Archivi tag: Giuseppe Zingone

Ettore Fieramosca

Ettore Fieramosca

a cura di Giuseppe Zingone

Ettore Fieramosca, pirofregata di II rango

Breve storia: Pirofregata a ruote, del Regno delle Due Sicilie Ettore Fieramosca, istituita a Castellammare di Stabia il 12 febbraio 1849, varata il 13 novembre 1850, si unì il 6 settembre 1860 (cioé) disertò a favore del Regno di Sardegna e il 24 gennaio 1861 fu inserita nella flotta come fregata a vapore su ruote Ettore Fieramosca. Il 17 marzo 1861 fu introdotta nella Regia Marina Italiana, ammodernata nel 1861 a Tolone. Dal 14 giugno 1863, divenne una corvetta a vapore di 2° grado (Corvetta a ruote di II ordine), ammodernata nel 1878. Nel 1881 divenne Nave idrografica soppressa il 5 dicembre 1883,adibita a blocco di addestramento a Napoli e successivamente adibita a magazzino galleggiante per razzi e lanciarazzi, venne demolita nel 1895.1 Continua a leggere

  1. La breve storia della pirofregata Ettore Fieramosca, è stata liberamente tradotta dal sito russo http://navyworld.narod.ru/ alla voce Fregata.
Anthonis van Dyck, Ritratto di Enrico di Guisa

La venuta del Duca di Guisa a Castellammare

La venuta del Duca di Guisa a Castellammare

di Giuseppe Zingone

Anthonis van Dyck - Portrait of Henri II de Lorraine

Ritrattto di Enrico II di Lorenia, Antonio van Dyck

Anche il Guisa, (Enrico II) provò, a riconquistare la terra dei suoi avi, quel Regno di Napoli oramai spagnolo. Tentò l’impresa con i suoi, la prima volta cercando l’appoggio di coloro che non avevano dimenticato gli angioini e sfruttando il malcontento popolare, a sua volta sfociato nella rivolta con a capo Masaniello, il tutto durò solo sei mesi, era l’anno 1647.1

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  1. Le memorie del Duca Di Guisa sono state raccolte da Philippe Goibaud Dubois, (tradotte in italiano da Pietro della Piazza) e stampate a Colonia nel 1675. Il libro diviso in parte prima e seconda si concentra sulle gesta del Guisa a Napoli durante la rivolta di Masaniello. ne emerge un personaggio fortemente motivato nella sua impresa, ma feroce e spietato, crudele, pronto talvolta anche a gesti caritatevoli. In questi due volumi purtroppo non si fa alcun cenno della sua seconda venuta nel regno di Napoli, forse per la magra figura che emerge dal racconto del Parrino. Castellammare è citata solo una volta siamo alla pagina 467-468 libro terzo, volume Primo: “Doppo la presa dell’Anunciata, feci rivenire le truppe, che l’avevano assediata, per farle partire il giorno seguente e tentare di pigliare Castellamaro luogo, donde gli nemici trahevano gli loro viveri”. Vedi anche: Alberto Lazari, il quale scrive: Premeva al Viceré (Iñigo Vélez de Guevara) la conservatione di Castell’ a Mare e in particolare per il mantenimento delli Molini che somministrano il macinato a Napoli; in: Alberto Lazari, Motivi e Cause di tutte le Guerre maneggiate dalla Corona di Francia, tanto nel proprio Regno, quanto altrove, dall’anno MDLX sino al MDCLXXIII, Venetia MDCLXXIII, Parte Terza, pag. 635.
Ricreatorio San Gerardo 1903

San Gerardo, 16 Ottobre

San Gerardo, 16 Ottobre
di Zingone Giuseppe

Ricreatorio San Gerardo 1903

Ricreatorio San Gerardo 1903

In giorni come questi dove a volte fa caldo e a volte freddo in largo Pace, nella Parrocchia, si aprivano i festeggiamenti per il santo patrono, San Gerardo Maiella, la cui devozione ultracentenaria  portava in chiesa numerosi fedeli, da tutta la città ed anche dal circondario. Già nel lontano 1903 l’allora diacono e poi parroco don Luigi Castellano, fondò il Ricreatorio San Gerardo, lo scopo era accogliere ed educare i giovani troppo spesso abbandonati delle strade del centro antico. Fino agli anni novanta del secolo scorso l’oratorio con la presenza dei giovani gerardini continuava ad essere segno, e baluardo della Parrocchia di Santa Maria della Pace, nella processione del Santo Patrono di Castellammare.

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ALTOLÀ invenzione

ALTOLÀ invenzione

a cura di Giuseppe Zingone

Poliorama pittoresco, opera periodica

Non si tratta di un comando, ma di un articolo pubblicato su Poliorama Pittoresco nel 1839, dedicato ad un nostro concittadino, Giovanni Valle. La sua invenzione è paragonabile a tutti quei moderni strumenti che oggi vengono montati sulle nostre auto, per una maggiore sicurezza sia dei conducenti ed anche di chi la strada la percorre a piedi. Continua a leggere

San Gennaro a Castellammare

San Gennaro a Castellammare

di Giuseppe Zingone

San Gennaro, Chiesa di San Bartolomeo

Fu grazie a Carlo I d’Angiò1 che l’abitato di Castellammare venne cinto di mura, in tale occasione furono ampliati il castello ed il porto e fu ricostruito ed ampliato su un vecchio complesso risalente agli ultimi anni del dominio svevo, il Palazzo Reale, detto di Casasana o Quisisana, quello stesso edificio dove soggiornò nel 1316 Roberto figlio di Carlo recuperando il suo cattivo stato di salute.2

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  1. Francesco Alvino,Viaggio da Napoli a Castellammare con 42 vedute incise all’acquaforte, Napoli stamperia dell’Iride 1845, pag. 89.
  2. La presenza di Roberto D’Angiò a Castellammare è documentata nel 1316. In Guida d’Italia, Napoli e dintorni, pag. 582, Touring Club Italiano, sesta edizione, Milano 2001. Vedi anche: Catello Parisi, Cenno storico descrittivo della Città di Castellammare di Stabia, pag. 19-20, Firenze 1842.