Tra allucinazioni e felliniani amarcord
diario e riflessioni tra serio e faceto di un cittadino spaventato al tempo del covid-19
del dott. Raffaele Scala
Maurizio buongiorno, ancora una volta ti disturbo per affidarti questa mia quarta riflessione ad un mese circa dall’inizio della quarantena, sperando, come sempre, che trovi il consenso di chi mi legge. Non so come gli altri stiano vivendo queste tristi settimane, io racconto, tra serio e faceto, le mie. Quando tutto questo finirà, perché prima o poi dovrà pur finire, ed i segnali ci sono tutti, bisogna solo tenere duro ancora per qualche tempo, sarà, forse, divertente rileggere questa sorta di diario di uno stabiese anta. Come sempre con immutata simpatia. Raffaele Scala.
Ora che ci siamo lasciati alle spalle pure questa triste, sconsolata Pasqua e la sua nebbiosa pasquetta, ormai giunti al trentesimo giorno di clausura forzata, e con l’amara prospettiva di almeno altri ventuno, rinchiusi come animali in gabbia fino al 3 maggio, per colpa di questo maledetto corona-virus, che da troppo tempo gironzola per le strade del mondo provocando contagi e morti a non finire, comincio ad avere le allucinazioni.
Si, proprio io che non ho mai sognato, neanche per sbaglio, comincio ora a vedere film mentali ad occhi aperti. Tra quelli frequenti mi rivedo uscire di casa accompagnato dal mio fedele Ciccio, adorabile, viziato mezzo volpino, cane meticcio che ci teneva compagnia fin dalla sua nascita, percorrere a piedi quei millecento metri che mi separano da Piazza Borrelli, dove aveva sede l’edicola del paese. Era bello passeggiare con lui lungo i marciapiedi di via Canneto, proseguire per l’antica via Petraro, fermandomi ogni tanto a salutare qualcuno, magari scambiare quattro chiacchiere, fingendo di non sentire l’abbaiare di Ciccio insofferente alle non preventivate fermate, per poi proseguire il felice cammino. Era il nostro appuntamento questo, mio e di Ciccio, riservato al sabato e alla domenica, quando ero libero dal lavoro, quello che mi portava da anni a Napoli, dal lunedì al venerdì, verso il Centro Direzionale, dove aveva sede l’ufficio in cui ero impiegato. Continua a leggere