occhi smaglianti tramonti, lungo quel troppo azzurro mare Tirreno, a Vico, a Sorrento, o su a Quisisana e a Gragnano, dove rivedo ancora i festoni degli spaghetti e delle lasagne ad asciugare per le vie, e il rubino del vino saporitissimo: io don Chisciotte e il bidello Sancio”. (estratto da: Scuola Media Statale A. Panzini, 1964-1994, Castellammare di Stabia, Maggio 1994, interno di copertina).

È anche vero che la nostra cara Città, ha subito notevoli cambiamenti in questi ultimi decenni, e non sempre questi sono stati positivi e benefici; se ciò amareggia non ci impedisce, però, di guardare avanti con un discreto ottimismo, fosse pure per la nostra intrinseca napoletanità. Ad ogni modo volevo offrire a chi visita questo splendido sito di rivedere la “Città delle Acque” in cartolina, si tratta di una piccola collezione che a fatica ma con passione ho raccolto qua e là, soprattutto dove vivo a Roma. Cartoline recenti, altre invece, dei veri gioielli centenari, spesso molto rovinate, ciononostante, perderle o non comprarle costituirebbe, un delitto, una ulteriore lacuna di memoria storica. Sono anche consapevole che gli appassionati di questo genere di collezionismo non sono pochi, e potrebbe rivelarsi utile la collaborazione di altre persone. Come ogni città ha le sue immagini ed ogni immagine è frammento di un mosaico più grande, potremmo insieme restituire a Castellammare di Stabia, un po’ dell’amore che per secoli ci ha donato: i suoi luoghi, gli usi, i costumi, le tradizioni, i volti, facendo crescere in tal modo la nostra “umanità”.

06/Agosto/2004

06/Agosto/2014

Sono passati ben dieci anni dalla prima volta che insieme a mio cugino Maurizio pubblicammo sul Liberoricercatore la prima raccolta di Cartoline della Città di Castellammare di Stabia. Raccolta che nacque quasi per caso, mi trovavo infatti nel salone della Parrocchia di Santa Maria della Pace, quando ci vennero recapitate due buste stracolme di immaginette di santi, qualche libricino tra queste una mini cartolina virata dello scoglio di Rovigliano, e una della Basilica di Pozzano.

Scoglio di Rovigliano, mini cartolina virata

Scoglio di Rovigliano, mini cartolina virata

Il mio interesse per la storia di Castellammare era già vivo, molte le escursioni e l’interessamento per tutto quello che destava meraviglia e stupore, tanta storia attraversata quotidianamente ma troppo spesso ignorata. Iniziai a collezionare così innumerevoli cartoline tenendo sempre in considerazione nella ricerca fatta nei piccoli mercati principalmente che bisognava come in una tesi cercare di distaccarsi il meno possibile dal tema principale Castellammare di Stabia.

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