Leopoldo Siano, storia di un fascista stabiese
di Raffaele Scala
La prima parte del lavoro che segue è tratto da un documento finora inedito ed è la lettura di un interrogatorio subito da Leopoldo Siano dopo il suo arresto, avvenuto alle sette del mattino del 26 aprile 1945 presso l’abitazione paterna al Corso Vittorio Emanuele, 65. L’arresto fu effettuato dal maresciallo maggiore Giuseppe Nusco e rinchiuso lo stesso giorno nel carcere di Poggioreale. [1]
Naturalmente durante l’interrogatorio Siano negò ogni suo coinvolgimento nel movimento neofascista, sorto a Castellammare nei mesi successivi alla caduta del duce, Benito Mussolini e dell’intero regime fascista. Come lui stessi confesserà anni dopo, agli inquirenti raccontò, un sacco di fesserie,[2] ma non servì a nulla perché le menzogne non lo salvarono, su disposizione delle autorità militari alleate, da una condanna a sei mesi da scontare nel famigerato campo di concentramento di Terni, cosiddetto, campo R, gestito dalle truppe d’occupazione militari inglesi. Non tutti furono d’accordo sulla pena di sei mesi, ritenuta mite, per alcuni l’internamento deve durare fino a che la situazione politica interna lo consiglierà.[3] Qualche mese dopo sarà trasferito nel campo di concentramento di Padula, in provincia di Salerno, dove sconterà il resto della pena.
L’accusa nei confronti di Siano non era leggera, secondo le dichiarazione di altri arrestati, faceva parte di un quadrunvirato che gestì il reazionario movimento stabiese, atto a sovvertire le nascenti istituzioni democratiche.
Ma al momento leggiamo la sua versione dei fatti. Poi racconteremo il resto della storia, parte della quale lui stesso ammetterà successivamente, negli anni a venire, senza mai negare la sua fede fascista.
1. Le false verità di Siano
Questionario per il SI, Servizio Informazioni, sull’interrogatorio di Siano Leopoldo
Primogenito di cinque figli, Leopoldo Siano nasce a Castellammare di Stabia il 16 aprile 1920 da Leopoldo, negoziante di carboni al Corso Vittorio Emanuele 65, nello stesso stabile dove si trova pure l’abitazione, e da Maria Di Navi, casalinga. Un fratello minore di un anno, Silvio (1921 – 1990), diventerà un giorno il famoso regista di tanti film girati nella nostra città, tra cui il più famoso fu, Soli per le strade, che partecipò fuori concorso al Festival di Cannes nel 1954. ricevendo anche un riconoscimento, e fu utilizzato negli USA dalla Fondazione americana, Foster Parents per promuovere le attività di protezione dell’infanzia abbandonata.[4] Continua a leggere